Etna Comics 2015: Cronaca di un Successo Annunciato

Creato il 05 giugno 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Dal 30 maggio fino al 2 giugno a Catania è stato possibile incontrare per strada gente vestita "strana", bus pieni di adolescenti frementi e madri in attesa di codesti soggetti. Beh, Etna Comics era in corso. E come ogni anno, noi di Dietro le Quinte seguiamo il "Festival Internazionale del Fumetto e della Cultura Pop" con la passione che contraddistingue il più fanatico dei fan.

Quest'anno la mia avventura al Festival comincia con un libriccino. Non ricordo se negli scorsi anni il libriccino con il programma di Etna Comics riportasse una pagina dove erano disegnate le varie magliette dello staff e per ognuna la propria funzione, in quello della quinta edizione c'è, e non prendetemi per pazza, ma è molto carina. La nera è per i capi staff, la blu per i componenti, la verde è per il personale di sicurezza e la gialla per i volenterosi volontari.

Ho avuto modo di avere a che fare con i verdi e con i blu. I verdi sono brutti e cattivi, i blu sono stressati ma gentili.

I verdi ti trattano come feccia con una tale maleducazione e un pizzico di cattiveria (cattiveria, sì) che manco se fossimo alla Notte degli Oscar e tu povero giornalista fossi lì per paparazzare, rubare o maltrattare chissà cosa.

I blu invece sono stati molto carini e disponibili tanto che mi hanno permesso di incontrare da vicino Rutger Hauer coi suoi gilet da pescatore appena uscito dalla casa di riposo, e addirittura intervistare la dolcissima Riyoko Ykeda, la mangaka di Lady Oscar (partono lacrimucce, applausi e ovazioni per il mio personaggio "preferitissimo"). E sono stati così gentili anche da farmi scambiare quattro chiacchiere con Emanuela Lupacchino. Cosa ci siamo detti? Con Rutger non molto, ho avuto modo di assistere a un po' di incontri, tutti abbastanza di dubbia utilità. Devo ancora capire se fosse ubriaco, se dicesse fandonie intraducibili o se non avesse proprio niente da dire. Che poi l'audio in molte sale era pessimo, mancavano i microfoni e il sospetto di una falla nell'organizzazione ce lo metto pure.

La deliziosa Riyoko Ykeda ci ha raccontato in dieci minuti com'è nata Lady Oscar, La Rosa di Versailles: storiella carinissima in cui la maestra parlava sempre della Rivoluzione francese e così lei, affascinata, pensò ad un personaggio femminile ma allo stesso tempo androgino che potesse anche in qualche modo riscattare la condizione delle donne giapponesi di quarantadue anni fa, relegate ad essere madri e mogli.

Con la Lupacchino, disegnatrice per la Marvel Comics e per la DC Comics, l'abbiamo buttata sul femminista e ci siamo fatti raccontare cosa significa essere una donna in un ambiente prettamente maschile e se le sue eroine formose nascono per dilettare solo la vista degli uomini. Le risposte sono state inaspettate, il mondo del fumetto non fa alcuna distinzione tra disegnatori uomini e disegnatrici donne, è un'arte che sottostà alle leggi di mercato, si disegna un prodotto destinato ad essere venduto e che risponde a certe esigenze, l'arte pura e lontana da ogni condizionamento non esiste. Le stesse eroine sono disegnate così sexy e ammiccanti perché, come per gli eroi maschi dei fumetti, non si può immaginare un personaggio meraviglioso con dei superpoteri ma che sia brutto e flaccido.

Avevamo anche provato a incontrare la rossa Jill Thompson, sei volte premiata agli Eisner Awards (gli oscar del fumetto), ma era andata a visitare la città.

Etna Comics non è solo ospiti illustri da osannare, ma è un festival del fumetto e della cultura pop, sempre per voler citare il manifesto (a capirlo cos'è la cultura pop) e volete sapere cosa ho visto e sentito? Sentito un vociare caotico, canzoncine giapponesi dal ritmo demenziale (e io lo amo il Giappone), Clara Serina che - poveretta - avrei lasciato in casa di riposo, i Parimpampum (ma sono di parte, li conosco, e mi piacciono) e le guest star di quest'anno: i Gem Boy.

Poi, ho sentito puzza e caldo, da cinque anni penso sempre la stessa cosa: ma questi adolescenti perché puzzano così? Per l'emozione? Perché non pulire i condotti di areazione del Centro Fieristico Le Ciminiere e farli funzionare a palla per quattro giorni?

Cosa non ho visto. Non ho visto troppi cosplayer, sarà la crisi, sarà che la fantasia scema ma quest'anno non ho adocchiato niente di eclatante, tutto un po' trito e ritrito, un po' raffazzonato, ho percepito poco impegno (tranne per un gruppo meraviglioso in stile Sailor Moon e un bambino Minion a cui vanno i miei complimenti). Forza ragazzi, l'anno prossimo vi voglio più carichi!

Cosa ho visto, invece. Ho visto le solite cose. Il Japan Center (ve l'ho detto quanto amo il Giappone?) tristissimo, pieno di cose senza senso, inutile. Ogni anno è sempre peggio. L'Area Altrimondi, beh, identica alle edizioni precedenti, con qualche gadget in più. Le ricostruzioni storiche prese dall'anno prima e riposizionate lì sui prati. Un po' noioso per chi frequenta la kermesse annualmente. La zona cibo povera di scelta, minuscola e anonima. Il resto del Festival: immutato. I vari piani dell'edificio principale erano suddivisi come sempre in zona editori, fumetti, Talent Scout, disegnatori; spazio destinato ai negozi con bancarelle e bancarelline con gadget di tutti i tipi e Area Games, un po' anonima e nerd (ma ci piace così).

L'ultimo appunto va alle mostre, bella quella dedicata a Guido Crepax e ai cinquant'anni della sua Valentina, ma sottotono quelle consacrate a Diabolik, a Ritorno al futuro e a Lady Oscar: impegnandomi sarei riuscita a metterle su anch'io.

Se proprio vi interessa vi dico che Etna Comics, anche se ho borbottato, mi piace. Certo, sarà che sono una trentenne esigente che ha smesso i panni della nerd un po' di tempo fa, o che l'organizzazione dovrebbe impegnarsi di più, ma quest'anno voglio dargli 7. Anzi 7+, sono buona.


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