Eurovision 2014, trionfa la drag queen Conchita: e Putin?
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A vincere l’edizione 2014 dell’Eurovision Song Contest è stata Conchita Wurst, la drag queen con la barba, rappresentante dell’Austria. L’artista, all’anagrafe Tom Neuwirth, ha sbaragliato la concorrenza grazie a un indubbio talento vocale, a una bella canzone (“Rise like a Phoenix“) e a una grandiosa presenza scenica. Sin dalla vigilia aveva catalizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica per via del suo look ‘eccentrico’.
Seconda l’Olanda (The Common Linnets con “Calm after the storm”), terza la Svezia (Sanna Nielsen con “Undo”). Toccherà quindi all’Austria, l’anno prossimo, organizzare la manifestazione.
In un’edizione più politica che mai (Vitali Klitschko, ex pugile e protagonista della rivolta di Maidan a Kiev, aveva invitato la giuria a votare per la rappresentante del suo Paese, Mariya Yaremtchouk, a discapito delle concorrenti russe), importante è anche il valore sociale da attribuire alla figura di Conchita.
Importante alla luce della terribile campagna discriminatoria adottata in Russia da Putin contro il mondo omosessuale e transessuale. Non possiamo dimenticare che cittadini innocenti sono stati scelti come capro espiatorio, come fumo negli occhi per distogliere l’attenzione dalle vere questioni. Non possiamo dimenticare che proprio la Russia di Putin voleva oscurare Conchita.
Conchita, senza volerlo ma forse sì, è diventata il simbolo dei diritti civili. Dei diritti umani. Ancora una volta, fino a quando non ci sarà più bisogno di parlarne. Ad ogni modo, non perdetevi la sua splendida esibizione.
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