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1. Definizione cappellana di eterofobia: atteggiamento verbale e/o scritto della comunità LGBT nei confronti degli eterosessuali, verso i quali viene manifestato odio indiscriminato e di settore, o meglio, più che odio, un disprezzo profondo volto a "ghettizzarli" di fatto ghettizzandosi, essendo noi Cappellane (froci, germanotti, comunità queer) di fatto la minoranza.
2. L'eterofobia è simile ma diversa dall'omofobia: semplicemente perchè l'eterofobia è solo un atteggiamento verbale, tra l'altro, come qualsiasi argomento nella comunità gay, esposto solo ed esclusivamente all'interno della stessa, e mai rivolto nè verbalmente nè tantomeno fisicamente nei confronti di un "povero eterosessuale".
L'omofobia, invece, è un atteggiamento spavaldo, sia verbale che fisico che attitudinale, esprimentesi rispettivamente in offese violente e gratuite nei confronti di una qualsisasi cappellana scalza passi per strada, in volenze fisiche gravissime nei confronti di germanotti qualsiasi e discriminazioni sociali delle più varie (tra le tante: non dare il posto di lavoro, non affittare un appartamento e non concedere contratti solo perchè l'altra persona è di un orientamento sessuale "diverso") nei confronti di tutta la comunità queer.
3. Assieme all'eterofobia, ho giustamente individuato quella che chiamerei la Maicolfobia: ovvero la paura gay della frocia persa.
I gay "virili", hanno di fatto una paura, un disprezzo ed un disgusto per chi non si sforza come loro di dare a vedere che gli piace la figa sebbene gli piaccia il maganello.
Dico dare a vedere anche solo esteticamente, coi modi, nel modo di parlare (cosa che cmq ho visto fallire a moltissimi) e nel modo di camminare, vestirsi e apparire; non occorre che proclamino tale falso amore, solo vogliono sembrare etero.
Bene, secondo me, ripeto, questi sono gay non risolti.
E per dio, a loro non solo va tutto il mio rispetto (perchè anche A. tende ad appartenere a tale categoria, ma con la più piena tranquillità) ma anche la mia attrazione sessuale; solo rivendico alle frocie il diritto di essere tali e di non sentirsi l'esempio marcio del gay, sia esso in tv o fuori da essa.
4. The Barbara D'Urso Show.
Oggi "A gentile richiesta" c'erano Maicol, Vladimir Luxuria, il presidente di Gay.it (l'unico gay in tv che si vesta come un etero, e giuro, per questo ha tutto il mio rispetto nonostante diverga dalla sua opinione) e il ragazzo che recentemente è stato gettato fuori dal suo appartamento romano solo perchè gay, o meglio, "frocio di merda", tale Emilio Rez, vedi diapositiva:
Bhe, frocio lo è di sicuro, ma sbatterlo fuori di casa, non fargli un contratto regolare e pure picchiarlo per strada solo perchè si veste come SorellaJc sinceramente è una barbarie.
Si parlava giust'appunto di chi non crede che i gay siano correttamente rappresentati da Maicol Berti, nonchè di omofobia e della nuova messa in piega dell'ex-onorevole Luxuria (una donna con le palle, in tutti i sensi, a cui vanno tonnellate del mio rispetto e anche uno dei miei esclusivi rosari di platino).
Premesso che Maicol, a chiunque sappia leggere e scrivere, deve essere parso non tanto un gay, ma un aspirante transgender, insomma: un piccolo Chris Crocker.
Ergo il problema della rappresentaza bertica penso possa chiudersi qui in quanto, come transessuale (futuro), rappresenta solo uno dei quattro colori dell'universo LGBT, la T.
Riguardo ai gay virili, bhe, a parte il fondotintato direttore di Gay.it, lì dentro non ne ho visto uno.
Insomma, mandategli Fabio e poi sì che capiscono cosa vuol dire uno che etero lo sembra per come si veste, come si muove e come parla (al massimo pare pirla, ma gay proprio no), altro che mandare un quarantenne jeansato col fularino blu a pois bianchi
Il discorso serio è durato qualcosa come cinque minuti, tempo sufficiente a farmi 40 addominali (infatti stavo facendo esercizio a casa), prima che tutti cominciassero ad urlare e a mostrare chi le mutande, chi i fazzoletti della Lega.
6. A questo riguardo vorrei fare un ultimo distinguo tra il fatto della necessità OGGETTIVA di una rappresentanza gay un po' meno variopinta in tv (mentre nel cinema, sebbene tra dozzine di clichè, siamo decisamente più avanti, anche in Italia) e quello che CHIUNQUE ha il diritto di apparire in tv, frocie per prime che mai e per nessun motivo noi gay dobbiamo nè possiamo discriminarci tra noi.
Detto questo, che si apra il dibattito!
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