Eva, 1.160 grammi di vita

Da Thewomoms2013

Oggi 17 novembre è il #worldprematurityday, tutti ne abbiamo sentito parlare almeno una volta perché purtroppo è un tema vicino a molte di noi.
Conosco ben quattro mamme che ci sono passate, l’ultima mi è toccata da vicino, poiché è successo a mia cugina nel giugno di quest’anno. Queste amiche le ho viste lottare con forza ogni giorno per andare in ospedale per un mese intero a stare vicino al loro neonato, le ho viste che guardavano le altre mamme quasi chiedendosi perché loro se ne uscivano con ovetto e neonato a tre giorni  dal parto e invece NO, loro erano uscivano senza quell’ovetto.

Tornado a casa hanno trovato solo una cameretta nuova appena pitturata riempita di peluche e tanto amore e quella culla vuota.
Perché loro lo sanno resterà vuota ancora per giorni forse un mese finché l’amore della loro vita avrà guadagnato peso e sarà in grado di respirare e nutrirsi senza quei tubicini.
Per ora loro lo sanno la cameretta è il reparto di Neonatogia dove non ci sono fiocchi nascita, niente peluche niente di niente, la tutina quella costosa e morbida presa  per il suo primo giorno di vita ancora lì nella borsa dell’ospedale perché si sa, fino a che non esce dall’incubatrice a scaldarlo ci pensa lei e la marsupio terapia.

Un bambino su dieci nasce prematuro, questo è il dato diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione della giornata mondiale del neonato prematuro che si celebra appunto oggi.
In l’Italia ogni anno nascono pretermine (cioè prima della 37esima settimana) 40 mila neonati (6,9% dei nati vivi).
Tra le cause di prematurità ci sono diversi fattori tra cui  problemi di gestazione (ipertensione, diabete, infezioni), l’età della gestante (spesso sopra i 38 anni), le tecniche per migliorare la fertilità e la fecondazione assistita e non ultimi ( in raririssimi casi) anche gli stili di vita non idonei come alcolismo, tabagismo, uso di droghe.

In occasione di questa giornata mondiale The WOMOMS pensa a tutti i piccoli nati prematuramente e che hanno lottato,insieme ai  loro genitori,per sopravvivere con tutte le loro forze
Genitori per cui tre lettere saranno sempre impresse come macigni .. Tre semplici lettere: TIN

credits photo JennyA.

Una delle mie amiche,Jenny, condivide con noi oggi la storia a lieto fino della sua piccola Eva.

” Tutto ha avuto inizio il 17 aprile 2009 quando ho scoperto di essere rimasta incinta dopo la bruttissima esperienza di aborto spontaneo avuto qualche mese prima. La data termine presunta di questa nuova gravidanza era fissata al 24 gennaio 2010.
I primi mesi ho avuto fortissime nausee, ma poi è filato tutto liscio, fino alla 32^ settimana, ricordo ancora quella sera in cui io e mio marito siamo corsi in ospedale per delle perdite inaspettate. Senza renderci conto che la situazione era bene più grave di semplici perdite.
Le infermiere durante il monitoraggio hanno iniziato a vedere che il battito della mia creatura diminuiva sempre più , gli sguardi preoccupati e di corsa il trasferimento d’urgenza in un altro ospedale.

Se chiudo gli occhi sento ancora i dolori addominali, i piedi e le mani che mi si gonfiavano sempre più, non capivo cosa mi stava succedendo, ma soprattutto il pensiero constante andava alla creatura che avevo dentro di me

Arrivati al secondo ospedale e sentito il parere di un altro dottore, ci trasferiscono di nuovo in un altro ospedale attrezzato per farmi un cesareo d’urgenza, poiché la situazione era diventata sempre più grave , lei era sottopeso ed io in gestosi ad uno stadio gravissimo, rischiavamo entrambe la vita.

Non mi restava che pregare che tutto andasse per il meglio, le nostre vite erano in mano ai dottori…

6 dicembre 2009 , è successo tutto in fretta, troppo in fretta per rendermene conto. Tanta paura, ma poi finalmente l’urlo del medico ” é una femmina”

Eva 1.160 grammi di vita

Non l’ho sentita piangere, non me l’hanno fatta vedere e la mia testa il mio cuore, tutti i miei pensieri di come mi ero immaginata il parto erano stati spazzati via.
Di corsa è stata trasferita nella TIN (Terapia intensiva neonatale)

Tin, dove tutto è scrupolosamente disinfettato e sterilizzato, dove l’odore dei disinfettanti è troppo forte, eccoli lì tutti neonati piccolissimi, che stanno in una mano, fragili, deboli, ma con una straordinaria voglia di vivere. Nessun rumore se non il suono dei beep beep fatto quando con le manine o i piedini spostavano i c pap

Tutto era così strano, e lo è stato ancora di più tornare a casa e vedere il fiocco rosa sulla porta, entrare nella sua cameretta e trovare una culla vuota, sensazione di felicità per la nascita, ma di vuoto al tempo stesso.Eva c’era, ma non era lì con me, con noi.

Mi svegliavo durante la notte non per il suo pianto, ma per accendere il tiralatte e portate in TIN l’indomani quel poco che bastava alla mia piccola , era tutto ciò che potevo darle. Ogni giorno facevamo marsupio terapia cantandole la ninna nanna, un pò io , un pò mio marito..avvolti da un camice blu e da una copertina color burro fatta dalla nonna.
Passavo i giorni a guardare la cartella clinica ed ero positiva solo se leggevo la crescita di mezzo grammo, quel poco bastava e per noi erano passi da gigante, fino a che un giorno la bilancia segnò finalmente quel 2.200 gr

il 16 gennaio 2010, lo ricordo ancora, c’era la neve e ho ricevuto la telefonata più bella della mia vita che aprì il cuore ” Signora può venire a prendere sua figlia e portarla a casa!”. Dopo il matrimonio è stato il giorno più bello della mia vita .

Uno scricciolo con il ciuccio che le copriva quasi tutto il viso, l’abbiamo presa e messa nell’ovetto, che per lei era gigante. Eravamo felici di poterla finalmente portarla a casa con noi, nella sua casa, nella sua cameretta.

Ora sono qui a scrivere queste righe per il World prematurity Day, mentre lei è qui vicino a me.
Eva il 6 dicembre compirà 5 anni.

Auguro a tutti voi quest’ essenza della vita.. questa è vita, questo è amore..”

Ad Eva da Jenny

Tu hai segnato il mio corpo,
la mia vita per sempre
Orgogliosa di portare questa ferita, quanto orgogliosa di essere tua madre…
cit.

credits photo JennyA.



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