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Trama: i quattro finalisti del gioco Evil Things, che premia gli esseri più abietti e "cattivi" presenti nella rete, si ritrovano preda delle sadiche torture dell'ideatore del cimento, il fantomatico Maestro.
Prima che la mia ira si abbatta con grandissimo sdegno su Evil Things - Cose cattive, lasciatemi dire solo UNA cosa positiva: sia lodato il doppiaggio italiano, quello fatto da professionisti seri. Dico così perché, se oltre a sussarmi un'ora e mezza di Nulla, avessi anche dovuto sussarmi un'ora e mezza di Nulla inficiato dalla solita, orrenda dizione di un gruppo di attorucoli che si doppiano da soli, credo mi sarei fatta esplodere la testa per la disperazione. Perlomeno, invece, il doppiaggio di Evil Things - Cose cattive (ambientato in Piemonte ma recitato palesemente in inglese, come se il mercato straniero avesse bisogno di una simile baggianata quando ne creano già troppe loro senza il nostro aiuto!!!) è stato curato e realizzato da professionisti e io ho potuto così rimanere in vita per mettervi in guardia: Evil Things è un film che vi porterà a rivalutare rumenta come Il bosco fuori e persino, ossignore perdonami, In the Market. Questi due inenarrabili orrori, infatti, avevano almeno il pregio di essere trash a livelli decisamente fuori scala (non che qui il trash manchi, visto che tra i followers del blog Cose Cattive spiccano due strepponi che mi hanno tanto ricordato i Fratelli Peluria di Mario e che la provincia piemontese viene mostrata come un covo di freaks che defecano in strada... Cannibale, me lo confermi??) di scatenare liberatorie risate isteriche, di essere talmente stupidi da rendere la stesura dell'inevitabile stroncatura quasi divertente. Evil Things, invece, è la rappresentazione stessa del mainaggioia, dello spiegone, del cliché, della ripetitività, della telefonata che allunga la vita e appesantisce le palpebre, della colonna sonora da suicidio, della soggettiva vomitosa che farebbe cavare gli occhi alla stessa Strega di Blair, nonché la condanna di una giovane attrice che, se non fosse bloccata in un personaggio di una banalità sconcertante (emo dal cuore d'oro, tanto triste e sconfitta dalla vita, la mente obnubilata da vocette e visioni), sarebbe anche brava, poveraccia.
Evil Things pretende di imboccare la strada del torture porn alla Saw o alla Hostel ma è come se, durante la realizzazione di queste due pellicole, Edmondo De Amicis avesse cominciato a bacchettare le dita birichine e sanguinarie di Eli Roth e James Wan e li avesse costretti ad annacquare la trama con costanti e noiosissimi riferimenti religiosi e, peggio, con un'insistente moraletta di fondo messa lì a mo' di grillo parlante. E sì che i protagonisti di Evil Things meriterebbero le peggio cose e non solo perché sono dei grandissimi stronzi ma perché sono anche talmente stereotipati e banali che, se esistessero davvero, bisognerebbe ucciderli e dare un premio all'autore del gesto: il "ragazzo dal QI altissimo" in realtà è un povero pirla conciato come Ash dei Pokemon che, giusto per ribadire il suo status di nerd, va in giro con la maglietta del Buddy Christ e il cappellino di Steve Jobs, lo stronzetto violento è talmente insignificante che non ne rammento nemmeno la faccia mentre la zoccolotta se la crede così tanto che forse persino Paz De La Huertaè meno volgare di lei. A riunire questi "alti" esempi di umanità ci pensa Saw.. ehm, l'Arcangelo Gabriele (sic), un tizio che è riuscito ad uccidere i genitori a RANDELLATE. Ora, dicasi randello "Bastone grosso e pesante usato per percuotere", peccato che le immagini mostrino i genitori del povero fesso immersi in un lago di sangue, come se invece del randello il genio avesse usato un'ascia o un machete (ma, a parte questo, non avete idea di quanto poco carismatico, altamente irritante e soprattutto inconcludente sia quest'uomo): la macellata in questione è, tra l'altro, l'unico elemento gore di una pellicola che tocca il massimo della cattiveria torturando una tizia per mezzo di piccioni. Giuro. Anzi, magari fossero dei malarici piccioni, qui si parla di candide e graziose colombelle. Questo, assieme alla pretesa di conferire autorialità a Cose cattive sparando ogni tanto flash di immagini surreali che scomodano persino le formiche di Un chien andalou, mi porta a concludere qui il post e ad aggiungere solo un'ultima cosa, e mi perdoni Lucia se oso appropriarmi della frase scritta in calce al suo meraviglioso blog: Quando non sai più cosa dire, c'è sempre Lammerda. Basta la parola, come il confetto Falqui.
Simone Gandolfo è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Soprattutto attore, è originario di Imperia e ha 34 anni.
Marta Gastini interpreta Nina/Ariel. Originaria di Alessandria, ha partecipato a film come Il rito, Dracula 3D e a serie come I Borgia. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 25 anni e un film in uscita.
Pietro Ragusa interpreta Gabriel. Originario di Firenze, ha partecipato a film come Il talento di Mr. Ripley, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Diaz: Don't Clean Up This Blood e a serie come Don Matteo. Ha 41 anni e un film in uscita.
Tra i vari interpreti segnalo la presenza dell'Orco Rubio della Melevisione, Giuseppe Loconsole, che compare nei panni del Cacciatore. Cose cattive è stato prodotto da Luca Argentero e la sua distribuzione si è svolta con uno strano sistema on demand: le sale che volevano proiettarla potevano tranquillamente richiedere la pellicola, di cui esiste un'unica copia. Domandandomi chi mai vorrebbe proiettare nel proprio cinema questa roba, concludo dicendovi che, se Cose cattive vi fosse piaciuto, potreste anche guardare Saw - L'enigmista. ENJOY!
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