di Francesco Gori
Nel Gp di Cina 2013, terzo appuntamento mondiale, torna alla vittoria uno stratosferico Fernando Alonso, che succede nell’albo d’oro a Rosberg, vincitore un anno fa.
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Mentre a Shangai sono le 15, per i tifosi italiani è gara mattutina, con il via intorno alle ore 9. A comandare il gruppo in griglia, Lewis Hamilton e la sua Mercedes, davanti a Raikkonen e Alonso.
Partenza tutta rossa, con Alonso e Massa subito dietro al leader inglese. Hamilton soffre: il suo talento lo tiene là davanti, ma il giro 5 lo vede soccombere alle due Ferrari. Il primo pit-stop decreta la breve vita delle soft e avvantaggia le strategie di Hulkenberg, Vettel e Button. Alonso comincia la rimonta, mentre il trionfatore del 2013 Rosberg e Webber (gomma montata male dai meccanici e grosso rischio in pista per la sua perdita) si ritirano. Al giro 21 Fernando supera l’ultimo ostacolo Jenson ed è primo. Ma il secondo valzer di gomme rimescola le carte, riporta Vettel davanti, obbliga di nuovo lo spagnolo alla risalita, che avviene in altri otto giri, superando in scioltezza l’odiato rivale. Massa nel frattempo si è perso. L’usura delle gomme rende difficile una previsione del numero di soste: la McLaren opta per due, ma tre sembra il numero giusto. A 12 dal termine: Alonso ancora davanti, bagarre dietro tra Vettel che si deve ancora fermare, Button, Raikkonen ed Hamilton. Gli ultimi cambi nel finale stabilizzano le posizioni e non offrono ulteriori emozioni: Alonso non corre rischi e trionfa, davanti a Raikkonen, Hamilton e Vettel, quarto nonostante una furibonda rimonta negli ultimi giri.
La Ferrari e Alonso sono dunque tornati, la Mercedes si “mangia” troppo le gomme – un difetto che ossessiona da tempo il team inglese – ma con Hamilton si conferma competitiva, Raikkonen è sempre lì, Vettel zoppica ma porta a casa punti preziosi. Tra questi quattro verrà fuori il futuro campione del mondo.
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