20 maggio 2015 Lascia un commento
La storia ha a che fare con un’avida e selvatica Jeanne Moreau, incontrata per caso, serena e indifferente a tutto tranne al denaro.
Bugiarda, cinica e prostituta, sara’ causa e pretesto della tragedia.
Film che incarna la tristezza propria di quegli anni. tra Antonioni e Godard, prima scelta della produzione per la direzione del film, arriva nell’anno di "Jules e Jim". Superfluo aggiungere l’impatto che il film ebbe sul pubblico e nella carriera della sua protagonista, una Moreau che m’e’ sempre piaciuta pochissimo e che qui non fa eccezione. Convincente Stanley Baker, spesso sopra le righe ma fu attore forte dalle origini teatrali, sodale di Richard Burton nel quale riconosciamo i tratti comuni, per quanto Burton s’intende, stia non una ma una decina di spanne sopra.
Albertazzi lo troviamo nel clou dei suoi anni cinematografici, anch’esso reduce del colossale nonche’ contrastato successo di "L’anno scorso a Marienbad" ma del resto, l’aria che si respira e’ sempre quella, tra bianchi e neri profondissimi e strane storie metafisiche, lontanissime da una realta’ che giusto Fellini seppe conciliare tra leggenda e vita di tutti i giorni. Vediamo anche Virna Lisi, da poco scomparsa ma quale migliore modo per ricordarla se non nel pieno della sua sfolgorante bellezza, lei si ad alluminare lo schermo, altroche’ la sciacquetta ipertiroidea d’oltralpe
Film che a guardarlo oggi sembra girato su Alfa Centauri, tutti alieni che galleggiano in una sfera onirica e dagli strani dialoghi che mescolano parimenti Freud e maledizioni bibliche. Curioso.