Magazine Cultura

“Europa kaputt” e il grido d’allarme degli euroscettici

Creato il 24 dicembre 2013 da Libera E Forte @liberaeforte

Euroscepticism-670x220

Europa kaputt”, l’ultimo libro di Antonio Rinaldi, è la scintilla che ha dato inizio a una serie di incontri alla Camera sull’Unione monetaria europea iniziati a settembre di quest’anno. Rinaldi, docente di Finanza aziendale all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, si dichiara un europeista anti-euro, e il suo pamphlet può essere considerato uno dei manifesti del pensiero euroscettico. Al suo lavoro va senz’altro attribuito il merito di avere analizzato la questione sotto aspetti differenti, da quello tecnico-economico a quello storico, politico, sociologico.

Tralasciamo qui la parte storiografica – in cui l’autore accosta tramite considerazioni geopolitiche il progetto comunitario europeo con il “piano Funk” di epoca nazista nel capitolo intitolato “I ripetuti piani di dominio della Germania” –, sia perché l’analisi non ci sembra totalmente obiettiva e rigorosa, sia perché siamo più interessati ai capitoli dedicati alla realizzazione dell’Unione europea, sicuramente più attuali e ben documentati.

Dopo avere ripercorso le tante promesse riguardanti l’impegno di assicurare maggiore ricchezza che nel processo di integrazione europea non sono state rispettate, Rinaldi continua criticando l’attuale assetto dell’Ue, dall’ortodossia applicata da Bruxelles a parametri fiscali discutibili alla mancanza di una Banca centrale che abbia gli stessi poteri della Fed o della Bank of Japan.

Come recita uno dei capitoli, il problema, afferma l’autore, consiste nel fatto che “L’euro non è una moneta”, ovvero è una moneta senza un apparato statale alle spalle. Si ripresenta qui la critica di avere avviato l’unione monetaria europea senza avere fatto precedere a questa un progetto di unione politica. Il professore Paolo Savona nella presentazione al libro denuncia la situazione della Banca centrale europea che “partecipa a una competizione mondiale dove il gioco si fa sempre più duro in condizioni di handicap istituzionale e secondo una visione della sua azione limitata alla stabilità dei prezzi”. Le politiche di coesione mirano a compensare le asimmetrie che derivano dai divari strutturali di produttività attraverso interventi di solidarietà, che però non rimuovono il problema, una politica già “abbondantemente sperimentata nella sua fallacia nel Mezzogiorno d’Italia”. A questo proposito riteniamo che sarebbe utile riallacciarsi al pensiero di Luigi Sturzo, la cui visione europeista partiva dal concetto di “regionalismo” che purtroppo in Italia la miopia di politici e burocrati non hanno consentito di realizzare.

Il progetto “eurista”, analizzato da un punto di vista economico, sarebbe dunque il risultato del liberismo più sconsiderato di stampo statunitense, con la differenza che questo sistema è stato recentemente messo in discussione negli stessi Stati Uniti, mentre Bruxelles e l’Eurotower continuano come se nulla fosse. Altro fatto da prendere in considerazione, come sottolineato dal professore Alberto Bagnai nella sua postfazione, è la svendita delle nostre aziende che, una volta ripartita l’economia italiana, porterà buona parte dei redditi prodotti in Italia all’estero.

Se la parte dedicata all’analisi è ricca di documentazione e di spunti di interesse, non possiamo dire che la soluzione proposta ci soddisfi: condividiamo l’idea che l’Italia debba riconquistare la propria posizione in un’Europa ancora troppo sbilanciata e immatura, e che gli interessi dei vari Paesi costituiscano un ostacolo non da poco per il percorso europeo, ma la riappropriazione nazionale della sovranità monetaria, allo stato dei fatti, non ci sembra un espediente utile per risollevare le sorti italiane ed europee. Riconosciamo comunque a Rinaldi il merito di avere contribuito ad aprire un dibattito concreto su un tema fondamentale, e di averlo fatto, come scrive Savona, “con argomenti appropriati e non strillando in piazza o abbandonandosi all’idea che occorra spaccare tutto per rigenerarsi”.

Marco Cecchini


Archiviato in:Economia, Finanza, Libri, Politica, Società, Storia, Unione Europea Tagged: Antonio Rinaldi, Europa kaputt, europeismo, euroscetticismo, Luigi Sturzo, ue, Unione europea

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :