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Etnicità 21. Gruppi etnici ‘primordiali’

Creato il 24 aprile 2014 da Davide

Il termine ‘primordiale’ era, nella formulazione originale, una distinzione perfettamente intellegibile tra legami civici e non civici, in cui i legami civici sono quelli associati alla cittadinanza e a obblighi simili in uno stato moderno. Opposti a questi, i legami primordiali erano quelli che derivano dalla nascita in una particolare famiglia, comunità, gruppo linguistico o religioso. La nascita e l’esperienza di vita in questi gruppi primari porta con sè un complesso di atteggiamenti e disposizioni culturali. In questo senso la distinzione primordiale/civico era simile a una familiare gamma di distinzioni sociologiche come ‘universalismo/ particolarismo’, come in Parsons (1968) o tra Gemeinschaft e Gesellschaft in Toennies (1963). Queste distinzioni sono molto schematiche ma non si può negare che esista una diversità distinguibile come reale tra rapporti che hanno una certa qualità ‘data’ o ascritta e rapporti che sono ordinati da considerazioni contrattuali, di ‘interesse’ o da principi regolatori di stati e organizzazioni formali.
Nel campo dell’etnicità la difficoltà cominciò quando alcuni scrittori comiciarono a parlare di ‘primordialità’ come di una caratteristica dei legami etnici. Ciò venne poi tradotto in una concettualizzazione ‘primordiale’ dei gruppi etnici e dell’etnicità in contrasto con altre concettualizzazioni, caratterizzate soprattutto come ‘strumentali’ e ‘circostanziali’. Il dibattito tra le due fazioni, e in particolare quello portato avanti da Eller e Coughlan, sembra essere singolarmente poco preciso. Infatti, parlare di ‘familiarità’ o ‘abitudine’ o di ‘convenzioni del linguaggio e del pensiero’ e così via non richiama un inesplorato einesplorabile regno di irrazuionalità del comportamento umano e certo non implica che l’irrazionalità e l’affetto sono le forze dominanti nella vita sociale. Si riconosce semplicemente che questo tipo di familiarità esiste, che le abitudini del pensiero diventano ingranate e sono spesso associato con la vita infantile, il luogo, la famiglia e raggruppamenti e regioni più grandi. Quegli scienziati che parlarono all’inizio della differenza tra civico e primordiale stavano dicendo precisamente questo ma non stavano descrivendo i gruppi etnici come primordiali.
Vediamo cosa dice uno dei primordialisti più noti, Clifford Geerz:

In ogni caso , per lealtà primordiali si intende ( da me , almeno) un attaccamento , che nasce dal senso dei ” dati ” della esistenza sociale del soggetto , non dell’osservatore – una lingua particolare, una particolare religione, una famiglia particolare, una storia particolare, un determinato luogo ; i fatti di base, visti di nuovo dal punto di vista dell’attore, cioè il sangue, la lingua , il costume , la fede , la residenza , la storia , l’aspetto fisico , e così via . Tali attaccamenti variano nella forza del loro presa da società a società , situazione a situazione, persona a persona , e , naturalmente , da periodo a periodo, e la miscela non esce proprio la stessa praticamente in tutti i casi . Ma quando tengono , come fanno in una certa misura , con una certa intensità , e in qualche combinazione , per ciascuno in un momento o in un altro , essi hanno anche una preponderante coercitività in sé e per sé , un’ importanza inspiegabile che cresce dal legame come tale . Le lealtà primordiali , per coloro per i quali sono primordiali, sembrano derivare da un’affinità essenziale (che naturalmente è allo stesso tempo un disaffinità essenziale da altri selezionati – lndios , Infedeli , WASP , goyim , o gaijins ), piuttosto che dalle occasioni e accidenti dei rapporti sociali – affetto personale, necessità pratica, interesse comune, accordo morale, o obbligo. Come il monte Everest , e altrettanto massicciamente, essi si presentano come proprio lì . (Clifford Geertz. PRIMORDIAL LOYALTIES AND STANDING ENTITITES: Anthropological Reflections on the Politics of Identity. Discorso al Collegium Budapest, Budapest, 13 Dicembre 1993, pubblicato Aprile 1994)

Da Fenton, Steve. Ethnicity. Polity Press, Cambridge, 2003, pagg. 88-90.


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