Europei 2012 (7): nella tana del lupo (teutonico)

Creato il 30 giugno 2012 da Luciusday
Giovedì, come sapete, è successo l'inimmaginabile (o al contrario, secondo il parere di altri, il prevedibile): l'Italia è riuscita a battere la Germania 2 a 1 (che sarebbe in realtà un 2 a 0, però vabbé...) Il progetto era andare a vedere la partita a casa di amici (tedeschi) di un amico (italiano) per una grigliata e una scannata post-partita tutti assieme; il brutto tempo purtroppo non ci ha concesso di attuare questi propositi, anche se nel pomeriggio siamo riusciti a beneficiare di poche ore di piscina sotto il sole. Subito dopo siamo andati nel solito pub universitario due ore prima dell'inizio della partita, per occupare i posti all'esterno, cosa che poi si è di fatto rivelata inutile, perché quando è cominciata la tempesta e gli ombrelloni sono iniziati a cadere addosso ai tavoli tutti hanno convenuto che fosse meglio accaparrarsi i posti dentro. Poi fuori è tornato bel tempo, ma ormai avevamo occupato le nostre 4/5 panche più tavolo all'interno del locale, e chi si sarebbe spostato più! Davanti a noi: tedeschi, dietro di noi: tedeschi, a destra e a sinistra: tedeschi; eravamo circondati. Un paio di tricolori dell'Italia facevano capolino in mezzo alla sala rompendo quel moto continuo di colore nero, rosso e dorato generato dallo sventolio continuo del tricolore tedesco.  Comincia la partita, cantiamo convinti l'inno, i tedeschi cantano il loro subito dopo. Si capisce subito che sarà una partita al cardiopalma. Al 20' ecco che Supermario "inaugura" la porta avversaria: ci alziamo in piedi, urliamo dalla gioia. Subito dopo arriva un bis, e anche lì sono grida e abbracci gratuiti, noncuranti del fatto che rappresentiamo una netta minoranza. I due ragazzoni tedeschi che si trovavano nelle nostre immediate vicinanze e che fino a quel momento avevano riempito la sala di "jawohl" e cori iniziano a tacere, dubbiosi. Gossip Givl e Pantofola, le più vicine ai due, temevano ritorsioni. Del resto avevano tutto il motivo per farlo, come i tedeschi avrebbero avuto eventualmente tutte le ragioni del mondo per gonfiarci ben bene.  Il primo tempo finisce. Tutti in fila per il bagno, tutti accalcati in massa all'ingresso per fumare mentre fuori la pioggia lascia solo delle tregue provvisorie. Si continua a ordinare pizze e birre, tra le disperazioni e le imprecazioni delle cameriere del locale che non riescono più a tenere a bada la folla inferocita. Già prima dell'inizio della partita si spina dappertutto birra, in dosi non proprio sobrie. In medias res arrivano altri amici con patatine e birre nello zaino. E lì comincia il mio ruolo di contrabbando di birre e spillaggio in incognito sotto il tavolo: passaggio del bicchiere vuoto, apertura della lattina, versarne il contenuto "clandestino" nel bicchiere, sbarazzarsi della lattina incriminata, riportare in superficie il bicchiere come se nulla fosse successo, pieno della birra "estranea". Un procedimento che ho ripetuto quella sera dalle 15 alle 20 volte, trovandomi nella posizione più "utile" per farlo... Comincia il secondo tempo, e così il "countdown" febbrile per la fine della partita. Partono cori su Balotelli, sull'Italia, sui tedeschi. Alcuni non hanno più motivazione, altri alla fine del primo tempo hanno già levato le tende (anche se non c'era il sole). Il rigore per i tedeschi ci scoraggia un po', pensiamo al peggio, ma sappiamo che è sempre presto per parlare e non diciamo nulla per scaramanzia.  "Fischia ca**o di arbitro! Fischia!" E dopo il fischio è gioia, grida, urli, abbracci, birre versate sul tavolo e tricolore che sventola nell'aria, gente (italiana) che sale sui tavoli e ribalta bicchieri, calpesta patatine e croste di pizza lasciate nel piatto. Sentiamo il bisogno di sfogare la gioia, noi italiani corriamo nel centro città a festeggiare, intonare cori. Macchine parcheggiate in doppia fila, traffico bloccato, bandiere italiane a destra e a manca, clacson che suonano incessantemente. La gioia è veramente troppa, aver battuto i tedeschi e trovarsi "a casa loro", nella tana del lupo, vedere le facce tristi di chi era sicuro di vincere e sentir mormorare "die Italiener" in maniera molto diversa da come avevano fatto prima della partita sono cose che non si possono comprare. Tanti in piazza, molti a festeggiare. Ci siamo stupiti della quantità di italiani che c'era. O meglio, italo-tedeschi. Adesso, lungi da me il voler fare distinzioni tra chi si dice italiano e chi lo è, e non per metter puntini sulle i, però se vogliamo essere oggettivi è stato abbastanza deludente che nel bel mezzo del casino che abbiamo fatto una tipa mi ha chiesto: - Da dove siete? - Noi siamo di Roma, altri di Bologna, altri di Trento, e voi? - Noi siamo da Sicilia. - Ma civete qui? - Sì, e voi come mai siete qui? - Siamo qui in Erasmus - Eh? - In ERASMUS! - Bitte? - ...Austauschprogramm... - Ah, ok... be' forza azzurri! (Se ne va) Lì per lì ci sono un po' rimasto che non parlasse proprio un italiano corretto e non sapesse cosa fosse l'Erasmus. Altri poi che sembravano i cugini di quelli di Jersey Shore. Il colmo poi è stato quando abbiamo intonato "chi non salta un tedesco è!" ed eravamo solo noi "Austauschstudenten" a saltare. Evidentemente la metà tedesca in loro è forte. E vabbé, abbiamo continuato comunque tutti assieme a far macello per strada. Chiusa la parentesi festeggiamenti in strada, ci siamo ritrovati in discoteca assieme a tutti i tedeschi. Montaje sventolava imperterrito la bandiera italiana dentro il locale. I tedeschi sono stati abbastanza cordiali: se un tedesco avesse fatto una cosa del genere in Italia, non so quanto ne sarebbe rimasto, di lui e della bandiera. Al ritorno non c'erano più autobus e volevamo prendere un taxi. Dovete sapere che i tassisti sono una delle categorie di persone peggiori qui a Mainz. Il primo a cui abbiamo chiesto si è rifiutato di portarci perché era "troppo vicino, potete andarci a piedi". In realtà non so se gli bruciasse per la partita, quello che conta è che non è stato proprio un esempio comportamentale alla monsignor Della Casa. Quando mai un tassista si mette a sindacare l'opportunità di una corsa? Gli altri dopo di lui hanno detto che dovevamo chiedere al primo, perché lui ha il dovere di portarci. Un altro ha detto di chiedere all'ultimo. Alla fine abbiamo mandato tutti a quel paese e siamo tornati a piedi mentre cominciava pure a piovere, contenti per l'Italia e imprecando contro la lobby dei tassisti. Pulchra vobis;) Forza azzurri!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :