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Eutanasia: in Italia è ancora un tabù

Creato il 03 novembre 2014 da Justnewsitpietro

Eutanasia: in Italia è ancora un tabù
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Brittany è morta. Si è “suicidata” ieri, per non dover sopportare la sofferenza del tumore al cervello che l’avrebbe consumata giorno dopo giorno, impedendogli di vivere serenamente gli ultimi giorni di vita, magari assieme ai propri familiari.

Così, è andata in una clinica specializzata in Oregon, dove i medici hanno avviato la procedura per condurla alla dolce morte, completamente indolore e veloce. Di fronte alla paura di sopportare un cancro il quale colpisce quella parte del corpo che rende possibile prendere decisioni, tra le altre cose, ha preferito la morte.

Ma Brittany è solo una delle tante persone che, di fronte a una malattia terminale, preferirebbero la morte piuttosto che spendere gli ultimi giorni di vita in un letto d’ospedale, senza rendersi conto di quanto sta succedendo. Sono soprattutto le persone con più disponibilità finanziaria che si possono permettere una clinica dove sentirsi a proprio agio nell’attesa della loro ora, ma è una scelta che sta prendendo piede anche in Italia, anche tra i meno facoltosi e soprattutto anche se non è permesso.

Difatti, nel Belpaese l’eutanasia è ancora un argomento scomodo, che crea polemiche e critiche perché considerato un atto disumano, nonostante le continue pressioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato un paio di richieste alle Camere affinché il Parlamento si attivi per elaborare un testo in proposito. Richieste per il momento accantonate.

In Italia molte persone ricorrono all’eutanasia fatta in casa, comunemente chiamato suicidio. Ne è un esempio Mario Monicelli, che qualche anno fa ha deciso di porre fine alla sua vita gettandosi dal tetto dell’ospedale in cui era ricoverato per un cancro. Altri italiani divenuti famosi per lo stesso motivo sono Eluana Englaro, per la quale si è deciso di interrompere la nutrizione che avveniva tramite flebo, e Piergiorgio Welby, che ha richiesto al Capo dello Stato la possibilità di poter morire, poi concessa da un giudice.

Sono mille gli italiani che adotterebbero questa tecnica per porre fine al proprio calvario, ma come afferma Chiara Rapaccini, compagna di Monicelli, il tema in Parlamento viene evitato, per la paura di dover confrontarsi con i parlamentari più cattolici, e quindi contrari a qualsiasi atto che possa togliere la vita prima del momento deciso da Dio. E questo riluttanza si può notare senza problemi ogni qualvolta ritorna alla luce la questione, che ha sempre alzato un polverone ma senza poi ottenere un risultato.

di Alessandro Bovo

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