L’Assemblea Nazionale francese si pronuncia sulla questione eutanasia e approva con 436 voti favorevoli e 34 contrari la mozione che legalizza una possibile “sedazione profonda e continua” per i malati terminali. Dopo il no dei giorni scorsi sulla legalizzazione del suicidio assistito e dell’eutanasia, si è deciso di optare per una formula più soft, “dormire prima di morire per non soffrire”. La proposta di legge è stata presentata dai deputati Jean Leonetti, neogollista dell’Ump, e Alain Clayes, del partito socialista. L’ aspetto più interessante e innovativo del testo legislativo è quello di rendere vincolanti le volontà del paziente, rendendo così ineludibile il volere del malato di rifiutare l’accanimento terapeutico.
L’eutanasia, che in paesi come l’Olanda e il Belgio è legale da almeno una decina d’anni, in Italia invece è ancora assimilata all’omicidio volontario, così come è considerato reato il suicidio assistito, art. 580 c.p., punibile con la reclusione da 5 a 12 anni.
“Una sedazione prolungata nel tempo la giudico inumana per molti malati, e anche per chi assiste al lento morire della persona cara. Spero che, dopo un periodo di rodaggio di questa legge, si valutino soluzioni più serie e meno timorose nell’aiuto a una morte dignitosa”. Queste le parole di Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, rispetto al provvedimento francese.
Nonostante lo scalpore suscitato dai casi di Piergiorgio Welby e Eluana Englaro, senza contare quelli meno mediatici, il dibattito parlamentare italiano sull’argomento è in assoluto insufficiente.
In questo senso, alla Francia va senz’altro riconosciuta una maggiore apertura ed efficacia.