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Eugenio Müntz, Siena, L’interno del Duomo

Da Paolorossi

La scultura e la pittura si dividono press' a poco in parti uguali la decorazione del Duomo: la prima conta nel suo attivo una lunga serie di altari, di pale d'altare, di statue o di busti di pontefici e d'imperatori, di sepolcri, il pergamo, gli angeli che servono da torciferi, le pile dell'acqua santa, ecc. ; la seconda è rappresentata dalle vetrate, dal pavimento, dagli affreschi, dai quadri d'altare, infine dagli intarsii in legno, ornati essi pure di pittura. E tutto un succedersi di capolavori, ciascuno dei quali, preso separatamente, basterebbe a render celebre un altro santuario, ma che qui si completano gli uni cogli altri, e si fondono in un'unica armonia di rara intensità.
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La serie delle opere d'arte comincia coll'interno della facciata. Prima di tutto il bassorilievo sulla porta centrale: vi si svolgono scene evangeliche con la purezza e la nobile semplicità che si scorgono sui sarcofaghi antichi.

Le colonne istoriate che sono poste ai lati della porta centrale e che, come stile, ricordano quelle del battistero di Pisa, spariscono sotto gli ornamenti: non è che fogliame con genii nudi, leoni uscenti dalla corolla di fiori, oppure in atto d'assalire un uomo seminudo, la lupa che allatta Romolo e Remo, avoltoi che divorano un capriolo, teste di divinità fluviali, aquile, genii col corno dell'abbondanza, e donne che giuocano o lottano con dei satiri. L'ispirazione, si vede, è, del tutto pagana; si capisce che qualche colonna antica dovette servire da prototipo. Per la libertà, l'ampiezza ed il movimento, i bassorilievi si riavvicinano ugualmente ai migliori esempi dell'arte romana.
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Nella navata, ciò che sorprende a prima vista sono i busti di pontefici e d'imperatori scolpiti sotto la cornice che si stende sotto le finestre del secondo piano. Si contano in tutto cento e sessantun sovrani pontefici, da san Pietro sino a Lucio III. Fra essi vedevasi per l'addietro la pseudo-papessa Giovanna; ma questa venne tolta nel 1600, per ordine del granduca Ferdinando, in seguito ad istanze del papa Clemente VIII. Quanto ai sei pontefici originarii di Siena, si fece a tutti l'onore d'una statua posta o nell'ingresso, o nelle quattro cappelle della crociera.
Ai sovrani pontefici, i Senesi aggiunsero 32 busti dei capi del Sacro Impero germanico:

Le due metà di Dio ; il Papa e l'Imperatore.

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Ammirabile è il monumento che si scorge a sinistra, dopo esser passati sotto alla cupola: il pergamo di Niccolò Pisano. La struttura del pergamo è altrettanto sapiente che razionale: una scala a semicerchio, costrutta nel XVI secolo, secondo i disegni di Riccio, conduce ad una specie di passaggio sorretto da quattro colonne; tale passaggio a sua volta mette capo al pergamo esagonale, sostenuto da otto colonne, di cui parecchie posano sul dorso di leoni e di cui un'altra ha per base un gruppo di figure. Questi leoni e leonesse hanno un aspetto calmo, maestoso, veramente decorativo. Dettaglio commovente: le leonesse allattano i loro piccini. Il gruppo delle donne sedute ai piedi della colonna centrale (personificazioni delle Virtù?), è ugualmente bello, d'una libertà e grandezza perfetta.

I soggetti scelti per i bassorilievi che ornano il pergamo sono gli stessi, o poco diversi da quelli del pulpito del battistero di Pisa.
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( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )

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