Fabrypedia s01e01 – A di Ansia

Da Signorponza @signorponza

L’ansia è uno stato psichico, prevalentemente cosciente, di un individuo caratterizzato da una sensazione di paura, più o meno intensa e duratura, che può essere connessa o meno a uno stimolo specifico immediatamente individuabile (interno o esterno) ovvero dunque una mancata risposta di adattamento dell’organismo a una qualunque determinata e soggettiva fonte di stress per l’individuo stesso.

Tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Wikipedia devi bruciare nel vento. L’ansia non è uno stato cosciente, io non ho la percezione di quando mi partono le menate altrimenti mi farei dare due sberloni in faccia per finirla subito. L’ansia è uno stato completamente incosciente: siete solo voi e la paura del futuro. Ma come faccio a parlare di ansia senza spiegare di che cosa si tratta? Quando alla mattina ti svegli in perfetto orario, fai colazione e poi ti fumi una sigaretta con il caffè e ti trovi seduto sul water, poi esci di casa pimpante, sorridente e l’autobus non arriva e tu hai già sceneggiato tutto nella tua mente. “Adesso l’autobus non passa e perdo il treno, mi tocca prendere quello dopo con gli studenti che urlano. Che poi magari urlano perché sentono che ho la musica altissima. Forse questa mattina meglio non ascoltare Britney Spears, magari mi prendono per il culo perché sono frocio. Potrei fermarmi al bar e prendere il treno dopo ma arriverei in ritardo a lavoro e non posso, ho quella riunione a cui non posso mancare. Magari mando una mail per posticiparla, però aspetta, poi non è che pensano che me la prendo comoda? Ma il carica batterie dell’iPhone l’ho preso? Dio, se l’ho dimenticato mi ammazzo. Non posso tornare a casa. Ma perché non mi sono svegliato prima per fare tutto con calma? Fammi aprire l’app di Paolo Fox, vediamo che dice.” E poi niente, l’autobus arriva e tu sei solo una psicopatica. Questa è l’ansia, la paura di non saper affrontare il futuro, di non essere in grado di gestire l’imprevisto. Una condizione mentale che altera completamente la visione del mondo, proiettandoci direttamente in una puntata di Chi l’ha visto? perché qualsiasi cosa possa succedere, la scena finale della nostra vita sarà sempre con noi protagonisti di un delitto irrisolto. Protagonisti e vittime allo stesso tempo, perché non è che uno diventa ansioso da solo, sono gli altri che ti cin fanno diventare pazza.

Come fa una persona all’apparenza normale a trasformarsi in un mostro divorato dall’ansia? Passi la vita ad avere l’ansia per la scuola, che i compagni non ti prendano per il culo più di quanto non abbiano fatto il giorno prima, che tua madre capisca che la matematica non è il tuo forte e che la sufficienza è per l’appunto sufficiente. L’ansia al liceo, per la gita di quinta superiore che non fai perché sei in menata cosmica per il fidanzato che dopo la maturità si trasferisce ad Amsterdam, e tu che passi le giornate a convincerlo che l’Olanda sia orrenda. L’ansia all’università all’esame di storia e critica del cinema che speriamo il professore non si accorga che schifi totalmente la sua materia, e poi il giorno dopo leggi il giornale e scopri che si è suicidato. L’ansia in ufficio, che dopo l’odissea di mezzi pubblici, per il cui ritardo hai sicuramente avuto l’ansia, ci trovi le colleghe ignoranti che ti combinano i macelli e comunque vada è colpa tua. Insomma, è il mondo che ti mette ansia. Ma che cosa volete da me? Io faccio il possibile per tirare avanti questa grama vita, statemi su da dosso per cortesia.

E poi passi il tuo tempo ad avere l’ansia per qualsiasi cosa e ti scordi tutte le cose belle di questo mondo, come il gelato al pistacchio che non lo prendi perché magari ti rimangono i pezzettini nei denti, i fidanzati che poi tanto emigrano tutti e tu vai in esaurimento per sei mesi, i pantaloni skinny che poi magari si vede che sei un’irrimediabile obeso. Ma non possiamo di certo passare una vita in questo stato, come si cura l’ansia?

La terapista mi diceva che l’ansia era, come ho detto prima, paura del futuro e che per combatterla bisognava vivere giorno per giorno. Ma che cazzo vuol dire? Carpe diem, vallo a scrivere sulla Smemoranda per favore. Non possiamo vivere giorno per giorni senza ignorare il futuro, senza pensare a come prendere la pizza venerdì a lavoro. Allo stesso modo è impensabile farsi dilaniare l’anima dall’irrequietezza. Quella si prendeva cinquanta euro all’ora per dirmi “Vai a casa, stenditi sul letto e leggiti un libro”. E io andavo a casa, mi stendevo a letto e leggevo un libro. Avevo comprato questo romanzo su questo medico legale, una ragazza sfigatissima, che poi ad un certo punto si innamora e il suo fidanzato va a vivere a Parigi. Allora ho lanciato il libro dalla finestra e ho maledetto anche la terapeuta. Mi sono così lanciato nello shopping. Poi però ho guardato il conto corrente e mi è venuta l’ansia di non arrivare a fine mese, così sono andato in pasticceria a comprarmi un cabaret di pasticcini per calmarmi e per assicurarmi una dose di soddisfazione prima che le mie finanze mensili facessero default. Solo che  mi è venuto un mega brufolo sullo zigomo, e mi si è gonfiato l’occhio, e come se non bastasse avevo un appuntamento il giorno dopo. Allora ho inventato questa storia che il figlio di mia sorella mi aveva lanciato un giocattolo in faccia, però lui conosceva mia cugina e quindi sapeva che sono figlio unico. In definitiva una settimana di merda, tutta per colpa della terapista. Ansia massima, allora ho comprato un paio di scarpe perché stressed, depressed but weel dressed.

Tutta questo flusso di coscienza per dire semplicemente che per combattere l’ansia basterebbe non dare retta alle persone, smetterla di cercare l’approvazione del prossimo per qualsiasi cosa. Ti svegli un giorno e ti sei rotto i coglioni di tutto e tutti, in un momento d’ira lasci casa tua e ti trasferisci in un monolocale in centro da solo. E passata l’ansia ecco l’ossimoro del genere umano palesarsi di fronte a te: se non hai l’ansia ti viene l’ansia del non avere l’ansia, perché sicuramente qualcosa di orrendo sta per accadere. Una catastrofe sta per abbattersi sulla tua vita. Una tragedia sta per citofonarti. Un cataclisma ti chiederà l’amicizia su Facebook. Dieci, cento, mille menate quando tutto potrebbe risolversi scopando un po’ di più. Allora rimedi un appuntamento, passi una bellissima serata e hai già la fede al dito. Ma lo sai, lei è sempre con te e ricomincia tutto daccapo.

E se poi il giorno dopo non mi richiama? Che ansia!

(Fabrypedia è pensato per declinare la psicopatia quotidiana del genere umano sotto forma di racconto semi serio. Quello che narriamo in Fabrypedia non è ispirato alla vita dell’autore. E invece.)

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