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Ezio Corradi su Arvedi: “Per ricevere scuse dopo aver puntato la pistola alla tempia ci vuole un bel coraggio”. Cavatigozzi circondata dalle industrie: risultato della peggior politica, dal centrodestra al centrosinistra

Creato il 31 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Comunicati: nessuno. Dichiarazioni, interviste? Stiamo scherzando? Questa è Cavatigozzi, dove non parli se non con la lingua d’acciaio e non scrivi una parola se non incidendola sullo zinco. Si vive una vita metaforica, dentro una camera a gas legale. Ilva di Taranto? La nostra microtaranto è più crudele perché non vale nulla. Non vorrete fare il paragone? Ma ci mancherebbe. Violini d’acciaio e di zinco. E anche una bella statua a Rostropovich con piazza allegata, come chiedeva l’ex sindaco ed ex presidente della Provincia Gian Carlo Corada. Poi il Pd ha parlato oggi sul giornale La Provincia di Cremona, che è il suo massimo obiettivo comunicativo, (è lo stesso giornale di Arvedi e Piva, che ogni tanto pubblica qualche intervista a Pizzetti e a Magnoli e ogni tanto li critica perché litigherebbero  fra loro) e ha espresso le sue interessanti opinioni su Renzi e Bersani e sulle primarie dei parlamentari, previste dallo Statuto (sai che novità). Sia Renzi che Bersani non si sono mai interessati di queste cose. Esponenti nazionali del Pd sono il simbolo del ricatto del lavoro: “Se io fossi un operaio, al referendum di Mirafiori voterei sì”. Si sa com’è finita.

Una meraviglia di coerenza ma contro il buon senso, che imporrebbe al Comune di Cremona di ascoltare i cittadini di Cavatigozzi, di riunire le parti, di tentare di uscire dal conflitto più esasperato degli ultimi anni. Un Comune normalmente dovrebbe fare così: aiutare tutti. A Cremona non si può. Non si fa per i noti motivi. Analisi di istituzioni terze sulla situazione dell’inquinamento atmosferico di Cavatigozzi e Spinadesco? Effetti delle emissioni sugli esseri viventi? Sono analisi che le università sanno fare, che i centri di ricerca eseguono normalmente e che la ragionevolezza impone. Cremona però è diversa, cioè suddita, senza personalità, senza idee per il proprio avvenire. Il mondo è cambiato attorno a Cremona, in trent’anni, la città ha cercato di retrocedere il più possibile attorno all’acciaieria che sta nei limiti di legge, producendo quello che si chiama “inquinamento legale” o emissione di sostanze nocivie nei limiti previsti dalla legge. I cittadini di Cavatigozzi hanno chiesto meno inquinamento acustico, meno rumore, e si sono ritrovati una minaccia di risarcimento danni da parte dell’acciaieria Arvedi.

Ezio Corradi del Comitato ambientalisti Lombardia lo dice con un’immagine: “Quella di un’omone alto due metri che punta la pistola la tempia alla vecchietta che ha riscosso la pensione e gliela porta via”. Queste sono le scuse che i legali di Arvedi vogliono ricevere, dopo una minaccia pesante. O vi scusate (e chi non parla entro il 31 agosto è considerato ribelle) o per Arvedi dovete  pagare un adeguato risarcimento danni. E il Comune sta zitto.

Ma i cittadini di Cavatigozzi sono persone normalissime, che non navigano nell’oro. La frazione di Cremona era un ameno paese di campagna alle porte della città, con cascine, campi, corsi d’acqua, poi è arrivata l’acciaieria, imposta e difesa in modo discutibilissimo, ancor oggi, da politici di centrosinsitra e centrodestra che spero si rendano conto del danno sofferto dai cittadini (il danno patito nella vita di tutti i giorni, la sofferenza, l’amaro in bocca). Mezze frasi di circostanza, parole di comprensione ogni tanto verso gli abitanti, ma in realtà nulla: l’acciaieria è stata messa lì e non si muove più. Una politica più seria ci avrebbe pensato prima. Arvedi da parte sua ha anche raddoppiato e assunto forse 500 persone in più. Qualcuno lo chiama ricatto del lavoro. Vorremmo al posto di questi giochi di potere una politica industriale che guarda lontano, per cui l’industriale guarda lontano, il cittadino del piccolo paese respira meglio senza fabbriche davanti a casa e il Comune parla con tutti. Non siamo in questa situazione perché la politica ha scelto di non scegliere, di chinare il capo, anzi di strisciare. Quindi oggi la politica non può dire: adesso l’acciaieria è lì e bisogna conviverci. Bisognerebbe che almeno andassero a casa tutti i politici chissà perché tanto distratti. Chi era in Regione? Chi era in parlamento? Chi era in Provincia? Chi era in Comune? Che cosa ha fatto? Facciamo qualche nome con Ezio Corradi, originario di Cavatigozzi,  tanto per non perdere il viziaccio: Torchio, Pizzetti, Rossoni, Soregaroli. Oggi Perri, oggi Bordi (assessore all’ambiente), ma ci sono anche gli assessori regionali all’ambiente, c’è una politica nazionale incredibilmente insensibile. Il caso eclatante di Taranto provoca le reazioni opposte: si cerca di soccorrere gli industriali, non la salute dei lavoratori!!!!!

E’ la politica virile, del realismo moderato, del facciamo il possibile? Sarebbe questo il realismo politico cremonese al maschile, dato che sono tutti uomini i signori politici di questo periodo? Viene in mente la richiesta delle donne del Pd del Veneto: basta con gli uomini, prendiamoci più spazio, cacciateli via. E’ possibile una politica più seria e più sensibile verso i cittadini? Oppure è un’utopia idiota e ovviamente “ideologica” che “abbaia alla luna”?

Chi scrive ribadisce che l’industria in Italia ha bisogno di una politica industriale seria, non di caos, come a Taranto – caso macroscopico – o come a Cremona. Ci si organizzi, si programmi, si faccia industria e si crei progresso e lavoro, non in mezzo a un paesino. Non ha senso. Fa male da morire agli abitanti. E’ gente che sta male e ha paura anche di parlare.

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