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F1 Legend | Williams FW15-C

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

10 gennaio 2015 – Torna F1Legend, la serie di uscite a cura della redazione storica di F1Sport.it. Questa settimana è il turno della Williams FW15C campione del mondo piloti e costruttori nella stagione 1993.

La più bella di sempre. Per i puristi della Formula 1 intesa come espressione sportiva della tecnologia e dell’evoluzione, la Williams FW15C non ha rivali. E’ la più bella, la più tecnologica, la più potente e la più estrema di sempre. Determinazioni che ci possono stare a prescindere dal voler essere super-partes. In effetti l’inizio degli anni ’90 in Formula 1 sono un periodo di grandissima proliferazione tecnologica e progresso esasperato. Chi vinceva a mani bassissime? La Williams. Nessuno riusciva a starle davvero sotto, nessuno riusciva a fermare la regina in vena espansionistica e nessuno sapeva come anche solamente avvicinarsi alla regina quando metteva le ali e se ne andava. La Williams era talmente veloce e talmente forte da spingere niente popò di meno che la Fia in persona a scendere in campo e tirare il freno a mano sui regolamenti. Mettere dei paletti era il minimo.

Dopo un 1992 passato a massacrare le statistiche, Sir Frank Williams cambia tutto. Dopo due stagioni passate con il baffuto leone Mansell e il padovano volante Patrese, alla corte di Williams arriva Alain Prost appoggiato dalla Renault e dall’alto dei suoi 3 titoli mondiali. Poco conta l’anno sabbatico dopo un 1991 passato nelle sabbie mobili che era diventata la Ferrari. Al suo fianco arriva Damon Hill che, essendo stato collaudatore Williams, conosce a mena dito ogni singolo millimetro di cavi elettrici presenti sulla vettura. Il figlio Graham ha anche dimostrato che non è li solo per macinare chilometri, ma ha anche un piede degno di nota.

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Nata da ritoccare: I più giovani si chiederanno: ma perchè la Williams del 1992 era denominata FW14-B e quella del 1993 FW15-C? Domanda più che lecita. La spiegazione sta nel fatto che il progetto FW15 subì due mutazioni prima di debuttare ufficialmente nel mondiale di Formula 1. La prima avvenne quando la FW15 era poco più che un disegno su un foglio di carta. La Fia, con colpevole ritardo, restringe la dimensione delle gomme posteriori e ciò costringe la coppia Newey – Head a modificare il disegno sul posteriore della vettura. Il secondo e ultimo “restyling” arriverà poche settimane prima dell’inizio del mondiale dove l’ufficio tecnico Williams apporterà piccole modifiche ove richieste alla versione B. Il risultato è da togliere il fiato. Seppur sia figlia e degna erede della “14-B”, la FW15-C non sembra neanche una monoposto da Formula 1, ma una scultura atta ad inneggiare quanto di più estremo e tecnologico si potesse immaginare all’epoca. Le sospensioni attive, già di per sè determinanti, avevano come unica pecca il peso. No problem: la FW15-C è alleggerita per nascondere l’unico difetto di questa magia uscita dal cilindro di Newey. Le linee, poi, sembrano uscite dalla matita di un’architetto. Talmente affusolata dal sembrare quasi sexy, un disegno così lineare da non avere alcun punto di spaccatura e pance laterali che sembrano forme della donna che più desiderate al mondo. Capolavoro. Sotto al cofano non c’è nulla di V.M.18, ma un concentrato di elettronica da far impallidire la Nasa. Alle già citate sospensioni attive si aggiungono: Abs, controllo di trazione elettronico, telemetria avanzata, sistema Rake (sistema elettronico che permetteva di avere surplus di cavalli in caso di aumento del carico aereodinamico) e launch control in partenza. Il tutto, a contornare il V10 RS5 by Renault, cresciuto a braccetto con le Williams delle ultime 4 stagioni. Un capolavoro, un inno alla Formula 1. La Williams Fw15-C era semplicemente questo.

