>> Ex Colorificio: non si sgomberano le idee

Creato il 28 ottobre 2013 da Felice Monda

L’Ex Colorificio di Pisa è stato sgomberato

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L’Ex Colorificio di Pisa è stato sgomberato, tacciono i microfoni di Radio Roarr, vuote la scuola di italiano, la palestra di arrampicata, l’aula studio, le botteghe artigiane, la ciclofficina, il cinema, il piazzale del mercato e tutte le iniziative messe in campo dale associazioni coinvolte. Il Municipio dei Beni comuni, però, si riconvoca sotto il Comune di Pisa per chiedere all’amministrazione di assumersi le sue responsabilità dopo un’assenza pesante come una condanna.

La giornata di oggi rappresenta un momento simbolico non solo per Pisa. Una politica assente se non codarda ha deciso di delegare totalmente alla questura di Pisa la risoluzione della questione “Ex Colorificio”, trasformando un’esperienza di più di un anno e composta da centinaia di persone impegnate in un semplice caso di ordine pubblico, da risolvere con un sequestro.

Poco importa quello che è stato seminato come patrimonio sociale e culturale, quello che conta è che vinca la titolarità della proprietà, perchè “chi tocca i fili muore”. Migliaia di metri cubi di cemento, che soffocano ambiente e comunità, possono e devono rimanere intonsi anche se improduttivi perchè questo declama una distorta interpretazione della legge, che sacrifica all’altare del privato un concetto alto di tutela della proprietà, che la sottopone, comunque, al rispetto dei diritti di tutti.

Lo sgombero dell’Ex Colorificio liberato è però solo una piccola battuta di arresto nel percorso politico di attacco all’intoccabilità della proprietà privata e della centralità dei mercati. Oggi si è ulteriormente determinata una rottura tra uno status quo inaccettabile e comunità di donne e uomini che hanno scelto di non farsi più sovradeteminare, ma di cominciare a camminare insieme.

Il primo appuntamento è stata sabato pomeriggio sotto il Comune di Pisa, Palazzo Gambacorti, per ricordare all’Amministrazione che si nasconde che è venuto il momento di prendersi responsabilità, se ne saranno all’altezza.

Ma l’appuntamento più importante sarà il 16 novembre, sempre a Pisa, dove migliaia di persone torneranno in strada per ricordare che la tutela dei beni comuni, l’opposizione a questo modello di sviluppo e il conflitto sociale sono parte della stessa strategia politica. E si affiancheranno a tutte le comunità in mobilitazione, da Scup a Roma ai comitati di base per la tutela dei beni comuni, da Genuino Clandestino alla lotta NoTav, perchè il nuovo progetto di società passa, inevitabilmente, dallo scardinamento di questa realtà inaccettabile.

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