In archivio un bellissimo Eurobasket 2015 con tante emozioni, belle partite e una finale a sorpresa, con la Spagna di un leggendario Pau Gasol e di coach Sergio Scariolo che sono tornati in vetta al Vecchio Continente battendo la Lituania, non certo attesa ad arrivare fino in fondo. Delusioni per Francia e Serbia, le più accreditate a giocarsi l’oro dopo la prima fase mentre l’Italia ha centrato l’obiettivo minimo del Preolimpico. Poco hanno fatto Grecia e Germania, malissimo la Croazia a dispetto di tanto talento, Saric, Hezonja e Tomic su tutti.
SPAGNA 9
Nell’anno in cui non erano considerate tra le favoritissime per l’oro, le Furie Rosse hanno avuto un exploit sorprendente. Hanno rischiato di andare fuori al termine di una prima fase sottotono ma poi, una volta a Lille, hanno cambiato marcia, guidate da un Pau Gasol leggendario, rivitalizzato dalla stagione ai Bulls e forse mai così forte, a 35 anni, con la maglia della nazionale. Il catalano MVP ma non da solo, affiancato dal nucleo del grande Real Madrid con Llull, Rodriguez, Reyes e Fernandez, più Mirotic a corrente alternata e il contributo di Ribas e Claver. La sostanza dice quinta medaglia di fila a Eurobasket, tre d’oro. E mancavano Marc Gasol, Calderon, Rubio, Abrines, Navarro e Ibaka…
LITUANIA 8
Non li consideri mai, ma ci sono sempre. I baltici hanno vinto il girone di Riga senza brillare, hanno rischiato di andare fuori negli ottavi contro la Georgia, salvati da un mostruoso Maciulis, e poi da lì hanno centrato due gare meravigliose contro Italia e Serbia. Finale a sorpresa per una squadra costruita attorno a Valanciunas, a tratti dominante, e a un fenomeno della continuità come l’ex milanese Maciulis. Gli altri hanno contribuito a fasi alterne, i vari Kalnietis, Seibutis, Kuzminskas e Jankunas, ma hanno lasciato il segno per centrare il secondo argento di fila e soprattutto il pass per Rio 2016.
#EuroBasket2015 All-Star Five presented by @TISSOT: P.Gasol, J.Valanciunas, J.Maciulis, N.De Colo & S.Rodriguez! pic.twitter.com/yJN4JbFKjX
— FIBA (@FIBA) September 20, 2015
SERBIA 7
Sembrava fin troppo perfetta la squadra di Sasha Djordjevic, senza stelle NBA ma con giocatori di altissimo livello di Eurolega come Teodosic, Bjelica e Bogdanovic. Fino alla semifinale persa con la Lituania sono stati la miglior squadra dell’Europeo per concretezza, piano partita, lettura del gioco e capacità di punire ogni difficoltà degli avversari. Probabilmente restano i più forti anche se quell’incidente di percorso con la Lituania è stato letale.
REPUBBLICA CECA 6,5
Si sono messi nelle mani di due talenti assoluti come Tomas Satoransky (dal 2016 a Washington) e Jan Vesely (scelto da Washington anni fa e ora devastante al Fenerbahce) e hanno raggiunto un risultato per certi versi storico come la qualificazione al Preolimpico in virtù del settimo posto finale. La Repubblica Ceca è stata una delle squadra più belle e divertenti da vedere, per i due di cui sopra che hanno dato vita a notevoli esibizioni sopra il ferro, e si meritano una sufficienza abbondante.
ISLANDA 6,5
In assoluto la più bella favola di Eurobasket. Considerati la vittima sacrificale a Berlino, hanno risposto con un gioco a ritmo forsennato, con tiro da tre e un roster di giocatori identici (a parte l’idolo Ragnar Nathanaelsson, gigante di 2,18 usato col contagocce) guidati dall’ex napoletano Jon Stefansson. Se la sono giocata in ogni gara, hanno fatto soffrire Germania e Italia e hanno costretto la Turchia all’overtime. Applausi!
ITALIA 6
Gli azzurri hanno centrato l’obiettivo minimo del Preolimpico e quindi la sufficienza è meritata. Il talento però faceva sperare in ben altro, considerati i vari Gallinari, Bargnani e Belinelli, magari arrivare a lottare per una medaglia. Ma l’Italia ha fatto fatica fin dalla prima fase, ha sempre avuti grossi limiti strutturali e il ct Pianigiani non ha saputo mai fare aggiustamenti decisivi. Peccato, occasione persa, “girano le balle” per citare il Gallo.
Buongiorno, oggi inizia il nostro viaggio verso Rio! Tutti insieme, noi e voi, per un grande obiettivo! #roadtoRio pic.twitter.com/2lhKvhXYfg
— Italbasket (@Italbasket) September 18, 2015
GRECIA 5,5
Per la Grecia si può fare il discorso simile fatto per l’Italia. Tantissimo talento, con la vecchia guardia degli Zisis, Spanoulis e Bourousis, insieme ai rampanti Calathes, Printezis e Koufos e al fenomeno assoluto Giannis Antetokounmpo. Il ct Katsikaris ha dato solo a tratti un’identità alla squadra, troppo spesso nella mani di Spanoulis: si sono schiantati contro Gasol e la Spagna e poi sono riusciti, a fatica, salvare la faccia conquistando il Preolimpico contro una tenace Lettonia. Serve un rebuilding.
FRANCIA 5
Pesa dare un voto negativo alla Francia ma dopo l’oro del 2013 e il grande mondiale dello scorso anno in Spagna, ci si aspettava un trionfo in casa a Lille. Invece, dopo aver dato spettacolo e aver triturato tutti gli avversari, i Galletti di Collet si sono fermati davanti ai rivali di sempre della Spagna. Nella partita più attesa non è bastato un grande Gobert, il miglior della Francia in assoluto agli Europei, e le giocate di Batum e un ottimo De Colo: Tony Parker, in condizioni sempre più precarie, ha perso l’ennesimo duello Fiba con Gasol mentre Diaw è apparso una zavorra più che un plus per i Galletti, inciampati in una clamorosa debacle. Mancato anche il pass per Rio 2016.
GERMANIA 5
Restano negli occhi la standing ovation di Berlino per una leggenda come Nowitzki, al canto del cigno con la nazionale, e il tiro libero fallito da Schroeder che poteva portare all’overtime la gara-spareggio con la Spagna. In generale però i tedeschi hanno faticato fin da subito, non hanno mai dato la sensazione di poter esplodere nonostante alcuni giovani interessanti come Benzing, Zipser e Lo. Troppo condizionante il gioco croce e delizia di Schroeder, Pleiss non prontissimo e Dirk troppo indietro di condizione per potersi caricare la squadra sulle spalle.
CROAZIA 4
E’ la grande delusione di Eurobasket. Dopo i bronzi del 1993 e del 1995 non sono mai arrivati altri risultati: questa volta però sembrava che la squadra di Perasovic, nonostante alcuni limiti in regia (assente Lafayette, squadra affidata a Draper e Ukic), fosse assolutamente attrezzata per arrivare almeno ai quarti. Invece è stata massacrata dalla Repubblica Ceca negli ottavi dopo una prima fase con tanti bassi e pochi alti. Peccato perchè il talento c’era, non foss’altro che a roster c’erano ragazzi del calibro di Bogdanovic, Saric, Tomic e Mario Hezonja.