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Eugenetica alla rovescia

Creato il 05 settembre 2013 da Emmecola

Non è certamente la prima volta che leggo di conflitti tra etica e scienza. Si sa, quando si passa dalla teoria alla pratica, la scienza pone spesso dei dilemmi morali. Ma quello che ho letto ieri mi ha davvero spiazzato. Si parla di fecondazione assistita, e in particolare di diagnosi pre-impianto, una cosa che in Italia è vietata ma che in altre parti del mondo può essere praticata. Chi la critica vede in essa lo spettro dell’eugenetica, chi è favorevole invece la considera un’opportunità per evitare ai propri figli la sfortuna di essere affetti da qualche grave malattia invalidante. Ebbene, secondo questo articolo, nel 3% delle cliniche statunitensi per la fecondazione assistita, ci sono alcuni genitori che praticano la diagnosti pre-impianto alla rovescia: in pratica, selezionano appositamente embrioni malati.

Peter Dinklage
Il giornalista Andrew Solomon ha raccolto nel suo ultimo libro “Far from the tree” alcune di queste esperienze. Ci sono genitori sordi che vogliono avere figli sordi, o genitori affetti da nanismo che vogliono figli nani. Lo fanno perché desiderano rispecchiarsi nei propri figli, dice Solomon. Siete stupiti? Non siete gli unici. L’idea che un genitore possa volontariamente imporre a un proprio figlio una disabilità che potrebbe condizionarne la vita mi spiazza parecchio, lo ammetto. Sono contrario a uno Stato etico che ti impone cosa è moralmente giusto fare e cosa non lo è, ma in questo caso specifico riconosco di avere delle difficoltà. Non tutti i nani hanno la fortuna di diventare come Peter Dinklage, che a dispetto della sua malattia è diventato una star del cinema: perché mettere sulle spalle di tuo figlio un peso che lo accompagnerà per sempre e che potrebbe condizionarne la vita affettiva e lavorativa, specie in una società come la nostra ancora così carica di pregiudizi?

A quanto pare, dobbiamo aggiornare la definizione di diagnosi pre-impianto, che può quindi essere utilizzata – almeno in via teorica – per tre ragioni: avere un figlio sano; avere un figlio con determinate caratteristiche non legate alla salute (ad esempio l’aspetto fisico o l’intelligenza); avere un figlio affetto da una particolare malattia. Ora, posto che la prima opzione non dovrebbe essere vietata e che sulla seconda si può discutere, sulla terza ho qualche riserva. Voi che ne dite?



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