La motivazione sta nel fatto si tratti di Paesi da poco usciti da lunghi periodi dominati ed offuscati da colpi di stato e regimi dittatoriali di matrice reazionaria-fascista-militare, appoggiati da attori quali il Vaticano e gli Stati Uniti; di conseguenza, il movimento d’opinione conservatore e cattolico avrà, in quei contesti, una libertà di manovra inferiore rispetto a quella di cui dispone in Italia, mentre, al contrario, i segmenti progressisti e laici potranno contare su un margine d’azione superiore. Ecco perché nazioni arretrate quali Cile, Uruguay ed Argentina, hanno potuto equipaggiarsi di strumentazioni evolute a tutela delle minoranze e del libero arbitrio, allineandosi alle da sempre più evolute e mature società europee. Siamo dunque in presenza di un fenomeno potenzialmente transitorio, sulla cui durata e capacità di sedimentazione non sussistono ancora elementi certi e provanti (la Spagna uscita dall’ubriacatura zapaterista vede oggi minacciato il diritto all’aborto).
Sul versante opposto, potremo invece rilevare come molti dei paesi ex comunisti dell’Europa orientale vedano la presenza di governi a trazione conservatrice (ad esempio Russia ed Ungheria) e stiano sperimentando un ritorno massiccio delle istanze monarchiche (ad esempio Romania, Bulgaria ed Albania) e dell’influenza della chiese cristiane ed ortodosse, nel segno della una riscoperta e dell’attualizzazione delle loro tradizioni pre-marxiste.