Suzuka, 13 ottobre 2013 – La Red Bull mette a segno una doppietta, la seconda di questa stagione sempre più trionfale per il team austriaco. Vettel ha la megio su un Webber che possiamo definire il vincitore morale del Gran Premio del Giappone.
Al via per la Red Bull tutto si mette in salita. Webber scatta meglio di Vettel ma Grosjean li beffa tutte e due balzando al comando. Sembrava una fuga momentanea per il francese prolungata dal fatto che, al via, Bianchi e Van Der Garde erano entrati in collisione, costringendo i marshall ad esporre la bandiera gialla. Invece Grosjean regge bene il passo e appare l’intruso in mezzo ai due alfieri Red Bull che girano, come al solito, su tempi che gli altri, a momenti, manco sapevano scrivere. Il contatto tra Vettel e Hamilton è emblatico della forma della Red Bull: Mercedes W04 con gomma bucata, RB9 senza neanche un graffio.
Mark Webber ha dato a tutti l’impressione di poter, addirittura, vincere. La strategia su due soste, approcciata fin dal briefing da Vettel, sembrava applicabile anche alla Red Bull dell’australiano. Invece Webber si ferma per sostituire gli pneumatici a 10 giri dalla fine. La strategia poteva essere modificata da due a tre soste ma alla Red Bull nessuno si è voluto prendere il rischio. Montare le gomme più morbide per l’ultimo stint è stata una mossa per tentare di recuperare, almeno, la seconda posizione. Webber centra alla grande l’obbiettivo e appare molto soddisfatto anche sul podio. In poche parole, Webber ha sbagliato la partenza e li ha consegnato, di fatto, la vittoria al proprio compagno di squadra. Il terzo pit stop dell’australiano molto difficilmente è stato comandato dal muretto Red Bull per favorire Vettel. Dopo i fatti della Malesia, Webber si sarebbe molto probabilmente mostrato scuro in volto sul podio.Mette chiarezza sul fatto Christian Horner, team principal Red Bull: “ E’ stata una gara molto difficile strategicamente. La strategia di 3 soste è stata la mossa ideale per battere Grosjean e abbiamo fatto un ottimo lavoro di team“.
Mark Webber dichiara a fine gara: “Sia io che Vettel abbiamo avuto una pessima partenza avevamo, poi, due strategie diverse perchè lui è andato più lungo nel primo stint. Avevo deciso di puntare su una strategia a tre pit stop ed è un peccato che nel secondo stint non sono riuscito ad accumulare margine per rientrare davanti. Il 2° posto è meglio che potessi fare oggi ed è un modo fantastico di chiudere il mio ultimo Gp a Suzuka”.
Il compagno Vettel, invece, mette a segno la nona vittoria stagionale, la quinta consecutiva (nella storia solamente: Ascari, Clark, Brabham, Mansell e Scumacher sono riusciti in tale impresa) e in India gli basta arrivare 5° per laurearsi campione del mondo per la quarta volta in carriera. Accostare in nome di Vettel ad una strategia vincente, dopo 3 gare di fuga dal via fino al traguardo, fa anche un pò effetto.
Sebastian Vettel: “Ho avuto una pessima partenza e mi sono anche toccato con Hamilton, ma per fortuna non ho subito alcun danno. Ho visto che riuscivo a gestire meglio le gomme e allora ho pensato ad una strategia a 2 stop. Quando sono passato davanti ho badato a gestire le gomme sapendo che il margine che avevo sugli altri era buono. Vincer qui è fantastico e sono contento di averlo fatto per la quarta volta!“.
La Red Bull domina e si trova con un box sereno del risultato. Dopo i veleni del “capitano tutte a Webber” vedere l’australiano in gran palla e spesso più veloce di Vettel, ha fatto capire che ha ancora molto da dire in questo finale di stagione. Per Vettel la consapevolezza che in India può chiudere i giochi e mettersi in tasca il quarto iride.
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