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estremismi

Creato il 07 ottobre 2013 da Gaia

Io dico sempre che l’estremismo è un concetto relativo. La società e i tempi stabiliscono cos’è accettabile e cosa no, fissano una via di mezzo in cui si collocano i moderati, e chi si allontana troppo da questo mezzo è etichettato come estremista, anche se ha tutte le ragioni del mondo. Con il tempo, l’assicella si sposta, così che un’idea “estremista” diventa normale e viceversa. Una volta, le estremiste erano le suffragette: provate ora a dire che una donna non dovrebbe votare. Era accettabile, invece, discriminare gli ebrei o arrestare gli omosessuali.

Da quando ho iniziato il mio esperimento di non uso dell’automobile, ne ho sentite di tutti i colori: estremista, amish, talebana (ricorrente). Ho offeso parenti e visto vacillare amicizie – facendo una cosa, ironia della sorte, buona e utile per tutti. Eppure io, la talebana, non solo non costringo nessuno a seguirmi, ma ritengo di avere delle motivazioni perfettamente razionali per oppormi come posso alla civiltà dell’automobile. L’automobile è un mezzo di spostamento energeticamente irrazionale, costa sia ai privati che alla collettività, occupa spazio, consuma preziosa energia e materie prime, inquina, altera radicalmente gli spazi e gli stili di vita, isola, è rumorosa, innervosisce ed è pericolosissima. Chi legge le notizie locali si sarà accorto che ormai quasi ogni giorno in Friuli Venezia Giulia muore una persona in incidenti stradali. Le ultime tre vittime avevano tra i 18 e i 25 anni. La media degli ultimi anni è di un morto quasi ogni tre giorni, più tutte le migliaia di feriti (e per feriti si intende anche gente costretta alla carrozzina per tutta la vita).

Secondo me, l’estremismo è quello della normalità dell’automobile, mentre la mia è ragionevolezza. Pensare che ogni abitante della terra possa disporre di un’automobile sfida tutto quello che la scienza e la tecnologia ci dicono; pensare che dobbiamo continuare a utilizzarla solo noi sfida il senso di giustizia e i desideri degli altri abitanti del pianeta (vedere cosa succede in Cina). Si può poi discutere se sia più sensato un utilizzo dell’automobile residuale, oppure addirittura, come io preferirei ma come ora è sicuramente quasi impossibile, una sua abolizione volontaria ma totale, mantenendo altri tipi di trasporto motorizzato quali mezzi pubblici e ambulanze.

Come avrete visto ho scritto un articolo per Salviamo il paesaggio in cui esponevo le mie idee “estremiste” sull’automobile. Con sorpresa mia e probabilmente degli stessi gestori del sito, il mio articolo ha ricevuto tantissimo sostegno e quasi nessuna critica. Uno degli ultimi commentatori ha addirittura scritto “hai ancora più ragione di quello che hai scritto”. Mi fa davvero piacere. Credo che siano sempre di più le persone che si stanno rendendo conto che una civiltà basata sull’automobile è una follia, e che bisogna trovare altre risposte alle nostre esigenze di spostamento.

Per festeggiare la mia lenta uscita dall’angolino degli estremisti, una mini rassegna stampa dedicata a uno che la pensa un po’ come me (uno, due e tre).


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