C’è una parte di me che è troppo grande, troppo forte per essere affrontata.
Terribile nella sua natura perversa, ci cibiamo l’uno dell’altra, espandendoci a vicenda in una lotta infinita. Una terribile ed oscena danza di giganti.
Si diverte a saltarmi sempre avanti, proiettata nei miei occhi, come un cancro della cornea, dell’iride, della pupilla. Come un cancro dello stomaco e dell’inadeguatezza.
Combatto, ma cado, oplita senza falange.
Anche quella è stata inghiottita.
Neri.