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F1 | “Zero Tituli”. I grandi che non hanno vinto in Ferrari

Da Tony77g @antoniogranato

Alessandro FranceseF1Sport.it

12 novembre 2014 – Gli imminenti titoli di coda della storia tra Fernando Alonso e la Ferrari segnano la fine di una avventura lunga e travagliata conclusasi senza aver centrato l’obiettivo per il quale lo spagnolo inseguì tanto la rossa 5 anni fa: il titolo mondiale. Alonso sarà comunque ricordato come uno dei più grandi piloti della storia di Maranello per impegno, intensità e dedizione alla causa non è stato secondo a nessuno. Vediamo chi come lui, indiscutibilmente grande, lascia la Ferrari senza l’agognato titolo.

Guidare per la Ferrari è il sogno di ogni pilota, è la squadra che più di tutte rappresenta l’essenza della F1, un miscuglio di storia e  storie di uomini prima e di piloti. Guidare per la Ferrari è l’esperienza che consacra una carriera, si può vincere o perdere in ogni modo si sarà ricordati al di là dei risultati come un pilota Ferrari, qualcosa che pochi al mondo posso vantare.

Anche senza aver mai vinto il campionato, sono tanti i campioni che al volante della rossa hanno scritto pagine importanti e indimenticabili, ricordiamone alcuni.

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Prost. Arrivò a Maranello nel 1990 con all’attivo già tre titoli mondiali. Reduce dalla guerra con il grande rivale Ayrton Senna si accasa in Ferrari con l’obiettivo di riportare a casa il mondiale che manca da 1979. Il primo anno è positivo, condito da cinque successi che lo portano a giocarsi il titolo all’ultima gara in Giappone. Finirà male con la famosa collisione alla prima curva con Senna. L’anno successivo fu avaro di soddisfazioni, un anno difficile senza vittorie concluso in anticipo di un appuntamento causa licenziamento per aver definito la Ferrari un “Camion”. Prost tornerà a correre con la Williams nel 1993, in tempo per laurearsi Campione per la quarta volta.

Mansell. In Ferrari nel biennio 89-90 non si trova mai tra le mani un mezzo particolarmente competitivo. Tutta via il leone inglese lascia la sua zampata già al debutto in Brasile per poi ripetersi in Ungheria e la stagione successiva in Portogallo non senza polemiche per la chiusura aggressiva ai danni del compagno Prost alla patrenza del GP. Solo tre vittorie con la rossa, diventerà campione del mondo su Williams nel 1992.

Villeneuve. Gilles Villeneve è un caso a parte. Gilles è il mito. Gilles incarna lo spirito della corsa e del correre per vincere comunque e sempre indipendentemente da tutto. Per questo era adorato come un figlio da Enzo Ferrari. Gilles non diventerà mai campione del mondo ma senza dubbio è ricordato come uno dei più grandi piloti della Ferrari. Solo sei vittorie nel periodo che va dal 1978 al 1982 ma una guida costantemente oltre il limite, spettacolare e spericolata , non apprezzata dai suoi colleghi ma adorata dai tifosi. Le imprese di Villeneuve troppe volte furono condizionate o dalla troppa foga agonistica o dalla scarsa competitività dei mezzi su cui lottava. Morì a Zolder nel 1982. Morì l’uomo nacque la leggenda.

Michele Alboreto
Alboreto. Per lui quattro stagioni alla Ferrari dal 1984 al 1988. Non furono anni facili  il migliore sicuramente fu il 1985. La stagione partì in modo positivo. La monoposto si dimostrava veloce e almeno nelle prime fasi dell’anno affidabile. Fu l’anno in cui gli italiani sognarono di rivedere un pilota italiano al vertice sulla Ferrari. Il testa a testa con Prost fu molto combattuto , soltanto il crollo di affidabilità della 156-85 nelle ultime 4 gare impedì al pilota Milanese di aggiornare una statistica che non ha mai più visto un Italiano trionfare nel mondiale di formula 1 dai tempi di Ascari nel 1953.

Massa. Con Felipe massa torniamo ai giorni nostri, le sue attuali prestazioni dimostrano che c’è un futuro al di là della Ferrari cosa che non è così scontata considerando che da sempre correre in rosso è il massimo per le ambizioni di un pilota. Massa arrivato al fianco di Schumacher nel 2006 dimostra subito le sue doti velocistiche vincendo in Turchia e in Brasile. Stupisce il mondo in quanto tiene testa al super campione tedesco rivelandosi non un’ottima seconda guida ma una pedina su cui puntare. Il suo contributo è fondamentale l’anno successivo dove i suoi 3 successi portano fondamentali per la conquista del titolo costruttori. L’occasione della vita gli passa davanti nel 2008 dove si vede sfilare il sogno di diventare campione del mondo a traguardo superato dall’inglese Hamilton che negli ultimissimi istanti di una corsa convulsa riesce a passare la Toyota di Glock . Nel 2009 il terribile incidente di Budapest, poi anni difficili fino all’addio della scorsa stagione. Una scelta dimostratasi vincente.

Questi sono solo alcuni dei nomi di grandi uomini e piloti che rimarranno per sempre nella storia della Ferrari. Non seconde guide o comprimari ma veri signori della formula 1 che con la rossa volevano e dovevano vincere senza esserci però riuscirci. Fernando Alonso si aggiunge alla lista.

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