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Europei U20: Lituania, il paese del basket

Creato il 23 luglio 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Il campionato Europeo Under 20, al termine di dieci giorni di fuoco, ha premiato ancora una volta la Lituania. Pur non avendo nessuna star la squadra baltica ha saputo superare corazzate come Serbia e Francia, rispettivamente in semifinale e finale, confermandosi una scuola di pallacanestro che oltre a sfornare un’enorme quantità di talenti, sa anche farli giocare insieme. A livello di singoli infatti le altre big del torneo (oltre alle già citate va aggiunta anche la Spagna) erano nettamente superiori, ma la Lituania di coach Kazys Maksvytis ha sempre saputo trovare le soluzioni migliori per contrastare la classe dei serbi e lo strapotere atletico dei francesi. Per una volta quindi, dopo parecchio tempo, è tornato a vincere il basket su quell’”atletica con palla” che negli ultimi anni ha preso sempre più piede anche nel vecchio continente. Certamente i salti di Rudy Gobert per stoppare palloni a 3 metri e mezzo d’altezza sono uno spettacolo aereo con pochi eguali, ma la pallacanestro quasi utopica che hanno insegnato a noi, quella fatta di tagli, movimento di palla e totalità dei singoli, assomiglia molto al gioco espresso dalla squadra rosso-verde-oro.
Regista di questa pallacanestro è Vytenis Cizauskas, playmaker di un metro e novanta che non salta un foglio di giornale, ma capisce tutto, sa fare canestro (12.6 di media), da una mano a rimbalzo (6.2) e soprattutto mette in ritmo i compagni (4.6 assist). A questo moderno Zisis si è aggiunto Edgaras Ulanovas, il ragazzo di maggior talento della compagine di coach Maksvytis, che ha saputo regalare quasi 15 punti, 5 rimbalzi e 2 assist alla causa.

Nel rocambolesco 50-49 della finale è pesato il pessimo 2/16 dal campo di Leo Westermann, nominato comunque MVP del campionato Europeo, confermandosi leader dei Bleus e soprattutto talento già pronto a calcare i palcoscenici più importanti. Non a caso, l’erede tecnico di Antoine Rigodeau, è appena stato messo sotto contratto dal Partizan di Belgrado, che come sempre ha l’occhio lungo. Il play maker francese è in compagnia del connazionale Rudy Gobert, dello spagnolo Daniel Diez, del suddetto Ulanovas e del padrone di casa Klemen Prepelic nel miglior quintetto della competizione.

Per chiudere una considerazione finale: com’è possibile che una nazione con 3.2 milioni di abitanti (la sola Lombardia ne ha quasi 10) possa creare così tanti giocatori di basket di alto livello? Quanta invidia!


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