Estratti acquosi: caratteristiche e tipologie
Gli estratti acquosi sono fitocomposti che si ottengono utilizzando le parti aeree della pianta essiccata, e un solvente che in questo casso è l'acqua. Questi composti non sono in ogni caso in grado di sintetizzare alcune sostanze o principi attivi della pianta, ma hanno l'enorme vantaggio di poter essere facilmente preparati a casa. Una preparazione casalinga di estratti acquosi richiede una certa dose di pazienza, ma fornisce in cambio la sicurezza di benefici per il nostro organismo uniti a un dispendio economico davvero irrilevanti. Tra le diverse tipologie di estratti acquosi annoveriamo: le tisane e gli infusi di cui andranno esplicitate le differenze, i decotti e i macerati e le soluzioni idro-glicerinati. Tali estratti per quanto utilizzino la stessa base hanno caratteristiche e modalità di preparazione differenti.
Estratti acquosi: tisana e infuso
Tutti quanti conoscono e sono in grado di preparare una tisana, molti invece non sanno che cos'è un infuso, o meglio tendono a credere che si tratti del medesimo composto e che si ottenga con la medesima preparazione. In realtà tisane e infuso sono due estratti acquosi che presentano delle sottili ma decisive differenze. Una prima differenza sta nelle parti della pianta da utilizzare. Per quanto riguarda la tisana, infatti, si possono usare indifferentemente sia le parti più dure e cioè quelle legnose, sia le parti tenere che comprendono piante e fiori. L'infuso invece viene preparato essenzialmente con le parti tenere della pianta. Un'altra differenza sta nel fatto che per la tisana si possono utilizzare una o più piante, mentre in un infuso se ne usa in genere una soltanto. Infine nella preparazione della tisana si versa la droga in acqua bollente e poi si filtra, nel'infuso avviene il contrario e si lascia riposare il composto prima di filtrarlo.
Estratti acquosi: decotto
Alla tipologia degli estratti acquosi appartiene anche il decotto, che si diversifica dalle tisane e dagli infusi per diversi aspetti. In primo luogo si tratta di un fitocomposto che può essere impiegato sia per utilizzi interni che esterni: lo si può infatti assumere sotto forma di bevanda, oppure preparare degli impacchi. In secondo luogo si tratta di un estratto che prevede tempi di macerazione più lunghi, per fare in modo che i principi della pianta si disperdano in acqua. Proprio per questo è preferibile nel caso si voglia utilizzare la parte legnosa oppure i semi. La pianta, in genere fresca, viene immersa nell'acqua e portata con essa all'ebollizione. A questo punto la sostanza ottenuta deve essere lasciata a sobbollire per circa un quarto d'ora, prima di poter essere filtrata e fatta raffreddare.
Estratti acquosi: macerati o idro-glicerinati
Tra gli estratti acquosi considerati finora quelli forse meno noti e meno facili da preparare sono i macerati o estratti idro-glicerinati. Come il nome stesso suggerisce, oltre all'acqua in questo tipo di fitocomposti si utilizza anche un'altra sostanza: la glicerina. La glicerina è una sostanza piuttosto delicata, perfetta per trattare le parti più molli e fragili di una pianta, come boccioli, foglie e fiori. Per ottenere il macerato la pianta deve essere tagliuzzata in pezzettini piccolissimi ed essere posta in un contenitore, possibilmente di vetro. A questo punto dopo aver miscelato acqua (circa 25 g) e glicerina (circa 50 g) si versa la soluzione nel contenitore di vetro. A questo punto sigillare il boccale e lasciar riposare il tutto all'incirca per tre settimane. Trascorso questo periodo filtrare bene il tutto.