Era il 1999, Europa 7, l’emittente di Francescantonio Di Stefano, aveva ottenuto la licenza per trasmettere sull’80% del territorio nazionale con tre frequenze televisive, ma il primo Governo D’Alema non concesse la licenza, dandola invece alle trasmissioni analogiche (eccedenti) di Rete 4 e TELE+ Nero… Dopo dieci anni, nel 2009, Di Stefano ha potuto accendere la sua TV sfruttando una sola frequenza, ma nel frattempo la vertenza alla Corte Europea andava avanti. È arrivata la sentenza con condanna del nostro paese a risarcire 10 milioni di euro per i dodici anni di abusi subiti da Europa 7. L’Italia, secondo la Corte Europea dei diritti umani, è colpevole per aver bloccato l’esercizio del diritto di diffondere informazioni e idee. In realtà i colpevoli non sono gli italiani ma la classe politica italiana che ha consentito questo abuso. Non si venga a dire che la responsabilità è solo ed esclusivamente di Berlusconi, quando il misfatto fu compiuto al governo c’era D’Alema, Ministro delle Poste e Telecomunicazioni era Antonio Maccanico (UD) e sottosegretario Vincenzo Vita del PD, il quale ha ammesso che la sentenza è la prova “del dramma italiano dei media: dalla concentrazione delle frequenze private nelle mani di Mediaset, al conflitto di interessi, agli errori più gravi della legge Gasparri ma anche alle incertezze del centrosinistra”.
Intanto tutti noi, i cosiddetti contribuenti, dobbiamo pagare questi 10 milioni di euro grazie alla “generosità” e connivenza della classe politica italiana da destra a sinistra…
© Marco Vignolo Gargini