10 marzo 2015 – Anteprima storica del Gran Premio d’Australia con una delle edizioni più rocambolesche e strane degli ultimi anni: quella del 1997. Stagione che vede ai nastri di partenza come favorita d’obbligo la Williams e, subito fdietro, la nuovissima Ferrari, forte della nuova denominazione “Scuderia Ferrari Marlboro” e di uno Schumacher ben inteso a cercare di portare a Maranello il Mondiale.
Un duello rusticano che si preannuncia incandescente, sia per la grande voglia di rilancio della Ferrari sia perchè la Williams dovrà fare i conti con una perdita importante: quella di Adrian Newey, che ha appena sposato una signora che ha cambiato vestito, indossando una nuova livrea color argento: la McLaren.
Pronti via, e nella gara inaugurale sembra proprio che le Williams non hanno dimenticato del tutto il genio di Stratford-upon-Avon, visto che in eredità ha lasciato un’altra monoposto pronta a sbancare, la FW19. E con un Villeneuve libero dalla convivenza forzata con Damon Hill, sembra che il Mondiale 1997 prenda le sembianze di una sinfonia per un solo strumento, la FW19 numero 3. Che nelle qualifiche è implacabile, tanto da rifilare 1″7 al compagno Frentzen e 2 secondi a Schumacher. Distacchi pesantissimi, preludio di una gara alla quale il risultato da indovinare pare il numero di giri di distanza del canadese dal resto del gruppo, con i ferraristi a boccheggiare. Da segnalare la straordinaria avventura della Lola Mastercard di Vincenzo Sospiri e Ricardo Rosset, la scommessa di Eric Broadley, che nonostante i munifici sponsor si traduce in un vero e proprio disastro, tant’è che superano abbondantemente il 107% e arrivano a ben 12 secondi da Villeneuve. Cosa che porterà ben presto Broadley a tornare sui suoi passi e a chiudere il team.Ma, ironia della sorte, sarà propro una Ferrari a rovinare i piani del canadese, e sarà quella sbagliata. Irvine, infatti, fa strike e colpisce il canadese e l’ex-compagno di Schumacher, Johnny Herbert. Fine della corsa per tutti e tre, ma la Williams non cade nella disperazione. Il testimone, infatti, passa a Frentzen, che diventa da subito irraggiungibile per gli avversari. Il tedesco, però, è su una strategia a 2 soste così si spiega il perchè di questa Williams incredibilmente veloce. Dietro di lui, infatti, gli avversari non demordono di certo, a iniziare da Coulthard, che si mantiene a distanza di sicurezza, e Michael Schumacher, entrambi pronti ad approfittare di un eventuale errore del tedesco. Errore che però non arriva nemmeno dopo la prima sosta ai box, ma che colpisce Jean Alesi. Il francese, atteso ai box della Benetton con i meccanici già pronti per il pit-stop, è costretto a concludere la gara nell’erba senza benzina, con i meccanici che gettano le pistole a terra e Briatore che ha un’espressione che parla da sola.
Torniamo in testa, dove Frentzen non sembra più il marziano dei primi giri; i freni tradiscono la FW19 di colui che ha ereditato il posto di Damon Hill e lo costringono a rallentare, mentre la tattica di attesa di Coulthard alla fine paga, portandolo in testa dopo la seconda sosta ai box. Schumacher gli sta attaccato come un francobollo, sa che può approfittare dei guai della Williams per infliggere una lezione a Villeneuve & C., ma rimane senza benzina ed costretto a rifornire, con il connazionale della Williams che si porta al secondo posto mentre Schumacher viene superato anche da Berger.
Ma i guai ai freni si fanno ancora più gravi e il colpo di scena arriva al giro 53: Frentzen, in una nuvola di fumo, si gira, va in testacoda e lascia passare Schumacher, Hakkinen e tutti gli altri. Il ferrarista non ha certo sotterrato l’ascia di guerra dopo il rifornimento e fa un solo boccone di Berger e Hakkinen e approfitta dei guai di Frentzen per portarsi sul secondo gradino del podio.
Ma a godere più di tutti è Ron Dennis, che fa rinascere il mito delle Frecce d’Argento e infila la terza McLaren (riprendendo un vecchio proverbio) tra le due litiganti Williams e Ferrari, piazzando entrambi i piloti sul podio e portando alla vittoria colui che ha ereditato il posto di Senna in Williams, 3 anni e mezzo l’ultima vittoria della McLaren arrivata proprio per mano del brasiliano. E questo sarà il miglior viatico per il 1998, anche se prima c’è tutta una stagione da vivere con il cuore in gola, tra le speranze di riscatto della Ferrari e quella che erauna certezza, ossia il figlio del grande Gilles. Una sfida tutta con un forte sapore retro’ che stuzzica le fantasie dei ferraristi, che forse immaginavano il govane erede della famiglia Villeneuve vestito di rosso per continuare ad avere la “febbre Villeneuve”.F1 Storia: GP Australia 1997, a sorpresa vince la McLaren!F1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi