Eterologa gratuita per le donne in età fertile

Da Pukos

Gratuita (o soggetta al pagamento del ticket sanitario), perché inserita nei Lea, Livelli essenziali di assistenza, ma destinata a donne «in età potenzialmente fertile».

E saranno predisposti precisi test ed esami clinici per i donatori, nonché l’istituzione di un registro «ad hoc» per tutti coloro che intenderanno fornire le proprie cellule riproduttive, senza scopo di lucro a coppie che non possono avere figli.

Ad accendere il primo semaforo verde sul documento relativo alla procreazione medicalmente assistita, con soggetto esterno alla coppia infertile come donatore, è la commissione salute della conferenza delle regioni, che ieri pomeriggio raggiunge l’intesa sulle linee guida per disciplinare la procedura, dopo che, ad aprile, la Corte Costituzionale aveva stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale, dichiarando l’illegittimità della norma che vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli, o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta; oggi il testo sarà al vaglio dei presidenti delle amministrazioni per il via libera definitivo, poiché, commenta l’assessore alla sanità del Piemonte Antonio Saitta, i temi etici sono stati «lasciati fuori», per giungere ad una soluzione condivisa.

Tuttavia, tiene a precisare il ministro della salute Beatrice Lorenzin, una legge nazionale si rende «necessaria», perché si tratta dell’unico strumento normativo in grado «recepire le direttive europee e permettere che ci sia la certezza dei donatori», nonché fondamentale per evitare «incidenti» (un implicito riferimento, questo, al recente scambio di embrioni, per un errore umano, in un ospedale romano); una bozza di provvedimento governativo che prevedeva, fra l’altro, una dotazione di oltre 10 milioni di euro per tutte le attività connesse alla fecondazione eterologa per l’anno in corso si era arrestata il mese precedente proprio a un passo dall’approdo a palazzo Chigi (si veda ItaliaOggi dell’8/08/2014).
Nel documento si impone una soglia massima di 10 donazioni per ciascuna persona (fatta eccezione per ulteriori richieste di cellule riproduttive da parte della medesima famiglia), così come si fissano dei limiti anagrafici, che sono per coloro che offrono i propri gameti di 20-35 anni per le donne e 18-40 per gli uomini. Quanto, invece, alle aspiranti madri che riceveranno le cellule, il confine è posto ai 43 anni d’età per usufruire della procreazione eterologa nell’ambito dei Lea, quindi a carico del Servizio sanitario nazionale.

E il nato grazie a tali pratiche, arrivato a 25 anni, potrà chiedere di conoscere i genitori biologici, che godono dell’anonimato: contattati, saranno questi ultimi a decidere se rivelare, o meno, la propria identità.

Fonte: ItaliaOggi

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