30 aprile 2014 – Non è detto che se si è sconosciuti in F1, lo si è in tutto il motorsport. Anzi. Oggi a 20 anni esatti dalla scomparsa di Roland Ratzenberger, noi di F1Sport.it vi raccontiamo nello “Speciale Imola 1994″ quello che è, probabilmente, uno dei momenti di apice della carriera dello sfortunato pilota austriaco.
E’ il 26 Ottobre del 1986. A Brands Hatch si corre il “Formula Ford Festival”, grande “ultimo giorno di scuola” per i partecipanti al campionato di Formula Ford inglese. Il Formula Ford Festival, però, oltre ad essere una gara ad eliminatorie (semi finale e finale) è anche l’evento più importante per i piloti di Formula 3. Una sorta di Gp di Montecarlo, dove una vittoria qui, equivale a un riscatto, o ad una conferma per la stagione appena svolta.
Roland Ratzenberger questo festival della velocità lo conosce bene. Qui ha ottenuto l’anno precedente uno splendido secondo posto dietro solo ad un giovane esuberante e velocissimo Jonny Herbert. Nel 1986 è considerato come un pilota temibile dai rivali, ma non il favorito. Ci sono infatti ben altri concorrenti con un Background nel temibile “Brands” molto più solido del suo. Robertson, Favre, Lehto, Hall, Mcagarrity sono solo alcuni di essi. Roland Ratzenberger, viene sempre presentato come un giovane austriaco di 24 anni proveniente da Salisburgo con un buon passato in F3 tedesca. Ci sono sempre quei due anni malandrini tagliati via alla carta d’identità e c’è sempre quel velo di oggetto del mistero che accompagna i giovani che vanno alla ricerca di fortuna nelle gare britanniche di Formula Ford. Insomma, Ratzenberger si guadagna più fama per il suo nome che ricorda molto “Roland Rat” un personaggio animato della tv di sua maestà, che per i trofei che ha nella bacheca di casa.Ratzenberger sarà pure sconosciuto, ma di grinta ne ha tanta da vendere. Al via di ogni batteria a cui partecipa deve sempre controllare la sua F. Ford Van Diemen numero 154 in sovrasterzo. Ed è proprio con uno star così che al via della sua semifinale, dalla quale partiva in pole, liquida Robertson suo diretto rivale. Ratzenberger fa il vuoto e chiude con un tempo di gara su 15 giri utile anche per ottenere la finale che si svolgerà di li a pochi minuti. Ripetiamo. Sarà pure misterioso, ma di gente in riga ne sta mettendo tanta.
Verso il pomeriggio inoltrato, scatta la finale composta da 20 giri. Ratzenberger scatta benissimo seguito da Favre, Robertson e Rogers; mentre Lehto parte male e dovrà ritirarsi a causa di un contatto. Si formano subito due blocchi: Ratzenberger e Favre, Robertson e Rogers mentre gli altri inseguono. Ad aiutare i due in testa, ci pensa Robertson che entra in contatto con Rogers eliminandosi dalla gara.
Favre aumenta sempre più la pressione su Ratzenberger. Progressivamente, ma con decisione, tenta varie volte di attaccare il pilota austriaco ma sempre senza successo. La parità di macchina fa si che Ratzenberger non riesca mai a mettere seriamente distacco tra lui e la vettura che lo insegue. All’ultimo giro Favre gioca il tutto per tutto. Gira stretto alla curva Mclaren, affianca Ratzenberger alla Clark e arrivano sul traguardo appaiati, me niente da fare. Ratzenberger vince il Formula Ford Festival 1986 in volata.Favre riconosce i meriti a Ratzenberger, e li alza il braccio sul podio in segno di vittoria.
Sarà pure un Festival che oggi non si fila nessuno, ma allora contava davvero tanto. Tra i suoi vincitori, oltre al già citato Herbert troviamo: Daly, Serra, Moreno, Byrne e tanti altri. Ratzenberger, quindi, non era un perfetto sconosciuto a Imola quel maledetto pomeriggio di 20 anni fa, ma un ragazzo che di manico ne aveva eccome. Un pilota che ha lottato duramente per arrivare a quella Formula 1 che gli fu fatale. Esaminando il suo palmares, questa è probabilmente la vittoria più importante in tutta la sua breve carriera che magari non lo avrebbe mai portato a vincere un campionato del mondo ma qualche soddisfazione in più, di sicuro, se la sarebbe tolta.
F1 | Storia, Imola ’94 ep. 7: La più grande gioia di RatzenbergerF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi