Nel futuro di Adamo Creato ci sarà una ragazza. E noi siamo sinceramente felici per lui, un po’ meno, come vedremo, per lei.
Adamo, con un’accorata testimonianza comparsa da qualche giorno su un sito web cattolico, ha rilanciato il tema delle terapie riparative, un universo sfuggente che, tra psicologia discount, fondamentalismo cattolico e abuso di credulità popolare, sostiene di poter mutare gay in eterosessuali. O meglio, li ripara, un po’ come se fossero rotti.
Le “cure”, importate di recente dagli Stati Uniti, sono condannate come inefficaci e dannose dalla scienza (persino dai nostri ordini di psicologi e psicoterapeuti) e in Italia sono appannaggio di più gruppetti che operano nell’ombra.
Calarsi nel labirinto delle terapie riparative nostrane significa perdersi tra sigle diverse (Obiettivo Chaire, Gruppo Lot, Living Waters), pseudonimi, anonimato, detto e non detto. E’ una cortina fumogena a necessaria a chi spaccia una terapia per quella che non è una malattia stando in equilibrio precario sul filo del rasoio di un reato penale: l’abuso della professione medica.
Questi gruppi rifiutano un confronto alla luce del sole, tanto che le rare testimonianze sono di infiltrati, sono difesi e sostenuti da siti e media che accampano nel fondamentalismo cattolico, sono prossimi all’associazionismo con il Movimento per la Vita e Forum Associazioni familiari e germogliano all’ombra delle parrocchie dove organizzano convegni e giornate di studio, se non veri e propri corsi e terapie di gruppo (il prossimo Famiglia=Maschio + Femmina? il 15 ottobre a Brescia). Ripetono tutti lo stesso motivetto: “uscire dall’omosessualità si può”. A questo aggiungono una galleria degli orrori legati, a loro dire, alla condizione gay. Reclutano persone lacerate tra la propria fede e l’affettività.
E il novello ex gay, che come vedremo non ha nulla di nuovo, si inserisce perfettamente in questa strategia di reclutamento, offrendoci uno classico della letteratura ripartiva. E’ una testimonianza anonima talmente perfetta da risultare nettamente sovrapponibile a quelle di Luca Di Tolve, l’unico ex gay visibile in Italia. Furto di personalità o plagio?
Adamo Creato racconta che dopo la sua prima volta omo il sesso è diventato “una dipendenza, finché quasi non distinguevo più se il partner sessuale col quale mi intrattenevo era un uomo o una donna”. Di Tolve, nel suo Ero gay, con qualche velleità letteraria in più, racconta che dopo la sua prima volta omo aveva “preso una china che mi avrebbe fatto scivolare lontano. Come è noto la dipendenza non va a braccetto con la qualità. Chi beve troppo non guarda più a che cosa beve”.
Adornato, qualche riga dopo, argomenta “Sono entrato con tutti e due i piedi nel “mondo gay”, in quello delle amicizie, del “sesso creativo”, delle sostanze, dei locali, del linguaggio “da gay”, dell’attivismo”. Di Tolve, qualche riga dopo, argomenta: “corsi la mia giovinezza a capofitto, giù per lo scivolo di passioni… nel mondo gay la ricerca di sesso costituisce la regola… ”. Luca Di Tolve o Adamo Creato?
Purtroppo non lo sapremo mai, è stato secco il rifiuto della redazione del sito ad una nostra gentile richiesta di intervista: “abbiamo contattato Adamo Creato e non è interessato a rilasciare un’intervista per voi, soprattutto per voi”. Giudichi il lettore il valore della testimonianza.
Ma rifiutare il confronto, come detto, è un atteggiamento di tutto il comparto ripartivo italiano: lanciano pietre (ai gay) e nascondono la mano rifiutando un confronto alla luce del sole.
E le pietre piovono su gay, lesbiche e trans con la diffusione stereotipi insieme a falsità, da cui riparatori e riparati attingono a piene mani per diffondere il verbo.
Così Creato-Di Tolve sovrappone “la trappola” omosessualità (legata sempre alla sfera della sessualità e mai all’affettività) a dipendenza sessuale, uso di sostanze stupefacenti, infedeltà e pornografia generalizzando quella che può essere un’esperienza negativa a tutti gli omosessuali. E le lesbiche?
Andiamo peggio con le bugie come questa: “l’unica teoria accettata dagli attivisti gay è: “divertiti e fai quello che ti piace, momento per momento; non esiste nulla di giusto o sbagliato, esiste solo quello che ti piace”. E’ un epicureismo all’amatriciana irrintracciabile nelle corde dell’attivismo gay.
Restano le nostre sincere felicitazioni per il futuro non gay di Creato e la genuina condivisione delle sue preoccupazioni relative alla mutazione da eterosessuale a omosessuale: “ho imparato – ammette – che non sono un monolite inattaccabile perché le cadute sono sempre dietro l’angolo. Ma quello che mi rende sereno è che se cado mi rialzo”. Buon per lui, un po’ meno, ammettiamolo, per la sua futura compagna.