Tra un caffè e una sigaretta mi sono trovato anche a fare il detective (miracoli del rock), con risultati direi però bislacchi. Non ridete, mi spiego: nella mia collezione di musica fisica ho rispolverato (nel vero senso del termine) un disco che quasi una decade fa mi aveva dato tanto, un album che ho conservato gelosamente.
Resurrection degli Halford (il primo disco di questo progetto targato Rob Halford, ora di nuovo con i Judas Priest dopo la loro reunion), ha costruito con me un rapporto che negli anni si è un pochino ossidato, ma che comunque fatica a logorarsi del tutto. Sarà per la pulizia del suo suono, per la voce del “Metal God” che in studio, a mio avviso, ha pochi eguali (attenzione perché invece dal vivo mi sembra perdere molto).
O sarà per via dell’unica semi-ballad di questo album, Silent Screams (che se Fables ci legge potrà confermare di conoscere benissimo), che anche a distanza di anni possiede ancora un carattere quasi sacrale. Focalizzando l’attenzione proprio su questo brano, mi sono accorto di un vero oggetto misterioso: il tastierista Ed Ross.
Costui infatti compare su due brani, Twist e la stessa Silent Screams. Non è l’unico accreditato extra nell’album, gli altri sono il drummer Pete Parada, e soprattutto il grandissimo Bruce Dickinson, entrambi impegnati nel brano The One You Love to Hate (senza aprire parentesi sulla validità del duo Halford-Dickinson, i due migliori cantanti metal di sempre secondo alcuni, giudizio che anche per il sottoscritto potrebbe tranquillamente starci). Ma a differenza di quelli, l’altro, il povero Ed, a quanto pare, per il mondo della musica è nato e morto con quelle due tracce, quella che si direbbe esser stata una vera meteora.Di lui infatti non c’è più traccia, non provo neanche a scandagliare i vari libri a mia disposizione, tutti anteriori alla pubblicazione di Resurrection, e comunque neanche sul web c’è indizio di lui. Provare per credere. Mi domando dunque che fine possa aver fatto il nostro Eddie ma, soprattutto, chi era? Probabilmente a nessuno importa, ma mi è caro saperlo per un motivo direi affettivo.
Perché Ed Ross partecipa in modo attivo, e ci ha messo lo zampino, in una delle mie canzoni preferite. Quei tocchi di tastiera semplici, basilari, scolastici, spolverate di space-sound senza le quali altrimenti Silent Screams non sarebbe stata Silent Screams. A giudicare dalla difficoltà direi scolastica dell’esecuzione, ci sarei riuscito anche io, ma lo ha fatto lui, dunque, a lui il merito, o meglio, la fortuna.
Non credo si tratti dell’Edward Ross pianista e compositore di In Dreams, eseguita con Enya e colonna sonora del Signore degli Anelli (tra gli Ed Ross “vip” compare anche un famoso fotografo, ma no!, non è lui). E allora? La curiosità mi ha spinto ad andare oltre. Così ho deciso di contattare direttamente il produttore di quell’album: Roy Z, che approfitto di citare anche perché nel mondo del metal sembra essere un’icona, uno di quei mostri sacri che è difficile cancellarne le gesta. Tra i suoi meriti (o demeriti, dipende da che punto di vista), ci sono le produzioni soliste di Halford, dello stesso Dickinson, nonché la reunion dei Judas Priest.Comunque, purtroppo, l’indirizzo email segnalato sul suo sito non è attivo (ma guarda un po’!), e il mio commento nella prima sezione utile (quella delle news, tanto per attirare l’attenzione) finora ha prodotto un bel zero tondo. Ma mica mi sono dato per vinto. Anzi, ho perseverato, scrivendo direttamente a Rob Halford, che con Ross ci ha suonato. Dico, se non lo sa lui chi era Ed…
Vi pare. Dalla redazione del sito ufficiale ancora non mi hanno risposto. La cosa che mi è venuta in mente è stata, malignamente: questi si filano internet solo se gli fai i complimenti. Un giorno, anzi a notte fonda, stavo quasi per saltare sulla seggiola. Riguardandomi alcune recensioni dove si parlava più a fondo di Resurrection, ho notato che tra le etichette per cui ha lavorato Halford c’è anche la Nothing di Trent Reznor.
Così, tanto per scrupolo, ho provato ad affiancare Ed Ross al leader dei Nine Inch Nails, e il risultato è stata una, mezza, sconfitta. Mezza, perché comunque un Ross che ha lavorato con Trent c’è, e si chiama Atticus Ross, compositore e produttore. Da qui si può partire per una minutissima congettura, anzi due: Ed potrebbe essere un qualche parente di Atticus, magari il figlio d’arte, o il nipote. Non il fratello, almeno non Leopold Ross, che con Atticus ha già partecipato in vari progetti musicali, come gli Error, ma non è tastierista.
Certo, potrebbe anche essere lo stesso Atticus, sotto parziale pseudonimo, ma perché avrebbe dovuto cambiarsi solo il nome di battesimo? Ho pensato che forse si trattava di un fonico passato dall’altra parte del vetro per necessità, e chissà, forse è proprio così. Ma di una cosa sono certo, Silent Screams è un brano a cui Halford è molto attaccato, ed essendo anche molto autobiografico non penso proprio che per inciderlo si sarebbe affidato a uno capitato lì per caso.
Quindi Ed Ross è stato un turnista, forse di quelli bravi ma poco raccomandati, forse di quelli che faranno la gavetta per tutta la vita, tra pub e dischi prestigiosi dove però “non sei nessuno per metterci il nome”, e magari Resurrection è stato il suo jolly. Sarà stato bravo, ma di internet non ci capisce un fico secco, se neanche ha una pagina su MySpace. Insomma, Ed!, ce l’hanno tutti una pagina su MySpace…Ma proprio per suffragare l’ipotesi del turnista, mi sono detto: perché non andare a spulciare anche tra gli studios, dove – testuale dall’inside di copertina – sono stati incisi gli “additional instruments”, tra cui anche le parti di tastiera? Sono andato allora a visitare il sito della American Recording di Calabasas, Ca. E a questo punto non vi dico neanche cosa (non) ho trovato, potete arrivarci da soli.
Come vedete le teorie si moltiplicano e nessuna mi sembra così convincente da prevalere sulle altre. O forse una c’è: Ed Ross è morto.
PS. Questo post non vuole offendere nessuno, è anzi un omaggio ai musicisti sommersi dal mercato, a quelli bravi ma sconosciuti, a coloro i quali, per sbarcare il lunario, suonano in piazza o sotto la metro. Questo post è dedicato a quanti sanno di valere, e non importa se oggi fanno altro, perché poi quanto decretano le vendite non sempre è sinonimo di qualità.