In archivio EuroBasket 2015, uno dei più belli e combattuti degli ultimi anni, rimane un po’ l’amaro in bocca per il risultato della nostra Nazionale, che ha sì raggiunto l’obiettivo minimo, ovvero la qualificazione al pre-Olimpico, ma è conscia di aver perso una buona occasione per entrare almeno nelle prime 4 del torneo. Se il gruppo infatti non ha brillato per coesione tecnico-tattica, i singoli giocatori hanno giocato bene, quasi tutti, spiccando per le loro incredibili doti offensive.
Basandoci su quanto visto durante tutto l’Europeo, abbiamo dato i voti ai nostri azzurri:
Danilo Gallinari voto 8,5
Tornato dal travagliatissimo infortunio al ginocchio già nelle ultime partite di stagione NBA aveva dimostrato di essere in recupero fisico e mentale, ma in questo Eurobasket 2015 è letteralmente esploso, tornando ad essere uno dei giocatori più decisivi in Europa, ed i tifosi dei Denver Nuggets sperano non solo.
Non è stato inserito nel miglior quintetto del torneo per le misteriose decisioni della FIBA, ma se escludiamo Gasol e l’eliminazione ai quarti dell’Italia, il premio di MVP poteva andare tranquillamente a lui: 17.9 punti (4° migliore), 56.9% dal campo (5°), 6.4 tiri liberi segnati di media (2°), 87.9% ai tiri liberi (3°), 6.9 rimbalzi (11°), 6.6 falli subiti (2°). I numeri dovrebbero spiegare bene l’Europeo del Gallo!
Marco Belinelli voto 7
Ha vissuto alcuni alti e bassi anche all’interno delle stesse partite, ma è anche stato, spesso, il giocatore che ha dato il via a dei parziali importanti per l’Italia. Come tutta la squadra non ha iniziato benissimo, trovandosi a fare praticamente sempre l’iniziatore del gioco (un pick&roll) senza però essere aggressivo, ma quando ha iniziato a cambiare passo anche il resto dei compagni l’hanno seguito.
Con 3.4 triple segnate a partita è stato di gran lunga il migliore nell’Europeo e il 40% non è niente male se rapportato al numero di tiri presi e al peso specifico che hanno avuto nelle partite.
Alessandro Gentile voto 7
Chiamato ad un Europeo che lo potesse consacrare tra i top player del nostro Continente dopo la buona stagione con Milano e le lusinghe NBA, Gentile non ha tradito, risultando quasi sempre uno dei migliori in campo per coach Pianigiani.
Con 16.8 punti di media è stato il quinto miglior marcatore della competizione, capace di prendersi tanti falli dagli avversari grazie al suo gioco fisico (a volte anche troppo a testa bassa a fare a spallate). Il vero limite è stata la metà campo difensiva, dove alcune stoppate e recuperi non possono bastare a mascherare i troppi cali di concentrazione e le carenze nel 1vs1.
Andrea Bargnani voto 7
È partito male, soprattutto difensivamente, tanto che contro l’Islanda ha praticamente guardato i compagni vincere dalla panchina. Poi però è arrivata una svolta positiva che ha permesso di tornare a vedere le magie del Mago dopo alcuni anni in cui erano state mascherate dagli infortuni. In attacco i problemi non ci sono mai stati e lo dimostra anche il 47.6% (10/21) da tre punti, nettamente il migliore tra i lunghi dell’Europeo, mentre in difesa la sua presenza si è fatta con il passare delle partite sempre più forte. I problemi sul P&R permangono, ma in 1vs1 i segnali positivi sono incoraggianti, anche in vista della stagione con i Brooklyn Nets.
Pietro Aradori voto 6
Partendo dalla panchina vista l’assenza di Datome avrebbe dovuto dare un apporto notevole offensivamente, la metà campo in cui si trova più a suo agio. Nelle prime partite obiettivamente il suo impatto è stato nullo, anzi, negativo, ma quando la squadra ha iniziato a girare meglio anche il suo stare in campo è migliorato. Segnare non è stato un problema (mai nella sua carriera) ma anche in difesa ha alzato l’intensità dimostrando di avere delle potenzialità notevoli.
Andrea Cinciarini voto 5,5
Dispiace non dare la sufficienza al neo playmaker dell’Olimpia Milano ma lo scotto da pagare nella prima vera esperienza ad alto livello internazionale è stato grande. Le difese lo hanno “battezzato” confidando nelle sue basse percentuali al tiro da fuori, costringendolo spesso a giocare lontano dalla palla per rendere più pericoloso il pick&roll con un altro palleggiatore (quasi sempre Belinelli).
Anche in difesa la sua presenza è stata a corrente alternata, tanto che i playmaker contro l’Italia hanno fatto sempre il bello e il cattivo tempo; se vorrà poter giocare minuti importanti in questa stagione con Milano in Eurolega dovrà crescere ancora molto.
Daniel Hackett voto 5
Dov’è finito il giocatore che aveva trascinato letteralmente Siena a uno Scudetto e a sfiorare una qualificazione in Eurolega quando la squadra era già in smantellamento? L’esperienza a Milano non gli ha giovato, togliendogli certezze e carattere: spesso è sembrato quasi timido e rinunciatario (sui p&r centrali non è mai stato aggressivo) e le difese, come per Cinciarini, l’hanno sfidato al tiro da lontano, vincendo spesso la scommessa.
Per poter giocare all’Olympiacos e non far rimpiangere il partente Sloukas ci vuole ben altro che la buona difesa mostrata contro la Lituania, anche perché passato questo treno difficilmente ne arriveranno altri di questo livello.
Coach Simone Pianigiani voto 4,5
Ha portato a Berlino prima e a Lille poi la miglior Nazionale possibile, con un talento offensivo incredibile (infatti miglior attacco del torneo con 85,8 punti di media) ma che per larghi tratti del torneo non è sembrato essere tale. Un’identità offensiva non c’è mai stata, non sono esistiti “giochi” o “schemi” e ci si è affidati sempre e solamente al talento individuale.
In difesa sapevamo sarebbe stata dura, ma con 81.4 punti concessi agli avversari (22esimo posto) è veramente difficile pensare di poter andare tanto avanti in un torneo così difficile.
Quello che però si può imputare allo staff tecnico (che Petrucci ha confermato fino almeno alle Olimpiadi di Rio… se ci arriveremo) è l’impressione (sicuramente sbagliata per carità) che le partite non venissero preparate, sembrava quasi che non si conoscessero giocatori e tendenze degli avversari; inoltre durante la partita è apparsa l’incapacità di fare degli aggiustamenti tattici vincenti, concedendo quello che alla vigilia tutti o quasi si pensava dovesse essere bloccato.
Infine abbiamo cominciato il ritiro con un’idea di gioco, che è stata un po’ cambiata quando si è infortunato Datome, ma che non è mutata in base agli avversari di partita in partita: l’Italia ha giocato contro Turchia (un lungo interno e uno perimetrale), Islanda (cinque esterni), Germania (due lunghi interni), Spagna (un lungo interno e uno perimetrale), Serbia (un lungo interno), Israele (due lunghi interni) e Lituania (un lungo interno e uno perimetrale) sempre nello stesso identico modo, sia in attacco sia in difesa. Se da un lato può essere un punto positivo, dall’altro denota una certa inadeguatezza al livello richiesto.