Ho più volte segnalato su questo blog progetti che uniscono freelance con diverse professionalità (giornalisti, videomaker, scrittori, fotoreporter…) accomunati dalla volontà di raccontare quelle storie che spesso vengono lasciate ai margini della cronaca, utilizzando il web non come semplice ‘contenitore’ ma come luogo d’incontro e connessione tra diversi linguaggi. Mi ha fatto particolarmente piacere scoprire che anche in Italia si sta muovendo qualcosa in questa direzione. In questi giorni l’Espresso ha messo online un bel reportage Nel paese che muore d’amianto (su una discarica di Eternit in Basilicata): lo ha realizzato Andrea Milluzzi che fa parte di un collettivo Extra Media che, appunto, sta portando avanti un progetto che unisce la voglia di raccontare la realtà sociale del nostro Paese e la consapevolezza di dover utilizzare tutte le diverse risorse che oggi le i nuovi media mettono a disposizione.
Lo segnalo molto volentieri, oltre che per la sua ottima qualità, anche perché è un ulteriore sintomo di vitalità, nonostante tutto e pur tra mille difficoltà, che il mondo dell’informazione sta dando anche da noi. Il fatto che anche una grande testata se ne sia accorta e ne abbia dato spazio non può che far piacere.
Siamo giornalisti, fotografi e scrittori e non abbiamo le risposte. D’altra parte questo gruppo di lavoro non nasce per dare risposte ma per porre nuove domande. Viaggiamo in camper, una redazione mobile con cui aggiornare il più rapidamente possibile questo blog. Abbiamo pochi mezzi, ma un’idea molto forte di una nuova forma di realismo digitale, o almeno così noi lo chiamiamo. Testi, foto e micro documentari. Stiamo girando il Paese alla ricerca di storie, di “casi”, per fare di questo viaggio un racconto unico, un ritratto in movimento dell’Italia al tempo della crisi.
Approfondimenti:
Nel paese che muore d’amianto (il reportage pubblicato dall’Espresso)
Pagina Twitter e quella di Facebook di ExtraMedia