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F1 Legend : Brabham Bt46B

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

29 aprile 2015 – F1 Leggend dedica ampio spazio ad una monoposto che ha scritto una pagina epocale nella storia della Formula 1. Una sola gara, nella versione B, ma più che sufficiente per diventare leggenda ed entrare nel cuore degli appassionati per non uscirne mai più: la Brabham Bt46B .

La Brabham per eccellenza, secondo molti. La più famosa, la più estrema, la più vincente ma anche la più sfigata. La più vincente non solo nella storia della Brabham, ma di tutta la Formula 1: una gara, una vittoria. Ma anche la più sfigata, perchè sette giorni dopo era già stata dichiarata illegale e, quindi, fu vietato qualsiasi suo ritorno alle corse. Peccato, perchè poteva aprire scenari tecnici che solamente un certo Chapman stava cominciando a scoprire e avrebbe potuto umiliare, distruggere, sconfiggere proprio quest’ultimo. Invece è andata così e, visti i rischi per chi le stava dietro, è meglio se la Bt46B viva solo nei ricordi e non negli annuari.

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La “mamma” Bt46A : Per il 1978, la Brabham parte favorita. Ai motori Alfa Romeo, reduci da una prima stagione di “sgrassatura”, Bernie Ecclestone somma l’esperienza e il talento del campione del mondo in carica Niki Lauda, fuggito dopo il secondo mondiale con la Ferrari. La prima Bt46, debutta al Gran Premio del Sud Africa del 1978 e, anche se in maniera minore rispetto alla sua evoluzione, sorprende. La Brabham si presenta con una forma estremamente filante, grazie alla praticamente totale assenza di pance laterali e conseguenti radiatori. Gordon Murray, infatti, pensa di sfruttare la larghezza del V12 Alfa Romeo a suo vantaggio, inserendo i radiatori per lo scambio termico al di sopra del motore e non lateralmente. Sarebbe un successone, peccato che lo scambio termico è minimo e la macchina soffre subito di surriscaldamento al posteriore. Murray prende una delle pochissime cantonate della sua carriera, ma non molla la sua idea e mantiene la forma filante inserendo dei radiatori nella parte anteriore del muso. La forma filante è visibilmente sacrificata, ma le pance a spiovente restano ancora. Nonostante questa soluzione, la Brabham Bt46 non è protagonista di un’avvio bruciante. C’è la pole per Lauda a Kyalami, all’esordio della Bt46, ma ci sono anche solamente 6 punti in cinque gare. Un ritmo blando, blandissimo per un team che dovrebbe competere con le terribili Lotus 79 che, invece, sono imprendibili. Il Gran Premio di Svezia è già un crocevia.

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La “ventolona” Brabham Bt46B : Per raggiungere un mostro di potenza e velocità devi osare, e anche tanto. Gordon Murray su quella Bt46 ha osato come mai nessuno dietro un tecnigrafo nella storia della Formula 1 ripescando un concetto visto otto anni prima sulla Chapparal 2J. Si, ma il regolamento vieta categoricamente dispositivi aereodinamici dotati di proprio movimento, a patto che la sua funzione aereodinamica sia secondaria e non primaria. Bingo! Su quel cavillo Murray inizia a lavorare. Progetta un prolungamento dell’albero primario de cambio, al quale attacca una ventola enorme posta sul retrotreno della vettura. Tale ventola, viene spiegato, ha il compito di raffreddare i radiatori posti sopra il V12 Boxer Alfa Romeo, ma in realtà risucchia tutta l’aria nel sotto vettura incanalata dalle mini gonne, creando un’effetto Venturi aumentato a livello esponenziale. Non appena scaricata ad Anderstop, la Brabham Bt46 B attira su di se gli occhi di tutti i presenti. Chapman chiama a se Peterson e Andretti, ma non riescono a cavare un ragno dal buco. Sta ventola viene osservata da troppi curiosi, e così i meccanici Brabham la coprono.. con il coperchio di un secchiello della spazzatura. Artigianale, ma perfetto. La Brabham fa paura fin da subito e, su ordine di Murray stesso, la qualifica viene fatta con gomme di legno e benzina a  tappo, per evitare trionfi sospetti. Non appena accendono la macchina, i meccanici devono scansarsi perchè il risucchio ottenuto dalla ventola è talmente tanto che rischiano di lasciare i piedi sotto la vettura. In qualifica, Andretti fa la pole, ma in gara la sua Lotus 79 cede il passo alla Brabham Bt46 di Lauda che va a vincere con un margine di trenta secondi sul secondo classificato, il nostro Riccardo Patrese. Watson si ritira a causa di un problema proprio alla ventola, causato da un’escursione. Micidiale si, ma non esule da difetti.

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La fine della Bt46B e il finale di stagione: Nel post Gp di Svezia, si scatenano le polemiche. In tutti, Andretti in primis, chiedono di abolire la Bt46B perchè il ventolone spara a chi lo segue qualsiasi cosa venga aspirato ad esso. E così, proprio come la sua ispiratrice la Chapparal 2J nella CanAm, la Brabham Bt46B viene giudicata irregolare e bandita dalla Formula 1. Lauda cerca di sanare, dichiarando che senza quella ventola il motore Alfa sarebbe subito esploso; non li crede nessuno. Murray tira fuori la Bt46C, ma è piena di problemi e si ritorna alla vecchia Bt46A. L’unica gioia arriva Monza, dove Lauda vince dopo la squalifica di Andretti e Villeneuve.

Le uniche due Brabham Bt46B costruite, esistono ancora. Una è nella collezione privata di Bernie Ecclestone l’altra, incredibile ma vero, era in un magazzino di proprietà di Callisto Tanzi che con la Parmalat sponsorizzava la Brabham all’epoca. Era in condizioni pessime e attualmente, pare, sia sotto sequestro. E’ bello, comunque, pensare che un capolavoro nella storia della Formula 1 sia rimasta in Italia e lo sia ancora oggi, peccato solo per la location molto poco gloriosa.

 

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