Alla Basilica di San Frediano fa seguito la Basilica di San Michele, essa pure eretta sul posto d'un edifizio molto più antico, ed essa pure assegnata ora al secolo VIII, ora al XII.
La facciata sorprende per la sua bizzarria non meno che per la sua ricchezza; l'architetto che sviluppò gli elementi antichi con una gran libertà come i suoi colleghi di Pisa, vi dette prova di originalità, se non sempre di buon gusto.
S'egli commise un grave errore sopralzando la facciata di due piani e coronandola con muri alti sei od otto metri, che non appoggiandosi contro parte alcuna dell' edificio e non rispondendo per nulla alla disposizione interna, si rizzano nel vuoto isolati e quasi scoperti, almeno la precauzione ch'egli ebbe di continuare sui lati il sistema d'arcate della facciata, dà dell' unità all'edilìzio.
In quanto alla decorazione, essa è veramente abbagliante: sono tutti marmi colorati che spiccano su un fondo bianco sfolgoreggiante (tutto fu accuratamente raschiato alcuni anni or sono), che fanno risaltare delle colonnette rosa o incrostate di nero, variate all'infinito (come quei gruppi di quattro colonnette riunite da un nodo), e animali fantastici che si staccano chiari su di un fondo scuro. I terrori che pesavano su queste generazioni, divise tra la barbarie e la divozione, lottano qui col bisogno di magnificenza: poche sono le immagini che non abbiano lo scopo di inquietare o di spaventare: draghi, mostri orribili, leoni con qualche vittima innocente tra le zampe, ecc.
Nell'interno San Michele è una basilica grave e severa, con una crociera, un'abside circolare, degli archi sopra colonne che sostengono le pareti. Queste, per eccezione, non fanno capo ad un soffitto in legno, come in quasi tutte le basiliche, ma ad una vòlta.
Per non so quale occasione solenne avevano coperto pareti e colonne d'un damasco rosso: l'effetto ne era splendido: si può proprio chiamare il paese della policromia quello in cui si vestono non solo le statue, ma anche gli edifizii!
A Lucca specialmente le cerimonie del culto sembrano essere state sempre circondate da un apparato teatrale. Montaigne ci descrive un certo altare molto alto, "costruito appositamente nella Cattedrale, in legno ed in carta, cosparso d'immagini, di grandi candelabri e molti vasi d'argento, disposti come sopra una credenza; nel mezzo un bacile e quattro piatti intorno."
"Tutte le volte che il vescovo diceva messa, come in quel giorno", aggiunge l'autore degli Essais "nell'istante in cui intonava il gloria in excelsis si dava fuoco ad un mucchio di stoppa."
La piazza su cui s'innalza San Michele serve prosaicamente al mercato del grano; non vi si vedono che sacchi di frumento, di piselli, di fagiuoli, posti l'uno accanto all'altro: poi, tanto per variare, dei fasci di ombrelli, dei mucchi di casseruole e oggetti di chincaglieria. La folla che vi si agita intorno è composta in ispecie di contadine; col capo coperto dal tradizionale fazzoletto ed i piedi calzati di pianelle ; esse chiacchierano e contrattano.
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