Piove sul bagnato! L'Europa delle banke, dei tassi d'interesse, del pareggio di bilancio e dello spread, non decolla, ma s'impantana nella crisi! Infatti, anche l'inarrestabile locomotiva tedesca tira il freno a mano e si ferma, vittima della sua stessa politica economica, quella del rigore! Perchè la Germania avrebbe pure le risorse per rimettere in moto i propri ed altrui mercati, rigenerando un meccanismo virtuoso nell'economia europea di "domada e offerta", ma non le mette in campo, complicando così la vita a tutti gli stati Ue. Ormai è stagnazione! Infatti, se dall'estero arrivano meno ordini, perché paesi come Italia, Francia, Spagna e Portogallo "non consumano", servirebbe un "aiutino" di Stato, che però è vincolato dal pareggio di bilancio. Al momento, conferma la Bundesbank, sarebbero 13 i miliardi da poter immettere sul mercato sotto forma di spesa pubblica senza violare il pareggio. Senza contare il tesoretto teutonico regalato da un rapporto deficit-Pil dello 0,1%, che equivale 75 miliardi di euro. Ma l'inflessibile Angela Merkel, per ora, non è decisa ad allentare i cordoni della borsa. Così anche la Germania, solida, robusta, compatta e potente conosce il segno negativo: il Pil tedesco arretra dello 0,2% nel secondo trimestre 2014 rispetto al trimestre precedente. Il dato è peggiore delle attese che indicavano una possibile flessione del -0,1%. La crescita del primo trimestre rispetto all'ultimo del 2013 è stata rivista dal +0,8 al +0,7%. Con il dato di oggi l'economia tedesca arretra per la prima volta dal 2012. E questo crea un "effetto domino" su tutta l'Eurozona perchè se gli investitori tedeschi sono meno ricchi, il mercato interno cresce di meno, e se il mercato interno cresce meno, rallentano di botto anche le importazioni, e se le importazioni tedesche calano, a soffrire di più sono i paesi che esportano. Come l'Italia, appunto. Ma qui da noi, piove sul bagnato!
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Piove sul bagnato! L'Europa delle banke, dei tassi d'interesse, del pareggio di bilancio e dello spread, non decolla, ma s'impantana nella crisi! Infatti, anche l'inarrestabile locomotiva tedesca tira il freno a mano e si ferma, vittima della sua stessa politica economica, quella del rigore! Perchè la Germania avrebbe pure le risorse per rimettere in moto i propri ed altrui mercati, rigenerando un meccanismo virtuoso nell'economia europea di "domada e offerta", ma non le mette in campo, complicando così la vita a tutti gli stati Ue. Ormai è stagnazione! Infatti, se dall'estero arrivano meno ordini, perché paesi come Italia, Francia, Spagna e Portogallo "non consumano", servirebbe un "aiutino" di Stato, che però è vincolato dal pareggio di bilancio. Al momento, conferma la Bundesbank, sarebbero 13 i miliardi da poter immettere sul mercato sotto forma di spesa pubblica senza violare il pareggio. Senza contare il tesoretto teutonico regalato da un rapporto deficit-Pil dello 0,1%, che equivale 75 miliardi di euro. Ma l'inflessibile Angela Merkel, per ora, non è decisa ad allentare i cordoni della borsa. Così anche la Germania, solida, robusta, compatta e potente conosce il segno negativo: il Pil tedesco arretra dello 0,2% nel secondo trimestre 2014 rispetto al trimestre precedente. Il dato è peggiore delle attese che indicavano una possibile flessione del -0,1%. La crescita del primo trimestre rispetto all'ultimo del 2013 è stata rivista dal +0,8 al +0,7%. Con il dato di oggi l'economia tedesca arretra per la prima volta dal 2012. E questo crea un "effetto domino" su tutta l'Eurozona perchè se gli investitori tedeschi sono meno ricchi, il mercato interno cresce di meno, e se il mercato interno cresce meno, rallentano di botto anche le importazioni, e se le importazioni tedesche calano, a soffrire di più sono i paesi che esportano. Come l'Italia, appunto. Ma qui da noi, piove sul bagnato!
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