Monza 5 settembre 2013 – Il fascino di Monza è rimasto immutato nel tempo, il clima del grande evento si vive ancora, il clima della F1 vecchio stile, quella fata di lotte all’ultimo respiro e di sorpassi all’ultima staccata. Emozioni indescrivibili per tutti coloro che l’hanno vissuta almeno una volta nella vita.
A proposito di ricordi storici e aneddoti legati a Monza, parlano Piero Ferrari ed il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Un bagaglio di memorie ricco da condividere con tutti i tifosi del cavallino che hanno gioito e sofferto per vittorie e sconfitte.Il figlio del Drake si racconta in quella che era la seconda casa per la famiglia Ferrari. “L’appuntamento di Monza è sempre stato speciale per noi. Ricordo bene che mio padre era tassativo e qualche settimana prima della gara inviava a tutto il personale della Gestione Sportiva la comunicazione che le ferie erano ‘sospese fino a dopo il Gran Premio d’Italia’. A lui piaceva tutto di Monza, in particolare la velocità delle vetture e la passione della gente. Bisognava prepararsi a puntino e ancora oggi credo che ognuno di noi condivida le stesse sensazioni quando ci si avvicina a questo Gran Premio. A Monza sono legati anche dei ricordi tragici, alcuni vissuti di riflesso perché era ancora un bambino, come la morte di Alberto Ascari, vittima di un incidente in occasione di un test privato il 26 maggio 1955. Non ci furono testimoni oculari dell’incidente e mio padre non seppe mai che cosa era veramente accaduto.”
Piero racconta poi la grande emozione per la prima volta a Monza. ”Era il 1961 ed io ero in tribuna centrale per seguire la corsa. Alla fine eravamo contenti perché Phil Hill aveva vinto e, grazie a quel successo, si era laureato campione del mondo. Tutti intorno a me gioivano perché non sapevano che cosa era accaduto all’inizio della gara alla Parabolica, dove von Trips era volato fuori pista in mezzo al pubblico, trovando la morte e provocando una strage. Uscimmo dalla tribuna felici per il risultato sportivo ma quel sentimento svanì una volta in automobile sulla strada del ritorno, quando dall’autoradio apprendemmo quello che era successo”.
Grandi ricordi per Monza 1988, la prima senza il Drake.“Fu quasi una coincidenza astrale. Noi ci eravamo preparati come non mai per quella gara, sapevamo che era l’unica occasione per far bene in una stagione dominata dalla McLaren: ‘o la va o la spacca’, ci dicemmo prima della partenza per Monza. Ce la mettemmo tutta e andò bene, anzi benissimo. Ci fu un pizzico di fortuna, sotto forma di alcune circostanze che ci fecero pensare che da lassù qualcuno stesse guardando il Parco: almeno è bello pensare che sia andata proprio così!”
Luca Cordero di Montezemolo, dal canto suo vanta tanti altri ricordi legati al Gp d’Italia, “bellissimi ma anche molto dolorosi” come lui li definisce a www.ferrari.com.
“Tanti sono i ricordi che mi vengono in mente quando penso a Monza. Bellissimi ma anche molto dolorosi. Penso ad esempio all’impressione che mi fece il tragico incidente che segnò l’edizione del 1961, con la vettura di von Trips che volò fra il pubblico alla Parabolica. Fu proprio a Monza che vidi il mio primo Gran Premio dal vivo, nel 1966: quel giorno vinse Lodovico Scarfiotti al volante di una Ferrari e fu l’ultimo successo di un pilota italiano nella corsa di casa. Poi il mio primo mondiale con la vittoria di Regazzoni e il terzo posto di Lauda nel 1975 furono motivo di grande soddisfazione e gioia. Con quel risultato infatti portammo a casa sia il titolo Piloti che quello Costruttori, riportando dopo undici anni di attesa la Ferrari davanti a tutti.”
Presidente dal ’91, Montezemolo racconta come è cambiato il modo di vivere un GP. “Adesso non vado molto spesso ai Gran Premi, soprattutto la domenica: troppa sofferenza, preferisco seguire la gara a casa mia, da solo, davanti al televisore. Cerco però di non mancare il sabato delle qualifiche di Monza: mi interessa vedere da vicino il lavoro della mia squadra e anche di buttare un occhio sui concorrenti e mi piace il contatto con i nostri tifosi. Monza è uno di quegli appuntamenti che non potrà mai mancare nel calendario della Formula 1. A qualcuno potrà anche sembrare anacronistico un tracciato con quattro curve e tre chicane ma qui vale lo stesso discorso di Monte Carlo: entrambe sono due facce imprescindibili di questo nostro sport, una per il glamour che circonda la gara, l’altra per l’emozione che solo la velocità sa dare”.
E’ curioso pensare che da Monza sono quasi sempre partite le grandi rimonte del Cavallino quando lottava per il titolo, escluso il 1996 che rimane comunque una data storica, la prima vittoria a Monza di Schumacher, dal 2000 passando per 2006 e 2010, la Ferrari ha sempre rimontato o consolidato il vantaggio in graduatoria. “Penso al 2000, quando Michael piegò il grande rivale Hakkinen e dette il via a quel fantastico rush di quattro vittorie consecutive che ci fece tornare, dopo ventun anni d’attesa, sul tetto del mondo. Penso al 2006, quando ancora Michael colse un trionfo bellissimo proprio nel giorno in cui annunciava il suo ritiro dalle corse. Penso al 2010, quando Fernando Alonso superò un avversario durissimo come Button: anche allora c’era una McLaren come avversaria e sembrava poter iniziare una nuova favola come quella di dieci anni prima ma poi sappiamo come andò a finire quella maledetta sera ad Abu Dhabi.”
Insomma grandi emozioni ogni anno per tutti i ferraristi per tutti coloro che vivono Monza in un modo diverso da qualsiasi altro Gran Premio. Da Monza partono le grandi rimonte, la tradizione avrà un seguito? La parola, in questo caso, a Fernando Alonso.
F1 | Monza, Piero Ferrari e Montezemolo: ricordi, vittorie e sconfitteF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi