Qualche giorno fa è stato assegnato il Nobel per la chimica a tre scienziati che hanno condotto studi sui meccanismi di riparazione del DNA. Il mio desiderio sarebbe stato quello di parlare dell’evento, ma questa volta gli ostacoli mi sembravano davvero grossi; primo fra tutti, la programmazione d’inizio d’anno. Non si prevedevano argomenti di biochimica e comunque qualche cenno si sarebbe potuto azzardare alla fine del corso e non certo dopo un mese di scuola. C’era poi un altro fatto, parlare ai ragazzi di cose che esulano dal puro meccanismo: spiegazione-studio – verifica è un’ impresa per la quale andrebbe previsto un Nobel. Dovevo quindi trovare il modo di affrontare l’argomento nell’ambito della programmazione.
Al momento attuale nelle mie classi si parla di miscugli, di sostanze pure, di metodi di separazione. Navigando alla ricerca di appigli, atterro sul sito di Federchimica ed ecco trovato l’aggancio! Un esperimento bellissimo ” estrazione del DNA dalla frutta” per il quale si utilizzano reagenti assolutamente compatibili con i nostri laboratori, adatti ormai a soli esperimenti di “chimica omeopatica”.
Questo dunque è il piano: una breve storia del DNA dalla quale trarre spunto per riflessioni che vanno dalla nascita di teorie per noi assurde eppure seguite, al peso che il miglioramento degli strumenti d’indagine ha avuto sul progresso della scienza, alla difficoltà di comprendere l’importanza delle osservazioni, alla difficoltà delle donne scienziate, alla sete di gloria di alcuni scienziati.
Ho preparato queste slide prendendo come fonti I. Asimov ( Cronologia delle scoperte scientifiche) e un bellissimo articolo di Sergio Barocci trovato su Chimicare che dovete assolutamente leggere se volete approfondire l’argomento e conoscere gli esperimenti che hanno portato alle diverse scoperte.
Ma come si può estrarre il DNA?
Si passa quindi all’esperimento partendo dal presupposto che le cellule della frutta (banana) sono composte di sostanze grasse, che possono essere demolite con del semplice detersivo.
Ecco le fasi dell’esperimento fatto in laboratorio:
Materiali
- pentola con acqua per bagnomaria e termometro
-
pezzi di banana
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per l’esperimento occorrono anche 100 ml di alcool etilico al 95% ( messo 2 ore in freezer), sale da cucina,detersivo per i piatti.
- Si prepara il bagnomaria e si porta la temperatura a 60°C.
- Si sciolgono 3 g di sale in 80 ml di acqua distillata
sale
prelevare 10 ml di detersivo e aggiungerlo alla soluzione
Portare a 100 ml. Questa sarà la soluzione che servirà per l’estrazione
Ridurre in poltiglia 100 g di polpa di bananametterla in un becher da 250 ml e aggiungere la soluzione e porla nel bagnomaria a 60°Cmescolare per uniformare la temperatura.
Dopo 15 minuti porre il becher in un bagno di acqua e ghiaccio mescolare per uniformare la temperatura ( 5 minuti)
Togliere dall’ acqua e ghiaccio e filtrare con un colino
Aggiungere lentamente l’alcool al filtrato freddo. Il DNA è solubile in acqua , ma non nell’alcool.
all’interfaccia con l’alcol si vede la formazione di filamenti di DNA
Questa esperienza è stata condotta da cattedra con un ragazzo aiutante e uno fotografo. Penso sia difficile proporla come esperienza individuale per via dei tempi ( in un’ ora è impossibile portarla a termine, data la scarsa manualità e le molte operazioni da compiere). E’ però coinvolgente e penso di metterla nella programmazione anche per il prossimo anno.