12 dicembre 2014 – Magari molti di voi manco se lo ricordano il Gran Premio d’Argentina. Magari molti di voi manco l’hanno mai visto. Magari molti di voi la pensano come il sottoscritto, ovvero che il Circuito di Buenos Aires era tutt’altro che appassionante. Eppure il Gran Premio d’Argentina 1997, in una delle sue ultime boccheggianti (ma non per il caldo) edizioni, fu teatro di uno splendido riscatto. Bello, romantico, cattivo. Il riscatto di Eddie Irvine.
Dalle qualifiche, esce subito un dato. La pole dell’anno scorso (fatta da Damon Hill) sarebbe rientrata nel 107% per soli 40 millesimi. Spaventoso. La prima fila è roba delle Williams con Villeneuve davanti a Frentzen, anch’esso a rischio siluramento. Sorprendono i gommati Bridgestone con Panis addirittura terzo e ottimo sabato anche per Barrichello. Indietro le Ferrari con Schumacher 4° e Irvine settimo, lontano anni luce dai primi.Nota tecnica: in quello stesso week end, debuttano i famigerati candelabri sui cofani delle Tyrrell. Una storia tutta fine anni ’90. Tornando alla gara, la mattina, Villeneuve ha un problema agli scarichi… fisici! Un guaio intestinale segnerà la sua gara.
La gara non finisce di regalare colpi di scena. Dopo 4 giri di Safety Car si riparte, ma Frentzen rimane senza acceleratore e deve parcheggiare a bordo pista. Sale secondo Panis, bravissimo a scavalcare Irvine pochi secondi prima dell’uscita della SC. Il francese, sempre più in spolvero, si presenta come vero rivale per Villeneuve. E’ veloce, aggressivo, con le gomme giuste e sopratutto affamato di vittoria. Peccato che al 18°esimo passaggio la sua Prost non da più alcun cenno di vita elettrico. Game over per Olivier che sconsolato rientra ai box a piedi. Sale secondo Irvine, ma con un distacco di 19 secondi in 20 giri. Per Villeneuve sembra tutto facile. Schumacher e Coulthard Knock – Out al via, Panis fuori dopo neanche un pit e pure il teammate già sotto la doccia. Se il primo rivale, poi, perde un secondo a giro per Jacques si sta delineando un pomeriggio molto facile.
Villeneuve aumenta il margine, e pure di tanto. Talmente tanto che può permettersi di fare il primo pit e uscire dai box ancora in testa. Irvine soffierà la testa della gara al canadese soltanto verso metà gara quando il box Williams richiamerà la loro prima guida ai box per il secondo pit. Oltre alla già citata, ma ritirata, Prost in Argentiva va forte anche la Jordan con Fisichella e Ralf Schumacher al ridosso del podio. Un tentativo azzardato di sorpasso di Ralf nei confronti di “Fisico” mette fine ai sogni del pilota romano. Jordan non ci mette tanto a far capire quanto gli girino gli attributi, e fa capire a Schumy Junior che bisogna tirar fuori qualcosa di davvero bello per farsi perdonare.
Dopo un’inizio carico di ritiri, la gara prosegue senza particolari colpi di scena. A venti giri dalla fine, Villeneuve ha ben 18 secondi di vantaggio su Irvine che sembra voler amministrare un preziosissimo secondo posto. Dietro le posizioni sono ben assestate con il solo Berger scatenato che inanella giri veloci. Dal crono, però. arriva un’allarme. Vuoi un guaio tecnico, vuoi i problemi intestinali che si fan sentire, fatto sta che il margine tra Villeneuve e Irvine diminuisce. Sempre di più. A 15 tornate dalla fine, Irvine è a 3 secondi scarsi da Villeneuve. Sta a vedere che ce la fa davvero. Villeneuve alza il ritmo, ma Irvine non lo molla e l’esigua, sottile, sicurezza di 3 secondi svanisce in un lampo. Ciò che fino a pochi giri prima sembrava impensabile, diventa reale: Irvine è negli scarichi di Villeneuve. E non ha affatto intenzione di mollarli. O la va o la spacca. Uno come Irvine non può vedere la prima vittoria in carriera davanti al naso e non fare nulla per acciuffarla.
Irvine chiude secondo quella che è (passatemi il parere personale) la più bella gara della sua carriera. Villeneuve a fine gara sembra abbia scalato l’Everest con un coltellino da formaggio da quanto è stremato. In conferenza stampa dirà: “Che incubo quella Ferrari. Ogni volta guardavo negli specchietti, lei era sempre li. Anche se credevo di aver fatto un settore migliore del precedente“. Irvine viene, ovviamente, confermato per tutta la stagione, e alla fine di essa per altri due anni. Due saranno anche gli anni che lo separeranno dalla prima vittoria in carriera in Australia, in quel 1999 che senza una gomma dimenticata chissà dove in quel garage del Nurburgring sarebbe stato l’Happy Ending non arrivato in quel pomeriggio argentino di, quasi, diciott’anni fa.
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