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Evasione delle accise, denuncie a Crotone

Creato il 05 aprile 2014 da Makinsud

A Crotone è stata scoperta da parte degli uomini della Guardia di Finanza una truffa finalizzata all’ evasione delle accise dei prodotti petroliferi che ha condotto in questi giorni al sequestro di beni per un valore di 238 mila euro ed alla denuncia di tre persone. In tal senso, la Direzione Interregionale delle Dogane di Napoli ha inoltrato un’informativa di reato a carico di un proprio dipendente, affermando che tale soggetto avrebbe attestato la chiusura di operazioni di esportazione di gasolio destinato al bunkeraggio di navi nel Porto di Crotone. Tutto ciò dichiarando il falso in cambio di cospicue somme di denaro, ben 36.000 euro ricevuti in più tranche. Il punto nodale dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Crotone ha riguardato movimenti di prodotti energetici, ed in particolar modo quelli agevolati come il gasolio “Bunker” destinato al rifornimento delle navi, soggetto al trattamento fiscale delle merci destinate all’esportazione e, dunque, in esenzione da accisa e da Iva.

Evasione delle accise

Sono così emerse ben ventitrè operazioni di appuramento e chiusura dei documenti di scorta di gasolio “Bunker” eseguite dal funzionario doganale in servizio alla Sezione Operativa Territoriale delle Dogane di Crotone. Inoltre, sussistono rilevanti prove in merito alla responsabilità del titolare di un’impresa di autotrasporti pugliese che, grazie alla corruzione dello stesso funzionario doganale denunciato, aveva acquistato il gasolio aggirando il pagamento dell’accisa potendo contare, di conseguenza, su di un indebito risparmio d’imposta (che sarebbe corretto definire propriamente evasione delle accise) di ben 765.000 euro. Il funzionario doganale in questione, “cerniera” della truffa finalizzata all’evasione delle accise, è stato licenziato a seguito di un provvedimento disciplinare e gli sono contestati i seguenti reati (in concorso con una terza persona ritenuta “istigatrice”): calunnia, millantato e truffa,

Al fine di arrivare a concorrenza delle somme relative alla truffa organizzata e all’ evasione delle accise, su richiesta del Pubblico Ministero, il Gip ha disposto il sequestro di beni e somme di denaro relative a disponibilità bancarie, tra cui un’autovettura, e poi di un’immobile intestato alla moglie del corruttore che, nonostante i due avessero una separazione dei beni, è stato sequestrato poiché si è ritenuto che l’accordo fosse “simulato” e superato da una riconciliazione “di fatto” che avrebbe fatto venir meno gli effetti del regime patrimoniale della separazione dei beni.


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