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L’inizio tentennante poi la fuga: Una monoposto talmente sofisticata da richiedere tre computer attivi in contemporanea per avviarla, in mano ad un tre volte campione del mondo. Sulla carta è uno sfacelo per l’esperto Senna e il giovane Schumacher. Nei test pre-stagionali la Williams FW15-C va talmente forte da far sembrare il professor Prost uno che ha passato l’anno sabbatico alla guida e non a godersi i lussi e i Franchi che aveva guadagnato. Distacchi da calendario rifilati a tutti, fatta eccezione per il compagno Hill. All’inizio del mondiale si scommette sul quando Prost vincerà il titolo. Invece, vuoi il meteo avverso, vuoi la sfiga; fatto sta che dopo 6 gare il leader del mondiale è Senna con 5 punti in più di Prost che ha vinto lo stesso numero di gare dell’eterno rivale: 3. Troppo poco. Ma dopo l’avvio tentennante, la Williams non si ferma più. Prost cala un poker di vittorie in Canada, Francia, Gran Bretagna e Germania; mentre Hill lo imita con un tris vittorie in Ungheria, Belgio e Italia. Saranno le sue prime vittorie in carriera. Contemporaneamente, Senna, rimane imprigionato nella Mp4\8 e nel motore Ford tutt’altro che competitivo. La FW15-C diventa la sesta Williams a laurearsi campione del mondo costruttori e Prost vince in Portogallo il suo quarto titolo piloti. D’altro canto, però, Prost è conscio che neanche questo quarto titolo conquistato con irruenza, le ha ridato lo smalto di un tempo e così annuncia il ritiro proprio due giorni prima del Gran Premio del Portogallo, spalancando le porte della Williams ad Ayrton Senna. Nelle ultime due gare, Senna ottiene il massimo dei punti (20) mentre Hill ne fa su appena 7, soffiando al futuro campione del mondo il secondo posto in classifica finale. Nell’ultima gara ad Adelaide, per la prima volta dopo 24 qualifiche una Williams non parte dalla pole position e Senna sottrae alla Fw-15C un primato che sarebbe stato ancora oggi unico nella storia della Formula 1: partire dalla pole in tutte le gare del campionato.

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Il CVT e il diktat FIA: In Williams però non ci si adagia sugli allori. I trionfi vanno bene, eccome, ma essersi autoproclamati pionieri della elettronica esasperata in Formula 1, implica che non bisogna mai fermare lo sviluppo. Dalle fabbriche di Grove è già pronto per i collaudi un sistema che, stavolta, lavorerà sul cambio: il CVT. Questo sistema, a variazione continua sulla trasmissione, avrebbe reso la Williams ancora più imprendibile in quanto, non per fare i conti in tasca a nessuno, ma team con un potenziale tecnico ed economico in grado di svilupparlo non se ne vedeva. La Fia, conscia che la Williams era diventata un’ ammazza-spettacolo, interviene subito. Vieta il CVT con effetto immediato e, senza pensarci troppo su, in pratica azzera l’elettronica possibile su una macchina di Formula 1. Con tanti cari saluti a Prost e “Capitan Zero” Hill che avevano definito la Fw15C, si fantastica da guidare, ma dannatamente pericolosa e inguidabile in caso di avaria all’impianto elettrico.L’ultimo vernissage per la FW-15 arriva nei test pre stagione 1994, quando la FW-15C viene presa e spogliata di tutte le sue magie elettroniche per stare in linea con i regolamenti dando vita, di fatto, alla FW-15D, utilizzata anche per la presentazione della nuova livrea Rothmans. Persa a causa dei regolamenti la superiorità tecnica, la Williams si mette al lavoro sulla FW-16, futura arma del neo ingaggiato Ayrton Senna e del confermatissimo Damon Hill. Il resto è storia.

Si chiude il capitolo della FW-15C. Una vettura degna erede e massima espressione della FW-14B. Una macchina che ha saputo dominare, ma che sarebbe parsa impotente di fronte alla “15C”. Che cosa sarebbe stata la FW-16 senza limitazioni, stupide e inconscienti, imposte dalla FIA? Non lo sapremo mai, ma è solo una delle tante domande che quella maledetta stagione 1994 ha lasciato dentro di noi, senza dare risposta.

 

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