L’aggettivo eroica potrebbe sembrare esagerato, ma, vedere per credere, ci basta un’immagine per spiegare la vittoria con cui l’Italia si guadagna il pass (con almeno il terzo posto assicurato) per gli ottavi di finale, piegando le resistenze di una Germania che, sportivamente parlando, quando vede azzurro prova i suoi peggiori incubi: Pietro Aradori, schierato da 4 in una posizione alquanto inedita, per far fronte all’esclusione di Andrea Bargnani dopo il quinto fallo, a un paio di minuti dalla fine di una partita fisicamente e psicologicamente devastante, strappa due rimbalzi offensivi consecutivi nella giungla dei lunghi avversari e tiene vivo un possesso che Danilo Gallinari, nella sua ennesima esplosione di tenacia e talento, trasforma in due liberi e in due punti.
Andiamo, con ordine, però. Perché i problemi dell’Italia, soprattutto per quanto riguarda le scelte in attacco, si sono riproposti quanto mai evidenti contro la difesa tedesca, arcigna nel concedere tiri con spazio e quanto mai brava a capire molto spesso in anticipo le nostre, ancora purtroppo evidenti, carenze in termini di gioco di squadra. Nel primo quarto non riusciamo a trovare la via del canestro ed è soltanto un sontuoso Bargnani, decisivo anche e soprattutto nella personale sfida contro Dirk Nowitzki, in quanto capace di contenerlo difensivamente e spaventarlo offensivamente per lunghi tratti del match, da 9 punti a tenerci quanto meno a contatto. L’Italia deve ringraziare la striscia di 9 punti in fila di Alessandro Gentile, insieme alle prime magie del Gallo, infuocato da oltre l’arco in puri isolamenti da campione, e a due triple di Aradori, sostituitosi ad un Marco Belinelli incapace di iscriversi a tabellino nei primi due quarti di gioco, se riesce ad impattare la sfida prima della pausa lunga. In fase difensiva gli azzurri tengono alla grande Wunder Dirk, ma non riescono a mettere una pezza quando si tratta di fermare Dennis Schröder in penetrazione, una furia da 16 punti nei primi 16 minuti di gioco, e ricco di deliziose assistenze fornite ai compagni.
Dagli spogliatoi rientriamo più scarichi che mai e cominciamo la ripresa con un sanguinoso 1/8 al tiro, mentre la Germania scappa e trova un massimo vantaggio in doppia cifra. Bargnani predica nel deserto difensivo, mentre in attacco è il solito Gallinari a riaccendere i motori con 7 punti consecutivi, mentre Gentile perde smalto da entrambi i lati del campo. I tedeschi non sfruttano l’occasione d’oro e restano a breve distanza, permettendoci di pareggiare i conti al 33′ grazie alla prima tripla di Belinelli nel match, dopo cinque errori consecutivi, che ci vale il 63-63. Schröder decide di non lasciare neanche le briciole ad una difesa che regala voragini per le sue qualità balistiche e atletiche fino a canestro, ma sono ancora due bombe del Beli a tenerci in partita. Siamo sotto e la mente vola veloce al tragico esordio contro la Turchia, ma stavolta le scelte dell’allenatore avversario arridono agli azzurri. Con ancora tanti secondi sul cronometro, Chris Fleming decide di mandare Gentile in lunetta e, di per sé, la scelta non pare folle. Il classe ’92, però, non trema e ci riporta a -1. L’Italia non può che cercare il fallo il più velocemente possibile, ma è proprio lo stesso Gentile a caricarsi il quinto, pesantissimo sgravio sulle spalle. Schröder sbaglia un libero di importanza capitale e il Gallo decide che è arrivato il momento di regalarci un sogno, segnando il mortifero jumper del pareggio, ancora in isolamento, a 4 secondi dalla fine. I tedeschi pasticciano sull’ultimo possesso e strappiamo un overtime preziosissimo.
