14 ottobre 2013 – Il Giappone e Suzuka nella F1 moderna sono diventati un classico. Bello il circuito, splendidi e calorosi i tifosi sugli spalti. La corsa iridata nel nel paese del sol levante si è sempre contraddistinta per i tanti suoi aspetti positivi. L’edizione 2013, seppur dal risultato sportivo quasi scontato, non è stata da meno.
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TOP
- Esteban Gutierrez e Sauber: Tra Corea e Giappone il team elvetico si è contraddistinto per un significativo incremento di prestazione. In particolare la Sauber, nel giorno del 70esimo compleanno di Peter Sauber, ha portato a casa 14 punti tutti insieme, nel suo primo doppio arrivo a punti del 2013. Il giovane messicano, particolarmente deludente nella prima parte di stagione, è stato protagonista di un weekend molto positivo, premiato dal settimo posto finale. Per Hulkenberg, invece, gli aggettivi positivi si sprecano ed un giudizio in merito sarebbe veramente superfluo.
- Romain Grosjean: ogni volta che abbiamo visto il francese disputare una gara da podio è stato sempre dietro Raikkonen. Per la prima volta in stagione, in Giappone, non è successo. Grosjean ha combattuto come un leone con un ritmo gara consistente che per lunghi tratti l’ha visto in testa alla corsa. IL francese, però, non ha una Red Bull sotto il sedile e ciò gli impedisce di lottare per la vittoria. Di corse del genere, però, Grosjean ne ha bisogno se veramente vuole arrivare ad impossessarsi dello status di prima guida della Lotus-Renault anche per la prossima stagione.
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FLOP
- La Ferrari e i suoi dipendenti frustrati: che la Ferrari sia tecnicamente un gambero è un dato di fatto. Dal momento in cui a Maranello hanno, di fatto, gettato la spugna per il mondiale, il team è stato incapace di continuare sulla strada della dignità per il finale di stagione. I risultati sono un po’ come nel 2011, quando vi era una palese inferiorità tecnica con l’aggravante, però, di avere stavolta dei ribelli/frustrati in squadra che pur di mettersi in luce – non si sa agli occhi di chi – arrivano anche a rompere le uova nel paniere ad un’intera squadra. Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale? Questa volta no!
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