20 febbraio 2015 – Dalla Honda, dopo i segnali negativi emersi nelle prima sessione di test a Jerez di inizio mese, ci si aspettava un miglioramento che però non è arrivato. Pochi giri effettuati e parti del motore in fumo. Ma il tempo vola e Melbourne si avvicina.
Test negativo. Nei piani Honda doveva essere questa del Montmelò l’occasione per girare e permettere di accumulare chilometri alla power unit in vista del percorso di avvicinamento al primo GP della stagione. Rispetto alla prima uscita di Jerez un piccolo progresso sì è visto ma solo per il fatto che la monoposto è riuscita a percorrere qualche giro in più. Con alla guida Jenson Button, la Mclaren Honda si è dovuta fermare a causa di un problema alla MGU-K che ha compromesso l’intero funzionamento della power-unit. Il danno riscontrato è stato talmente grave da interrompere lo svolgimento del test a metà giornata.
Power Unit fragile. Il problema da risolvere, per i tecnici di Woking, è di doppia natura. In primo luogo la power unit giapponese risulta ancora un elemento da svezzare; poi c’è la questione dell’alloggiamento della medesima, il quale sembra essere fonte di problemi di surriscaldamento. Il telaio della McLaren al retrotreno appare estremamente rastremato, cucito come un abito sartoriale intorno all’ingombro del motore. L’intenzione è quella di esaltare le caratteristiche aerodinamiche della vettura guidando al meglio i flussi d’aria sull’ala posteriore. La realtà con cui fare i conti invece è quella che una silhouette così spinta, priva di prese di raffreddamento, elevi potenzialmente il tema della criticità del surriscaldamento dell’unità motrice. Si tratta, in pratica, del medesimo problema riscontrato lo scorso anno da Renault sulla Red Bull, una grana che anche la Ferrari ha affrontato sacrificando l’aerodinamica della SF15-T con pance più larghe che lasciano maggior spazio vitale agli organi di propulsione.
Alcune fonti interne dicono che le problematiche sono anche (e forse soprattutto) di natura elettronica, non facili da gestire nell’immediato e l’interpretazione che Honda ha dato a questo aspetto della power unit è inedita e ben lontana da ciò che si è visto su Mercedes o Ferrari.
Alonso. Alla McLaren Honda serve tempo per trovare il bandolo della matassa ed a farne le spese per ora è soprattutto Fernando Alonso accasatosi qui per ritrovare la prestazione mancatagli in Ferrari. Probabilmente Honda arriverà al vertice in un triennio, ma lo spagnolo aspetterà? Nel frattempo c’è da risolvere la mancanza di affidabilità. Le aspettative sul binomio McLaren-Honda sono altissime, il livello attuale non è assolutamente all’altezza di ciò che a Woking si auguravano. Il primo GP della stagione è vicino, Honda dovrà reagire velocemente per evitare assurde figuracce in pista.
F1 Honda anomala, la McLaren non c’è ancoraF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi