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Eugenio Müntz, Firenze, Note sulla costruzione del Duomo

Da Paolorossi

La fondazione della cattedrale fiorentina (detta pure Santa Reparata o Santa Maria del Fiore), risale alla fine del XIII secolo. In quest'epoca una febbre di costruzione aveva invaso l'Italia. Tutte le grandi cattedrali italiane, eccetto quella di Milano (1386) e di Bologna (1390), furono cominciate nel secolo XIII.

Anzitutto occupiamoci del primo architetto della cattedrale fiorentina. Arnolfo di Cambio, era l'allievo ed era stato il collaboratore di Niccolò Pisano, del quale non tardò ad eclissare la riputazione. Il suo ricordo è collegato non solo a Santa Maria del Fiore, ma eziandio a due altri monumenti celebri di Firenze, Santa Croce, la chiesa dei Francescani (1294), ed il Palazzo Vecchio (1295).

Arnolfo non potè dirigere che il principio della costruzione: morì nel 1301, cinque anni soltanto dopo aver posta la prima pietra. Sospesi in seguito a torbidi politici, i lavori non furono ripresi che verso la metà del XIV secolo, sotto la direzione di Giotto dapprima e poi di Andrea Pisano , a cui successe Francesco Talenti, che segnò il principio d'importanti innovazioni; è così che nel 1366-1367 una commissione, diretta da lui, decise di stabilire sulla crociera un tamburo sostenente una
cupola ottagonale. Tale progetto divenne legge ; entrando in funzione, ogni nuovo architetto doveva giurare di rispettarla religiosamente.

Nel frattempo i lavori della cupola di Santa Maria del Fiore erano stati spinti sino alle finestre circolari destinate ad illuminare il tamburo e sino alla galleria che si stende sopra le medesime. Fu al momento di porre su questo basamento la massa colossale della cupola, che l' amministrazione della cattedrale, inquieta, ricorse ai lumi non solo di Brunellesco, ma di tutti gli uomini del mestiere che godevano qualche autorità (1418).

Ciò eh' essa chiedeva loro non era già un nuovo progetto di cupola, bensì dei consigli pratici, tanto per la costruzione, quanto per l'erezione d' un'impalcatura. Brunellesco, il cui ardire uguagliava la scienza, propose una cupola ovoidale a doppia parete.

Una volta adottato il progetto di Brunellèsco i lavori procedettero regolarmente, ma senza celerità: cominciata il 7 agosto 1420, la cupola venne terminata il 30 agosto 1436, dunque in capo a sedici anni, mentre la cupola di San Pietro di Roma fu condotta a termine in meno di due anni. E' vero però che gli architetti della basilica romana profittarono delle esperienze fatte un secolo e mezzo prima dal Brunellèsco.

Terminata la cupola, restava da costrurre la lanterna destinata ad assicurare col suo peso la stabilità di quella vòlta immensa. All'epoca del concorso (sempre la solita sfiducia fiorentina!) indetto nel 1436 per la costruzione di tale appendice, che da se sola costituisce un monumento, fu naturalmente Brunellèsco ch'ebbe la vittoria sui suoi rivali; non fu tuttavia che nel 1445 che ebbe luogo il collocamento della prima pietra. L'anno seguente, il 15 aprile 1440, moriva il grande architetto fiorentino, il più grande degli architetti moderni. Egli non ebbe la gioia d'assistere al completamento della sua opera (la lanterna non fu terminata che nel 1461); ma sapeva per lo meno che il trionfo delle sue idee era oramai assicurato, ed egli poteva rallegrarsi, secondo la bell'espressione del suo illustre emulo e discepolo Leon Battista Alberti,

"d'aver eretto nei cieli un edilìzio abbastanza grande e abbastanza ampio da coprire colla sua ombra tutti i popoli della Toscana".

[...]

( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )

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