Ci troviamo, come spesso accade, del tutto in linea con quanto scrive Ernesto Galli della Loggia dalle colonne del Corriere della Sera.
Quanto sta accadendo nel mondo, dalla Siria, alla Libia, dalla Nigeria, alla Tunisia, fino a Parigi e non sappiamo in quale altri luoghi della Terra è sottovalutato un po’ da tutti, in primo luogo dagli Stati Uniti e dall’Europa.
Il problema serio, immediato, che viene trascurato è che il carro armato islamico è molto vicino, troppo vicino all’Europa e da lì deve iniziare per espandere la propria egemonia e influenza. L’Europa e l’Italia, in particolare, sono la strada dal mare, partendo dall’Africa e non solo, per arrivare in tutta Europa. E l’Europa come reagisce? Non facendo nulla, non prendendo alcuna decisione, debole di una politica che non c’è mai stata, di una forza militare che non esiste, di un’uniformità di intenti solo apparente. L’Europa al massimo è capace di far qualche pranzo o fare un minuto di silenzio per le vittime e, nel dramma, fa solo ridere. E perde solo tanto tempo. Dell’Italia è meglio non parlare, il Paese è debole da sempre e, da qualche anno, è ancora più debole e alle prese con l’inerzia delle chiacchiere. E in più, la devastante corruzione, che ormai è un habitus mentale generalizzato e che non si riesce a sanare, perché insito nei gangli di chi dovrebbe sanarla.
A volte, si sente dire che l’islam estremista non è l’islam. E’ vero, ma solo in parte, perché il confine tra le due situazioni è più labile di quanto si creda e si voglia far credere. Basti vedere come si comportano l’Arabia Saudita e altri loro compari. Eppure, non c’è tempo da perdere, la storia ci insegna che ciò che sembra lontano, poi diventa molto vicino. Il nazismo dovrebbe insegnare tante cose.
Invece si chiacchiera , senza mettere a punto o solo incominciare a pensare ad una strategia comune, contro un carro armato imprevedibile, determinato, spietato, che non conosce pietà.
Mauro Pecchenino