Ciò che succede nei cinque, decisivi minuti è tutta una questione di orgoglio, carattere, tenacia e forza d’animo. Senza Gentile, senza Bargnani, escluso dalla partita per un fallo quanto meno discutibile, come anche qualche altra chiamata arbitrale, giochiamo con quattro piccoli e Gallinari da pivot, ma non ci lasciamo intimorire da una Germania che ha in Nowitzki una sentenza meno gravosa del solito e in Schröder un’arma che, all’ennesimo colpo, finalmente, perde di efficacia. Il Gallo non sbaglia nulla, i tedeschi rispondono fino all’ultima parità a quota 82, prima che il fenomeno da Sant’Angelo Lodigiano piazzi l’ennesimo jumper infallibile e lasci senza fiato anche in fase difensiva. Schröder perde la maniglia in penetrazione e un decisivo Belinelli non sbaglia da oltre l’arco il canestro che ci spedisce dritti a Lille, per giocarcela fino alla fine, da veri eroi del parquet. Al termine sono 25, con 9 rimbalzi, i punti di Gallinari, seguito a ruota dai 17 di Belinelli e Bargnani e dai 15 di Gentile. Dall’altra parte Schröder fa il fenomeno a quota 29, mentre Nowitzki non va oltre quota 14, pur con 10 rimbalzi. La notizia stellare, oltre alla vittoria ovviamente, è l’essersi assicurati almeno un terzo posto che significa evitare i francesi padroni di casa ed affrontare una squadra contro cui possiamo certamente giocarcela da favoriti. Cercando di evitare sorprese e di perdere il carattere che, contro la Germania più che mai, ci ha spinti oltre un ostacolo complesso e di assoluto livello.
Nel nostro girone la Serbia fa 4/4 battendo 91-72 la Turchia, grazie a 20 punti e 6 rimbalzi di Miroslav Raduljica. Ai turchi non bastano i 16 di Bobby Dixon e i 14 di Semih Erden. La Serbia si giocherà il primo posto nel girone contro l’Italia, cercando di mantenere la marcia trionfale senza macchia. Anche la Turchia è già sicura degli ottavi, ma non della sua posizione nel raggruppamento. Il successo per 99-73 della Spagna contro l’Islanda, con 22 punti di Nikola Mirotic, serve agli iberici per salire momentaneamente al terzo posto nel girone, ma gli uomini di Sergio Scariolo dovranno comunque vincere l’ultima partita contro la Germania per passare il turno ed evitare una clamorosa eliminazione. Fuori dai giochi l’Islanda, che si accontenta dell’ennesima prestazione di livello (17 punti) della sua stella, Jon Stefansson.
Nel girone A Israele batte di misura (75-73) la Polonia con 18 punti di Gal Mekel e, oltre a guadagnarsi un pass per il turno successivo, si prende il matematico secondo posto nel raggruppamento, dietro la Francia, che sconfigge 74-67 la Russia nonostante i 20 punti di Fridzon, e davanti alla Finlandia, la quale demolisce 88-59 la Bosnia Erzegovina. Automaticamente fuori dai giochi le ultime due squadre sconfitte citate, mentre si giocheranno il terzo e quarto posto Polonia e Finlandia nel decisivo scontro diretto finale.
Chi è sicuro di mantenere la vetta, oltre ai galletti, è la Grecia, che vince 83-72 contro la Slovenia grazie a 19 punti e 6 assist dell’eterno Vassilis Spanoulis. Certa della seconda piazza è la Croazia, che coglie il successo 78-72 contro l’Olanda con 18 punti del neo-meneghino Krunoslav Simon, mentre la Slovenia, a meno di sorprese all’ultima contro la Macedonia, dovrebbe chiudere da terza battendo la MKD, sconfitta 90-75 dalla Georgia e dalla fenomenale prestazione di Zaza Pachulia (23 punti e 14 rimbalzi). Nel caso in cui Georgia, Olanda e Macedonia dovessero tutte perdere l’ultima contro le tre più forti avversarie si andrebbe ad analizzare la differenza canestri, che, al momento, premia le prime due del terzetto appena citato. Altrettanto complessa la situazione nel girone D, in cui Lituania, vittoriosa di misura anche contro la derelitta Estonia (64-62), e Repubblica Ceca, similare nel successo contro il Belgio (66-64), si giocano nello scontro diretto di oggi la vetta del girone. Chi perde, però, dovrà stare, molto probabilmente, attento all’aggancio di Lettonia, sconfitta incredibilmente dall’Ucraina 74-75, e Belgio, impegnate nell’ultima fatica contro i fanalini di coda del raggruppamento certamente meno talentuoso di questa campagna continentale.