1° step: fissare l'appuntamento. Quando infilarti un paio di collant diventa un'operazione insolitamente dolorosa dovuta all'attrito di quei piccoli bastardelli, forse è giunta l'ora di comporre quel dannato numero e farla finita. E' rapido e indolore, telefoni, saluti, eviti di chiamarla per nome perché hai sempre il terrore di non ricordarlo dato che hai furbamente memorizzato il numero come "estetista" e dopo due anni sembra un tantino sgarbato richiederglielo, fissi la data e l'ora e il gioco e fatto. Missione compiuta.
2° step: ripassare il copione. Andare dall'estetista spesso si può rivelare più insidioso che ritrovarsi sotto torchio in un tribunale. Potrai riuscire a fare fesso il parrucchiere impaccandogli che non oseresti mai tagliarti il ciuffo da sola o farti la tintura a casa, ma l'estetista non la puoi ingannare: dalla lunghezza e consistenza del pelo riesce a dirti se e quale giorno a quale ora hai utilizzato qualunque cosa che non fosse ceretta, probabilmente riuscirebbe pure a indovinare il nome dell'estetista dalla quale sei andata al posto suo. Nonostante tu sia già in considerevole svantaggio data la posizione gambe all'aria e chiappe al vento, devi pure reggere alla tensione dell'interrogatorio:- Mmm ma qui ci sono dei peli spezzati... non avrai mica usato il silk-epil, vero? E il rasoio??? Hai utilizzato lo scrub che ti avevo detto di comprare? Ti scartavetri con il guanto di crine 10 volte al giorno come ti ho ordinato?- Nooo! Ma che scherzi? E' che non trovavo il tuo numero... sono stata sei mesi a Catania senza mai tornare a casa... il cane si è mangiato la ceretta a caldo... le mie coinquiline in un raptus di nonnismo alla Full Metal Jacket mi hanno legato e depilato con il rasoio... mia sorella si è sposata in Uganda e il giorno prima sono stata costretta a usare il silk-epil, ma giuro che ho preso le misure e li ho tolti solo fin dove la gamba era scoperta! Ovviamente non ti crederà mai.
3° step: resistenza zen al dolore. Uccellini. Coniglietti rosa. La Primavera di Vivaldi. Cerchi di alienare la tua mente elevandola a uno stadio dell'essere in cui le sofferenze inferte al corpo sono un vago ricordo, ma è impossibile dato che devi essere conscia per far fede a questa bislacca usanza di interloquire con la tua estetista mentre sta traviando le tue gambe. Quindi ricapitoliamo: sei nuda, in perizoma, con le gambe in posizione che neanche nel kamasutra e le chiappe al vento, ogni strappo accresce la quantità di lacrime presenti sotto le tue palpebre inferiori e nonostante ciò con uno charme che non hai neanche in tempi di pace devi disquisire sull'università, la laurea, mamma e papà stanno bene, mia sorella si è sposata, sono stata in vacanza MAVAFFANCULOSTOSOFFRENDOCOMEUNCANETIODIOBRUTTASTRONZA in campeggio, un posto fantastico, dovresti andarci, mia cara.
4° step: fare capire chi comanda. Se ti dico che voglio l'inguine sgambato non vuol dire che siccome tu appartieni al lato conservatore della casta delle estetiste mi devi lasciare la mutanda di pelo a meno che non mi invento che sono un'assidua frequentatrice della piscina pure a Gennaio con meno 8 gradi fuori. Oppure becchi l'estetista emancipata, che non solo scippa via tutto lo scippabile, ma quando ha completato l'opera ti rialza il perizoma fino a sotto le ascelle con un effetto sparticulo che per non urlare ti aggrappi a quel lunzuolino di carta sul quale sei adagiata, carte che per la cronaca ti ritrovi appiccicata ovunque fino al giorno dopo.
5° step: non commettere infanticidio. Può accadere che esercitando la loro professione all'interno delle loro case, i loro figli siano liberi di circolare in giro e di fare capolino nello "studio" per comunicare che hanno terminato i loro compiti. No, prego, fa come se io non fossi in posizioni equivoche senza vestiti, tanto il bambino traumatizzato per la vita te lo tieni tu, eh. E poi succede che se il figlio in questione è un'adorabile bambina, forse aspirante estetista come la sua mamma, che decide di assistere all'operazione ceretta, ed è così affabile che mi accarezza il pelo delle gambe e io non le posso dire niente che mi pare male, e solo dopo scopri che la piccola stronza in realtà mi stava ungendo la pelle di olio così che la ceretta non si attaccherà mai, e poi scappa nell'altra stanza, dico mabeeeeeeeeeeeene, tanto io sono qui per masochismo, mica per altro!
6° step: goditi il risultato più che puoi. Siamo sincere, che autonomia avranno le nostre gambe? Una, due settimane al massimo? Non ci riuscite a farmi credere che siete come le modelle della Veet, che la ceretta se la spalmano sulle gambe senza neanche un pelo, e la striscia se la strappano a rallenty con il sorriso sulle labbra. Perciò anche se siamo nel pieno dell'inverno più duro, non lesinate con i collant velati e le minigonne, non abbiate timore a fare un check-up completo in ospedale, ad andare in piscina anche se non sapete nuotare.
Perché tanto durerà poco, lo sapete benissimo.
Molto verosimile, davvero.