Di fronte ai primi dati reali sul numero dei visitatori, qualcuno finalmente inizia a capire le ragioni della reticenza omertosa della dirigenza di Expò nel fornire le cifre dell'affluenza reale. E spero che qualcuno comninci a capire anche la nostra petulanza nel chiedere all'Ufficio Stampa di Expò cifre che non arrivano. Né a noi, né a media ben più autorevoli ed importanti del nostro blogghino.
Tutti i lettori di vecchia data del Tafanus sanno che fin dal trionfale annuncio dell'assegnazione a Milano dell'Expò, abbiamo messo in ridicolo le previsioni iniziali dei "Tre Ubbriaconi" fuori di testa, che festeggiavano in maniera sobria (vedi foto) prevedendo 36 milioni di visitatori in 180 giorni. Media: 200.000 visitatori al giorno. Se ogni visitatore si dovesse fermare a Milano (siamo cauti) due giorni, per sei mesi una città che scoppia con un milione di abitanti ne avrebbe avuti il 40% in più. Una follia.
"Bevuti"??? Avremo 36 milioni di visitatori in sei mesi!
Col tempo, dopo i consueti ritardi, ladrocini, retate, cambi in corsa, opere non completate, arriva "Il Ridimensionamento": per arrivare a break-even, c'è bisogno di 23 milioni di visitatori. Dimenticate i 36 milioni dei tre fuori-di-testa. Ventitremilioni, allegramente sposati (che altro potevano fare?) dal commissario Sala e dal Premier ghe-pensi-mi Matteo degli Annunci.
Però dati niente. Li abbiamo chiesti insistentemente noi, li chiedono i giornali, ma niente arriva. Come è successo a noi (possiamo vantarci di essere stati dei pionieri?) il dubbio si è insinuato nello Huffington Post, e adesso nel Giorno. L'intendenza seguirà... Per ora, in assenza - in pure stile malavitoso - di dati ufficiali, ognuno di arrangia come può, mettendo insieme altri dati. Il tutto come somma delle parti... Vediamo come si "arrangia" i Il Giorno di Milano:
Avete capito bene. Dalle stime calcolate dal "Giorno, i visitatori delle prime tre settimane (che includono il boom dei primissimi giorni) sono meno della metà di quanto previsto dallo stesso Sala per il raggiungimento del break-even-point, Ecco i criteri di stima. Giusti? Sbagliati? Nessun problema. Il Commissario Sala è sempre in tempo a dirci quale sia stata la somma dei numeretti, scrupolosamente registrati dai tornelli d'ingresso, a più di tre settimane dall'inizio. Così si mette tranquillo lui, e mette tranquilli, felici e contenti anche noi.
Tafanus
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Milano, 21 maggio 2015 - Nelle tre settimane all’Esposizione universale di Milano ogni giorno sono entrate in media sessantamila persone. È questa la stima delle visite quotidiane tra i padiglioni che fonti autorevoli hanno permesso di ricostruire, mentre la società Expo continua a tenere sotto chiave i dati degli accessi. In sostanza, l’evento si è tenuto al di sotto delle stime degli organizzatori, che calcolavano in 80-90mila le presenze in settimana, con picchi fino a 250mila persone nel weekend.
Finora gli unici dati pubblici sono quelli dei padiglioni: 115mila turisti nei primi venti giorni alla Svizzera, 10mila ogni dì sulla rete del Brasile, diecimila a Palazzo Italia. Tuttavia manca la somma ed Expo tiene la bocca cucita. «Oggi abbiamo in visita 20mila bambini delle scuole», spiegava martedì il commissario unico, Giuseppe Sala. E gli altri? Ci si affida solo al numero di biglietti venduti: l’ultima stima, una settimana fa, era di 11,3 milioni, di cui 100mila ticket serali. Anche altri dati sensibili, come il traffico sui mezzi pubblici o la quantità di pattumiera raccolta, sono secretati: la linea ufficiale di Atm, Trenord e Amsa è di non rilasciare numeri su Expo.
Tuttavia, qualche dato trapela. Ad esempio, la stazione Rho Fiera della metropolitana rossa, uno dei porti di Expo, nei giorni scorsi ha registrato un passaggio medio di seimila persone di notte. Compresi i lavoratori dei padiglioni. I dati sull’uso dei mezzi pubblici sono significativi, perché li adopera la maggior parte dei visitatori, ben oltre la stima del 60% elaborata prima dell’inaugurazione. L’altra fetta grossa sono i pullman delle scolaresche. Seicentomila gli alunni che hanno prenotato una visita. Di auto se ne vedono poche, di taxi ancora meno. Nella prima metà del mese, le auto bianche di Milano hanno ricevuto meno chiamate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nonostante fosse stato promesso un incremento di cinquemila corse in più al giorno.
Calma piatta anche sui tabelloni degli arrivi di Linate, Malpensa e Orio al Serio. «Non ci sono voli aggiuntivi per Expo – puntualizza Antonio Albrizio, segretario Uil Milano e Lombardia con delega ai trasporti –. Si punta ad aumentare i coefficienti di riempimento degli aerei, che al momento sono del 65%». Ci sono trattative per aggiungere tratte con il Messico e sono aumentate alcune frequenze verso la Cina. Da quest’ultima gli organizzatori di Expo si aspettano un milione di visitatori, tuttavia l’ultimo rapporto della Fondazione Italia-Cina stima in 700-750mila i turisti del Paese di Mezzo che sbarcheranno in tutto lo Stivale. Dalla Lombardia stanno partendo anche più voli verso gli Stati Uniti, ma Albrizio frena: «Succede tutte le estati».
L’umore è sottotono anche negli ambienti del commercio. «Ci erano state promessi sei mesi di giornate tipo Salone del mobile, ma non è così e alcuni locali hanno giornate in negativo», osserva Lino Stoppani, presidente di Epam, l’associazione provinciale milanese dei pubblici esercizi. Il primo nodo è l’assenza dei turisti stranieri. «Non sono ancora arrivati, i dati degli alberghi ci dicono che si saranno punte a giugno e settembre», osserva Stoppani. La seconda è l’effetto cannibalismo dei ristoranti di Expo sui locali della città: «Spero sia temporaneo. Comunque Expo – osserva Stoppani – non finisce il 31 ottobre e a Milano sono stati fatti investimenti duraturi». Nel frattempo, Federconsumatori Lombardia lancia con Comune di Milano e Regione Lombardia un portale, «We4You» per segnalare i raggiri di cui i turisti sono rimasti vittime. «Già qualche mese fa abbiamo segnalato un aumento nei prezzi di alcuni alberghi – spiega il presidente, Gianmario Mocera –. Fino al 30% in più. Ne ha già fatto le spese chi viene a curarsi in Lombardia».
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