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F1 2014, domenica il via in Australia. Sarà il Mondiale della rivoluzione

Creato il 11 marzo 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

La Formula 1 riaccende i motori in Australia per il primo Gp della stagione nel prossimo weekend. Il campionato 2014 segna una svolta radicale a livello regolamentare e apre una nuova pagina per il circus. Tante le novità, che potrebbero rivoluzionare le gerarchie dopo un quadriennio dominato dalla Red Bull e da Sebastian Vettel.

La F14-T di Alonso durante i test di Jerez a gennaio (f1grandprix.motorionline.com)

La F14-T di Alonso durante i test di Jerez a gennaio (f1grandprix.motorionline.com)

La prima rivoluzione riguarda i motori: è finita l’era dei propulsori aspirati, tornano in pista i turbo. Al posto degli 8 cilindri da 2.4 litri, le monoposto montano ‘power unit’ 1.6 con 6 cilindri. Il pacchetto comprende l’ERS, il sistema per il recupero dell’energia, in grado di fornire 160 cavalli supplementari per 33,3 secondi. Il precedente meccanismo, battezzato KERS, si fermava a 82 cavalli per appena 6,67 secondi: il cambiamento, quindi, è evidente. Novità anche sulla bilancia: le macchine, compreso il pilota, devono pesare almeno 691 kg, quasi 50 in più rispetto al limite di 642 in vigore fino alla scorsa stagione.

Le strategie delle squadre dovranno tener conto anche della capacità dei serbatoi: a disposizione solo 100 kg di carburante (circa 130 litri) per completare una gara. Un anno fa, ogni pilota poteva usare 150 kg. Occhio ai consumi, quindi, se si vuole arrivare alla bandiera a scacchi.

Le monoposto 2014 appaiono differenti anche ad occhi inesperti. Il muso è stato sensibilmente abbassato: il limite massimo è sceso da 55 a 18,5 centimetri, con conseguenze sul carico aerodinamico. Le ali anteriori si presentano più strette con la larghezza massima abbassata da 1,8 a 1,65 m. Verrà condizionato quindi il ruolo delle ‘end plate’, le estremità delle ali che convogliano i flussi d’aria attorno alle ruote anteriori. L’alettone posteriore, invece, è caratterizzato dall’assenza del supporto inferiore orizzontale, il beam wing, e costringe gli ingegneri a individuare soluzioni alternative per compensare la perdita di carico aerodinamico.

Per il capitolo scarichi, invece, sono stati aboliti quelli ‘soffianti’, dando spazio ad un unico elemento potrà avere un’inclinazione massima di 5 gradi. Infine, la novità più comprensibile per tutti i tifosi, anche per i meno competenti. Da quest’anno, i piloti utilizzeranno un numero scelto tra il 2 e il 99 che è destinato ad accompagnare ogni driver per tutta la carriera

Le nuove monoposto arrivano a Melbourne dopo le 3 sessioni di test invernali andate in scena sull’asfalto di Jerez, in Spagna, e di Sakhir, in Bahrain. I collaudi hanno regalato pochissime certezze al team che ha dominato l’ultimo quadriennio: la Red Bull ha dovuto fare i conti con una sequenza impressionante di problemi, legati principalmente al nuovo motore Renault. “Non sappiamo a che punto siamo, ma non è il caso di vedere tutto nero”, ha detto Vettel archiviando le prove. Il campione di Heppenheim ha chiuso il 2013 con 9 vittorie consecutive e, anche se la RB10 presenta soluzioni geniali garantite dalla matita di Adrian Newey, difficilmente potrà potrà allungare la striscia positiva in avvio di 2014. Sull’asfalto australiano conterà soprattutto l’affidabilità, visto che nessuna scuderia può presentarsi in pista con la sicurezza di completare i 58 giri. La Red Bull, che affianca l’australiano Daniel Ricciardo a Vettel, arriva al semaforo verde dopo aver accumulato solo 1711 km nei test. Pochissimi rispetto ai 4489 della Ferrari e ai 4973 della Mercedes. Guai a sottovalutare il lavoro svolto dalla Williams (4893 km) e dalla McLaren (4153), che possono contare sul motore fornito proprio dalla casa tedesca. I numeri, però, non sono tutto. Nessun ingegnere dorme sonni tranquilli pensando ai km di cavi che scorrono all’interno delle monoposto, spinte dai nuovi motori turbo ibridi.

“Chi finisce la prima gara, ottiene un buon risultato”, ha detto il ferrarista Fernando Alonso fotografando la situazione. La F14 T, che accompagnerà Kimi Raikkonen nella seconda avventura targata Maranello, non ha avuto i guai che hanno zavorrato la Red Bull, ma sembra avere qualche problema di grip e probabilmente in Australia non potrà puntare al bersaglio grosso. In un’ipotetica griglia, davanti a tutti si sistemano le Mercedes di Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Infatti, le frecce d’argento hanno abbinato affidabilità e prestazioni con maggiore continuità rispetto alla concorrenza. La W05 va, ma anche nel box coordinato da Toto Wolff si tengono le dita incrociate: tutti i team che utilizzano il propulsore PU106A hanno potuto svolgere in linea di massima i propri compiti invernali, ma qualche cedimento qua e là è sufficiente per tenere altissima la guardia.

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