Ed ecco la soluzione, semplice e chiara: prima la bonifica e poi la trasformazione dell'ex raffineria in un bosco, come propone il sindaco di Vescovato Mariagrazia Bonfante. L'obiettivo è quello di ridurre il consumo di suolo e nel contempo di promuovere la rigenerazione delle aree dismesse. Il polo di riciclo della plastica è indispensabile anche in provincia di Cremona, ma sempre secondo il sindaco di Vescovato va collocato in un paese, non nel capoluogo, che verrebbe ancora più colpito da nuovo traffico. Proprio Cremona, infatti, da tredici anni supera la soglia dei 35 giorni annui di sforamento della soglia d'allerta delle polveri sottili Pm10. Perché dunque collocare proprio a Cremona un polo di riciclo auspicabile, ma destinato a essere così frequentato dai camion? Lo stesso ministero dell'ambiente preme perché la plastica venga riciclata: gran parte dei rifiuti oggi conferiti nelle discariche italiane è fatta proprio di plastica.
Il Comune di Cremona invece è attendista: la giunta Galimberti aspetta che venga presentato un progetto, se mai sarà consegnato, e solo dopo valuterà la proposta. Per Bonfante non è il caso di restare imparziali: ormai il consumo di suolo e l'inquinamento sono un dato di fatto, un danno reale subito nel corso della storia, mentre sarebbe il caso di attivare rapidamente il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti, considerati come risorse e come opportunità per l'economia.